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Calcio

SSC Bari, il bilancio dei primi 100 giorni. De Laurentiis: «Il mio voto è 10. Su di noi grande attenzione»

Il presidente: «Siamo partiti da zero. Stadio? Speriamo concessione lunga». Scala: «Non lasceremo nulla al caso»

Cento giorni sono passati dall'avvio dell'avventura della nuova SSC Bari targata De Laurentiis. Cinque mesi ricchi di sfide, difficoltà, lotte contro il tempo ma anche di soddisfazioni a livello sportivo in una piazza che non vedeva l'ora di ritrovare stimoli ed entusiasmo dopo il fallimento del 16 luglio.

«Questi primi 100 giorni mi sono sembrati 365 - dice il presidente Luigi De Laurentiis in conferenza stampa. Siamo partiti dalle basi, con la richiesta di 80 asciugamani per i calciatori. Nelle prime due settimane abbiamo costruito una squadra che fosse attrezzata sia per la D che per la C, visto che non sapevamo ancora in che categoria avremmo giocato. Abbiamo chiesto di disputare la prima partita ufficiale fuori casa perché non avevamo ancora a disposizione lo stadio. Sono contento di essere riuscito con la squadra ad arrivare al primato con 11 punti sulla seconda. Siamo l'unica squadra imbattuta; il merito va dato alla coppia Giuntoli-Pompilio e a mister Cornacchini, che ha fatto dialogare bene i giocatori con poca preparazione. Ho scelto di seguire tutto in prima persona, trasferendomi qui a Bari, perché questa è la politica della nostra azienda. Ci mettiamo la faccia in un percorso che deve isserei di successo; ogni decisione è presa con l'esperienza di 15 anni nel calcio. Alla società-Bari do un bel 10: una macchina nata all'ultimo secondo, ma grazie all'esperienza maturata negli anni sono state fatte le scelte giuste».

Promossa a pieni voti, quindi, tutta la macchina societaria e di squadra, fatta di grandi uomini ancorché di ottimi professionisti: «Credo fermamente nel valore umano: l'aspetto caratteriale è fondamentale perché nello spogliatoio deve regnare serenità. I collaboratori sono stati sapientemente scelti e sono tutti rimasti a bordo perché abbiamo creato un bel gruppo. Vorrei che il Bari cresca con valori umani importanti», continua De Laurentiis che non teme le attenzioni a livello nazionale sul suo Bari e che frena gli eccessi di chi crede che il campionato sia finito qui. «Non riusciamo a non essere entusiasti; l'Italia ci guarda, Bari è piazza importante c'è curiosità su una famiglia imprenditoriale arrivata in champions. Siamo l'unica squadra di Serie D trasmessa da Dazn, ogni singola partita è vista a livello nazionale. Ogni gara deve essere presa in maniera seria su campi non facili dove vincere non è facile. A rotonda, ad esempio, l'ha decisa Di Cesare con un goal da Champions League. Il campionato, però, non non è finito; ogni partita è fondamentale».

Capitolo stadio: messa una pezza dopo il "sequestro" operato dalla precedente gestione, ancora nulla c'è di certo sul futuro del San Nicola. «Abbiamo cercato di risolvere problematiche più urgenti - ricorda il presidente. La concessione deve ancora arrivare: vorremmo una gestione lunga per lavorare in sintonia col comune. Stiamo lavorando all'idea del restyling di uffici e altre zone. Andremo a capire rapidamente come procedere. Il Bari in passato ha avuto belle storie e trascorsi ballerini. La città ha visto l'impegno con cui stiamo organizzando la squadra e ciò che ruota intorno a essa. Non mi aspettavo questa partecipazione in Serie D. Cerchiamo di ragionare su operazioni per fidelizzare il pubblico e raccogliere sempre più l'entusiasmo, che diventa il dodicesimo uomo. La partecipazione dei tifosi ha motivato tutta la nuova organizzazione del Bari».

Nelle ultime settimane, e in particolare dopo la gara di Rotonda, c'è chi ha paventato l'ipotesi di una sudditanza psicologica degli arbitri nei confronti del Bari, che secondo alcuni doveva ripartire o dalla C o addirittura dalla Terza Categoria. Per De Laurentiis, però, si tratta solo di «Speculazione giornalistica. Qualcosa di stuzzicante ci vuole per chi deve parlare di una squadra che vince sempre. Non abbiamo scelto noi di ripartire dalla D; eravamo pronti anche per la C. Sono venuto a vivere qui e ho messo tutti l'impegno per salire di categoria. Il resto sono speculazioni e polemicucce. Ne parleremo nelle sedi ufficiali se avremo qualcosa da recriminare». Sull'argomento si è espresso anche il club manager, Matteo Scala: «Come linea societaria non ci siamo mai soffermati sulle decisioni arbitrali. Crediamo solo nel lavoro. Le regole c'erano anche prima, non vedo perché non dovrebbero valere per noi anche. 5 rigori contro e 2 a favore: i numeri parlano chiaro».

Sul problema della doppia proprietà in caso di arrivo in Serie A, DeLa aggiunge: «È presto chiederlo oggi. Tante volte sono state cambiate le regole; ora penso solo a salire di categoria. Tre anni sono lunghi e ci aspettano tante avventure. Costruiamo una strategia aziendale che possa essere fondamento per un percorso vincente. Non avevo mai gestito il quotidiano aziendale nel calcio prima d'ora, ma solo lo sviluppo del brand. Calarmi in una nuova gestione è una sfida eccitante».

In vista di un ormai probabile salto in Serie C, il presidente para del «Campionato più difficile. Gli investimenti sono importanti ed è un peccato che non abbia tutta la visibilità che merita. A gennaio penseremo a un business plan per l'impegno in vista della C. L'aggressività resterà allo stesso modo. A 39 anni se mio padre ha scelto di farmi condurre questa avventura vuol dire che me la sono guadagnata. Ho dovuto dimostrare tanto a mio padre negli anni; ora ci confrontiamo da adulto ad adulto».

Bilancio positivo anche per il club manager Matteo Scala, il vero collante fra società e squadra: «Ringrazio il presidente e la proprietà, che ci ha messo tutto a disposizione dal primo giorno. Seppur nella difficoltà di start up siamo partiti come tutti sappiamo: ho la fortuna di lavorare con persone valide dal punto di vista umano e professionale. Mercato? È arrivato un under in difesa e un attaccante con caratteristiche diverse da Simeri e Pozzebon. Il mister è contento del centrocampo, con calciatori di ottimo livello. Nonostante i risultati non abbiamo lasciato nulla al caso e abbiamo fatto piccoli ritocchi. La proprietà si è resa disponibile a migliorare ulteriormente la rosa».
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