
Eventi e cultura
Pupi Avati a Bari: «Il cinema può ripartire da eventi come il Bif&st»
Il regista al festival riceverà stasera il Premio Tonino Guerra per il soggetto del suo ultimo film insieme al fratello Antonio
Bari - domenica 23 agosto 2020
18.27
«Siamo a Bari per il Bif&st perché è importante per il cinema, e per chi ci lavora, che il settore riparta dopo il Coronavirus, e per ripartire questi eventi sono fondamentali».
Con queste parole Pupi Avanti, regista icona del cinema italiano, spiega la sua scelta di ritirare in presenza, insieme al fratello Antonio Avati, il Premio Tonino Guerra per il miglior soggetto per il suo film "il Signor Diavolo". La premiazione si terrà stasera, in piazza Prefettura.
Il ritorno all'horror di Pupi Avati coincide con l'anno forse più difficile per il cinema italiano. Perché questa scelta?
Pupi Avati: La scelta di tornare all'horror, genere che ha caratterizzato la prima parte della mia carriera, non è casuale. Questo film non solo spaventa, ma parla di paura, in un momento in cui la paura del Coronavirus rischia di non farci tornare alla nostra vita. Inoltre, il cinema italiano sembra che ormai si sia rassegnato alla commedia, ma non è possibile limitarsi a girare solo commedie. Ritengo che sia necessario tornare ad un cinema di genere che negli anni '70, insieme a quello western, faceva conoscere l'Italia all'estero.
Come mai avete scelto di essere presenti al Bif&st per ritirare il Premio Tonino Guerra per il Miglior Soggetto?
Pupi Avati: Siamo qui perché il nostro Paese deve dimostrare con questi eventi di essere vivo. L'epidemia ci ha portato via troppo, e questa seconda 0ndata era ampiamente prevedibile, ma non dobbiamo farci abbattere dal virus. Dobbiamo tornare all'incasso e farci risarcire di quanto abbiamo perso. Il Bif&st è il primo festival dopo la pandemia, ed è per questo da applaudire e apprezzare.
Restando in tema Coronavirus, come può l'industria cinematografica risollevarsi dopo il lockdown?
Pupi Avati: Proprio con eventi come il Bif&st, noi siamo qui oggi dopo essere venuti da Roma in macchina e dopo la premiazione partiamo per Ferrara. Riteniamo molto importante che ci sia questo Festival in questo momento, e più visibilità ha questo Festival in questo momento, più ne possono trarre vantaggio tutti quelli che fanno questo mestiere.
Antonio Avati: Facendo sacrifici pazzeschi come quelli che stiamo facendo noi.
Vi aspettavate di avere questo premio al Bif&st, dopo aver ottenuto anche il Nastro d'Argento? Cosa rappresenta per voi?
Antonio Avati: Questo premio è molto importante essendo il Bif&st una delle manifestazioni più importanti del cinema italiano. Segue il premio per la stessa categoria avuto al Nastro d'Argento, e ci dispiace enormemente che sia assente il terzo sceneggiatore, il figlio di Pupi, Tommaso, che purtroppo è stato assente anche ai Nastri d'Argento.
Con queste parole Pupi Avanti, regista icona del cinema italiano, spiega la sua scelta di ritirare in presenza, insieme al fratello Antonio Avati, il Premio Tonino Guerra per il miglior soggetto per il suo film "il Signor Diavolo". La premiazione si terrà stasera, in piazza Prefettura.
Il ritorno all'horror di Pupi Avati coincide con l'anno forse più difficile per il cinema italiano. Perché questa scelta?
Pupi Avati: La scelta di tornare all'horror, genere che ha caratterizzato la prima parte della mia carriera, non è casuale. Questo film non solo spaventa, ma parla di paura, in un momento in cui la paura del Coronavirus rischia di non farci tornare alla nostra vita. Inoltre, il cinema italiano sembra che ormai si sia rassegnato alla commedia, ma non è possibile limitarsi a girare solo commedie. Ritengo che sia necessario tornare ad un cinema di genere che negli anni '70, insieme a quello western, faceva conoscere l'Italia all'estero.
Come mai avete scelto di essere presenti al Bif&st per ritirare il Premio Tonino Guerra per il Miglior Soggetto?
Pupi Avati: Siamo qui perché il nostro Paese deve dimostrare con questi eventi di essere vivo. L'epidemia ci ha portato via troppo, e questa seconda 0ndata era ampiamente prevedibile, ma non dobbiamo farci abbattere dal virus. Dobbiamo tornare all'incasso e farci risarcire di quanto abbiamo perso. Il Bif&st è il primo festival dopo la pandemia, ed è per questo da applaudire e apprezzare.
Restando in tema Coronavirus, come può l'industria cinematografica risollevarsi dopo il lockdown?
Pupi Avati: Proprio con eventi come il Bif&st, noi siamo qui oggi dopo essere venuti da Roma in macchina e dopo la premiazione partiamo per Ferrara. Riteniamo molto importante che ci sia questo Festival in questo momento, e più visibilità ha questo Festival in questo momento, più ne possono trarre vantaggio tutti quelli che fanno questo mestiere.
Antonio Avati: Facendo sacrifici pazzeschi come quelli che stiamo facendo noi.
Vi aspettavate di avere questo premio al Bif&st, dopo aver ottenuto anche il Nastro d'Argento? Cosa rappresenta per voi?
Antonio Avati: Questo premio è molto importante essendo il Bif&st una delle manifestazioni più importanti del cinema italiano. Segue il premio per la stessa categoria avuto al Nastro d'Argento, e ci dispiace enormemente che sia assente il terzo sceneggiatore, il figlio di Pupi, Tommaso, che purtroppo è stato assente anche ai Nastri d'Argento.