cittadella bari. <span>Foto Ssc Bari </span>
cittadella bari. Foto Ssc Bari
Calcio

Il Bari ritrova il successo, ed è la vittoria di Mignani

Il tecnico azzecca le mosse e riporta un po’ di buon umore all’interno della piazza

Un digiuno lungo sette partite, interrotto nel pomeriggio del dì di festa da un ricco tris in terra veneta. Il Bari fa scorpacciata dopo la prolungata astinenza battendo 0-3 il Cittadella; un successo che sa di boccata d'aria, dopo l'incolore susseguirsi di ben cinque pareggi di fila.

Eppure, proprio quei cinque pareggi consecutivi concorrono fattivamente a dare una nuova luce alla classifica del Bari: terzo posto con il Genoa, seminate Parma e Brescia, -3 dalla Reggina seconda. Sono di quelle cose che accadono un po' all'improvviso, un bagliore di luce lì dove sembrava tutto tristemente opaco. O, almeno, così sembrava a una rumorosa minoranza di tifosi biancorossi appena domenica scorsa, al termine della partita interna pareggiata 0-0 con il Pisa.

Quattro giorni dopo, invece, animi, umori ed espressioni facciali tra i supporters dei galletti sono di tutt'altro tenore. Sì, perché stavolta il Bari vince e convince, mentre molto spesso in precedenza aveva solo convinto a metà, soprattutto per i risultati. A Cittadella, invece, la musica è diversa; e a guidare, bacchetta in mano, la "nuova/vecchia" è mister Michele Mignani, uno dei tanti finiti nell'occhio del ciclone di una critica eccessivamente severa.



A Cittadella il tecnico biancorosso confeziona uno dei suoi piccoli-grandi capolavori di vecchio calcio all'italiana: concreto, intenso, straordinariamente pratico. Dopo le ultime, claudicanti, uscite, al mister si chiedevano soluzioni alternative che facessero uscire il Bari dalla monotonia di un gioco diventato ormai prevedibile. Ecco, quindi, che Mignani al Tombolato ha tirato fuori l'asso, non semplicemente giocando con le sequenze numeriche, ma andando a incidere fattivamente sull'atteggiamento della squadra. Il passaggio dal 4-3-1-2 al 4-3-2-1 si è dimostrato la mossa vincente, innanzitutto per rivitalizzare Scheidler e Folorunsho, due di quelli finiti maggiormente nell'occhio del ciclone dopo l'ultima uscita.

Lo shift tattico permette al Bari di essere meno passivo e attendista, prediligendo una fase di pressione più alta che coglie di sorpresa il Cittadella, va detto neanche particolarmente fortunato: Del Fabro scivola col pallone davanti alla difesa e apre un'autostrada a Scheidler, finalmente freddo davanti alla porta nel battere Kastrati. Poi Folorunsho si attacca alle caviglie di Mastrantonio, che gliela molla lì per il raddoppio di un Bari aggressivo e concreto come non si vedeva da un po' di tempo.



A premiare il coraggio di Mignani è stata la mossa di avanzare Folorunsho sulla linea di Botta, per sfruttare in manovra l'elemento con le caratteristiche più simili a quelle di Cheddira, felicemente impegnato in Qatar a preparare un quarto mondiale contro il Portogallo delle stelle. Ma il vero colpo di teatro Mignani lo riserva con l'inserimento di Benedetti, uno che si è fatto vedere poco e a intermittenza, ma che ha le caratteristiche ideali per far bene nell'idea di gioco di questo Bari: un piovrone nel recupero dei palloni a centrocampo, velocissimo con le sue lunghe leve a ribaltare l'azione e mettere in moto i cavalli della fase offensiva. Può e deve dare di più, con maggiore continuità.

Insomma, tutti bravi e promossi nella vittoria dell'Immacolata. Una menzione speciale, però, va spesa per Scheidler, arrivato in fretta e furia all'ultimo giorno di mercato dalla Francia, con il fardello di acquisto più oneroso dell'era De Laurentiis, ci sta mettendo il giusto tempo a capire il calcio italiano, ma le sue qualità sono evidenti e non si discutono. O, meglio, non dovrebbero essere discusse, ma siamo a Bari e capita che l'intransigente pubblico del San Nicola fischi sonoramente un ragazzo di 24 anni che, magari, non sarà un campione cristallino, ma che quanto a impegno e voglia di imparare non si sta di certo risparmiando. Bene fa Mignani a puntare su di lui, anche a scapito di un veterano come Antenucci che - però - anche quest'anno, con 38 primavere sul groppone, ha dato ampie dimostrazioni del fatto che per questo Bari è un valore aggiunto.

Come valori aggiunti sono un gigantesco Maita, cervello del centrocampo e finalmente anche protagonista in attacco con il goal dello 0-3 (bel servito da Scheidler), un colossale Maiello (partita semplicemente perfetta davanti alla difesa) e il vecchietto capitan Di Cesare, una "Maginot" in coppia con Vicari e davanti a un Caprile sempre più leader. Cresce anche Dorval, migliora Pucino che - addirittura - si fa vedere all'inizio anche in zona cross.

Tutto bene, dunque: il Bari vince quella che Mignani ha definito «Una partita sporca», con la pazienza e l'intelligenza di chi sa scegliere il momento giusto per ritrovare i tre punti e riportare un bel po' di serenità in una piazza che - con largo anticipo e stretto senso della realtà - già lasciava presagire scenari apocalittici. I biancorossi portano a casa in relativa scioltezza una sfida molto più equilibrata di quanto non dica il risultato, figlio anche di quel pizzico di fortuna (il palo di Mastrantonio avrebbe potuto riaprire tutto) che nel recente passato aveva girato contro.

Il Bari è terzo, a tre partite dalla fine di un girone d'andata che - comunque si concluda - è stato al di sopra delle aspettative della tifoseria, e forse anche delle effettive potenzialità della squadra. Ma, ora, c'è poco tempo per godersela: domenica si ritorna in campo, stavolta contro il Modena, per ritrovare il successo anche al San Nicola e sfatare l'imbarazzante tabù interno.
  • ssc bari
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