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Sospensioni scolastiche trasformate in ore di volontariato

Il primo caso all’Istituto Panetti Pitagora di Bari

Il primo caso all'Istituto Panetti Pitagora di Bari. Da settembre le convenzioni tra CSV San Nicola e diversi istituti scolastici

Procedimento disciplinare a carico di uno studente trasformato in "tempo" da dedicare ad un'attività di volontariato. E'così che l'ITT Panetti Pitagora, nella persona della dirigente scolastica Laura Castellana e durante un consiglio di classe, ha scelto di tramutare la classica sospensione da applicare ad uno studente (e che prevede talvolta il divieto di frequenza) in 14 ore totali da trascorrere insieme all'associazione Incontra di Bari, impegnando il ragazzo nella distribuzione di pasti serali alle persone senza fissa dimora.

"Cercare una sanzione che possa avere da un lato un valore educativo e dall'altro, contestualmente, lasciare un messaggio chiaro, vede sempre noi operatori della scuola in grande difficoltà – spiega la professoressa Laura Castellano -. Eravamo alla ricerca di un'alternativa alla classica sospensione, e abbiamo quindi pensato ad una opzione che fosse sì di tipo educativo, ma che permettesse anche allo studente di rendersi conto di poter essere un supporto per qualcun altro. E' così che abbiamo deciso di contattare il Centro di Servizio al Volontariato San Nicola".

Una sperimentazione, quella attualmente in corso, che già all'avvio del prossimo anno scolastico si trasformerà in una convenzione che possa mettere a sistema questo tipo di procedura: la scelta di trasformare la sanzione in ore di volontariato spetterà alla scuola che – ottenuto il benestare dei genitori dell'alunno – provvederà, insieme ai consulenti del CSV, alla scelta del percorso più consono alla specifica situazione. Il prossimo settembre saranno attivate convenzioni, oltre che con l'Istituto Panetti, anche con altre scuole.

"Azioni di questo tipo – dichiara Rosa Franco, presidente del CSV San Nicola ETS - rientrano in una idea, in una concezione più ampia: prima di tutto di una scuola che non esclude e non divide, e che allo stesso tempo non cancella il problema semplicemente espellendo. Una scuola dunque che non giustifica, ma cerca di comprendere cosa c'è alla base del comportamento errato di un ragazzo. Naturalmente tutto questo ha una importante ricaduta sulla società perché nel momento in cui al ragazzo in questione viene data la possibilità, invece di essere sospeso e dunque passare il proprio tempo a casa, di essere inserito all'interno di un contesto importante e formativo come quello del volontariato, ha probabilmente maggiori opportunità di vivere nuove esperienze che lo aiuteranno a crescere".

Gli studenti che intraprenderanno questo genere di percorsi non saranno ovviamente soli: consulenti del Centro di Servizio San Nicola saranno presenti per favorire il loro l'inserimento. Nel caso specifico, era presente – oltre ad un esperto del CSV – anche un docente dell'Istituto.

"C'è un altro fattore molto importante da considerare – aggiunge Alessandro Cobianchi, direttore del CSV San Nicola ETS -. Riflessioni e decisioni come quelle prese in questo caso rientrano nel filone della cosiddetta giustizia di comunità: quando una persona non viene esclusa dal sistema, ma è reinserita nella comunità attraverso un'azione positiva, si ricrea in qualche modo lo stesso paradigma della giustizia di comunità appunto e, in maniera più approfondita, della giustizia riparativa".

"Abbiamo potuto portare avanti questa idea soprattutto grazie al contributo e alla fiducia che la famiglia del ragazzo ha dimostrato – continua Laura Castellana-, perché capendo la nostra finalità ci hanno appoggiati nell'iniziativa. E il risultato è arrivato: è stato bello vedere una nuova luce nei suoi occhi, perché credo abbia capito che non era una punizione, ma una modalità riabilitativa per dare un po' d'ordine alle sue priorità e al suo mondo. Era felice. Credo che, con questa modalità, abbiamo fatto centro".
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