
Scuola e Lavoro
Test Medicina, 2700 candidati per 300 posti. Link Bari: «No numero chiuso, investire in formazione»
L'associazione studentesca: «Affidare sanità alle regioni significa relegare il Sud e non risolvere questione meridionale»
Bari - martedì 6 settembre 2022
16.02
Si sono svolti oggi i test d'ingresso al corso di laurea in Medicina dell'Università di Bari, che hanno visto impegnati 2.768 candidati per 300 posti disponibili (a cui vanno aggiunti i 50 per il corso in lingua inglese e i 60 per la sede di Taranto). La prova, articolata più sulla parte scientifica che sulla cultura generale, si è svolta in diversi plessi universitari, ma come ogni anno dall'associazione studentesca Link Bari monta la protesta contro il numero chiuso.
Stamattina i rappresentanti di Link Bari si sono ritrovati in sit-in davanti al palazzo ateneo per rivendicare le loro posizioni: «Il servizio sanitario nazionale e il sistema universitario pubblico italiano soffrono attualmente di un forte livello di arretratezza e inefficienza, risultato sommato negli anni del pesante definanziamento che i due comparti hanno subito nel corso dei governi succedutisi negli ultimi decenni. Analizzando i dati relativi al Ssn, il quadro che ne emerge è allarmante: in 20 anni sono stati chiusi 300 ospedali, riducendo il numero di posti letto di ben 80mila unità».
L'associazione continua: «Il mancato finanziamento delle strutture ospedaliere pubbliche, ha portato negli anni ad un disastroso calo del personale medico-sanitario (solo in Puglia si stima che attualmente manchino più di 10mila unità, tra medici e operatori sanitari). L'esiguo numero di lavoratorǝ porta dunque lǝ pochǝ a sostenere carichi di lavoro e turni massacranti, inficiando le competenze e dunque la sicurezza dellǝ pazienti. L'analisi del contesto inoltre non può non tenere conto della disuguaglianza di base sociale impedisce in partenza al Sud del Paese di poter stare allo stesso passo delle altre regioni italiane e di poter avere gli strumenti per raggiungere gli stessi standard performativi delle altre strutture sanitarie e universitarie».
Poi l'analisi si sposta sul terreno politico, anche in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre: «Di fronte ad un quadro del genere, destano allarme le proposte avanzate dal Centrodestra, che prevedono un deciso rafforzamento del regionalismo differenziato, con un ulteriore isolamento delle regioni italiane e un acuirsi delle disuguaglianze - analizza Link. Assegnare la gestione della Sanità e dell'Università totalmente e unicamente alle sole realtà regionali significa relegare le popolazioni del Sud a scontare in solitaria una partita prettamente nazionale e abdicare alla volontà di risolvere la questione meridionale».
In conclusione, Link Bari scrive: «In questo quadro, però, negli ultimi anni sono stati compiuti anche degli avanzamenti che non possiamo non riconoscere, dall'aumento del numero di borse di specializzazione dal 2020/21, che ha permesso di ridurre notevolmente il numero dei camici grigi, alla modifica sostanziale delle modalità del test d'ingresso. Le misure in oggetto ovviamente non rappresentano il superamento del test di ingresso, ma nel loro piccolo sono un passo in avanti per un test più sostenibile: economicamente e psicologicamente. Ora più che mai, dunque, è necessario rimettere al centro dell'agenda politica la necessità imprescindibile di investimenti concreti su salute e istruzione».
Stamattina i rappresentanti di Link Bari si sono ritrovati in sit-in davanti al palazzo ateneo per rivendicare le loro posizioni: «Il servizio sanitario nazionale e il sistema universitario pubblico italiano soffrono attualmente di un forte livello di arretratezza e inefficienza, risultato sommato negli anni del pesante definanziamento che i due comparti hanno subito nel corso dei governi succedutisi negli ultimi decenni. Analizzando i dati relativi al Ssn, il quadro che ne emerge è allarmante: in 20 anni sono stati chiusi 300 ospedali, riducendo il numero di posti letto di ben 80mila unità».
L'associazione continua: «Il mancato finanziamento delle strutture ospedaliere pubbliche, ha portato negli anni ad un disastroso calo del personale medico-sanitario (solo in Puglia si stima che attualmente manchino più di 10mila unità, tra medici e operatori sanitari). L'esiguo numero di lavoratorǝ porta dunque lǝ pochǝ a sostenere carichi di lavoro e turni massacranti, inficiando le competenze e dunque la sicurezza dellǝ pazienti. L'analisi del contesto inoltre non può non tenere conto della disuguaglianza di base sociale impedisce in partenza al Sud del Paese di poter stare allo stesso passo delle altre regioni italiane e di poter avere gli strumenti per raggiungere gli stessi standard performativi delle altre strutture sanitarie e universitarie».
Poi l'analisi si sposta sul terreno politico, anche in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre: «Di fronte ad un quadro del genere, destano allarme le proposte avanzate dal Centrodestra, che prevedono un deciso rafforzamento del regionalismo differenziato, con un ulteriore isolamento delle regioni italiane e un acuirsi delle disuguaglianze - analizza Link. Assegnare la gestione della Sanità e dell'Università totalmente e unicamente alle sole realtà regionali significa relegare le popolazioni del Sud a scontare in solitaria una partita prettamente nazionale e abdicare alla volontà di risolvere la questione meridionale».
In conclusione, Link Bari scrive: «In questo quadro, però, negli ultimi anni sono stati compiuti anche degli avanzamenti che non possiamo non riconoscere, dall'aumento del numero di borse di specializzazione dal 2020/21, che ha permesso di ridurre notevolmente il numero dei camici grigi, alla modifica sostanziale delle modalità del test d'ingresso. Le misure in oggetto ovviamente non rappresentano il superamento del test di ingresso, ma nel loro piccolo sono un passo in avanti per un test più sostenibile: economicamente e psicologicamente. Ora più che mai, dunque, è necessario rimettere al centro dell'agenda politica la necessità imprescindibile di investimenti concreti su salute e istruzione».