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Frasi razziste al giocatore del Catanzaro, sotto accusa due atleti del Cus Bari

La società minimizza: «Riteniamo esagerati i continui interventi mediatici, e addirittura politici con interminabili indignazioni on line, e sugli organi di informazione»

Un comunicato della Mastria Vending Virtus Catanzaro accende i riflettori su presunte offese razziste ai danni di un loro giocatore da parte di due atleti del Cus Bari. Il caso sarebbe accaduto giovedì scorso durante una partita esterna tra l'Under 18 del CUS Bari e la Mastria Vending Virtus di Catanzaro.

«La Mastria Vending Virtus Under 18 Eccellenza sconfitta a Bari dagli arbitri, che consentono a due atleti del Cus di rivolgere a Nicola Markovic, per tutta la gara, gravi insulti razzisti, senza interrompere e sanzionare tale inqualificabile condotta, tanto antisportiva che incivile».

Le offese che Markovic avrebbe sensito rivolgersi, stando alla sua società , sono state principalmente parole come: "Zingaro e slavo di mer..." al punto che nel comunicato sottolineano che: «Quanto accaduto giovedì scorso al Pala Cus di Bari è stato una vergogna».

La risposta del Cus Bari non si è fatta attendere, e Donato Ravelli, responsabile della sezione basket ha dichiarato: «Prendiamo atto, del comunicato della Virtus Catanzaro, ma precisiamo che l'episodio a cui il comunicato fa riferimento è avvenuto a pochi secondi dalla fine della partita e non durante tutto lo svolgimento della stessa. Al momento dell'accaduto il giocatore responsabile dell'offesa è stato fatto uscire immediatamente dal campo, richiamato dal nostro staff tecnico, e successivamente sospeso dalle attività agonistiche dalla nostra società. L'offesa deprecabile e ingiustificabile è stata una risposta sbagliatissima alle provocazioni e minacce di tesserati della Virtus Catanzaro».

«Il Centro Universitario Sportivo prende le distanze da ogni forma di razzismo, ricordando che nella struttura convivono fraternamente, atleti di differenti nazionalità, culture e religioni. Riteniamo esagerati i continui interventi mediatici, e addirittura politici con interminabili indignazioni on line, e sugli organi di informazione».

«Ci scusiamo ancora una volta per l'accaduto, - conclude Ravelli - che non fa onore all'atleta rappresentante sportivo della nostra società sul parquet che ci ha ospitati, ma l'invito è a non esasperare una situazione con interventi politici, che con lo sport non hanno nulla a che fare. Invitiamo quindi tutti al buon senso e alla responsabilità»
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