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Picchia e minaccia la figlia perché lesbica, le associazioni: «Istituzioni intervengano»
Dopo anni di vessazioni la ragazza ha avuto il coraggio di denunciare. Bottalico: «Comune di Bari pronto ad attivare tutte le azioni possibili»
Bari - lunedì 18 novembre 2019
10.00
Una storia di reiterata violenza familiare a cui si lega l'omofobia. Accade a Bari vecchia, dove il padre violento avrebbe per anni picchiato e minacciato la figlia, oggi 29enne, perché lesbica. La ragazza, dopo le violenze, l'ultima il 12 novembre che le ha causato gravi ferite e lesioni, ha trovato finalmente il coraggio di denunciare.
La storia, riportata da Bari - Il Quotidiano Italiano, è stata amplificata dalle associazioni Lgbtqi di Bari, che si sono fatte megafono della vicenda della ragazza (con problemi di epilessia) chiedendo aiuto alle istituzioni. «Questa ragazza ha avuto il coraggio di denunciare, ma adesso ha paura di restare in quella casa e cerca una nuova sistemazione - scrive Mixed Lgbti. Noi le esprimiamo la nostra vicinanza, e speriamo con questo post di farle sapere che le porte della nostra associazione sono sempre aperte. Intanto rilanciamo al Comune di Bari il suo appello, e riflettiamo ancora una volta su come la Regione Puglia - approvando il ddl regionale contro l'omofobia (art. 6) - estenderebbe alla comunità lgbt i servizi di supporto abitativo. Inoltre questa ragazza cerca un lavoro che sia compatibile con i suoi problemi di salute. Troppo spesso la dipendenza economica ci costringe a subire: chiunque abbia un posto di lavoro da offrirle, lo faccia presente nei commenti», si legge sul post Facebook dell'associazione.
Un appello fatto proprio anche dall'organizzazione del Bari Pride 2019, che rilancia: «Come Bari Pride rilanciamo l'appello di Mixed lgbti alle istituzioni affinché si facciano carico di questa situazione e si adoperino per adottare tutti gli strumenti atti a prevenirne di simili in futuro. Il vuoto normativo dato dalla mancanza di una legge contro l'omobitransfobia regionale e nazionale si fa sentire sempre di più».
Dalla sua il Comune di Bari si dice pronto a sostenere la ragazza nel suo percorso di "liberazione" dalla violenza domestica e dall'omofobia. «Il Comune e l'assessorato al Welfare sono disponibili ad attivare tutte le azioni possibili per tutelare e supportare la ragazza - commenta Francesca Bottalico, assessore al Welfare. Per chi avesse info maggiori può contattarmi personalmente al fine di accompagnare nell'immediato la presa in carico».
La storia, riportata da Bari - Il Quotidiano Italiano, è stata amplificata dalle associazioni Lgbtqi di Bari, che si sono fatte megafono della vicenda della ragazza (con problemi di epilessia) chiedendo aiuto alle istituzioni. «Questa ragazza ha avuto il coraggio di denunciare, ma adesso ha paura di restare in quella casa e cerca una nuova sistemazione - scrive Mixed Lgbti. Noi le esprimiamo la nostra vicinanza, e speriamo con questo post di farle sapere che le porte della nostra associazione sono sempre aperte. Intanto rilanciamo al Comune di Bari il suo appello, e riflettiamo ancora una volta su come la Regione Puglia - approvando il ddl regionale contro l'omofobia (art. 6) - estenderebbe alla comunità lgbt i servizi di supporto abitativo. Inoltre questa ragazza cerca un lavoro che sia compatibile con i suoi problemi di salute. Troppo spesso la dipendenza economica ci costringe a subire: chiunque abbia un posto di lavoro da offrirle, lo faccia presente nei commenti», si legge sul post Facebook dell'associazione.
Un appello fatto proprio anche dall'organizzazione del Bari Pride 2019, che rilancia: «Come Bari Pride rilanciamo l'appello di Mixed lgbti alle istituzioni affinché si facciano carico di questa situazione e si adoperino per adottare tutti gli strumenti atti a prevenirne di simili in futuro. Il vuoto normativo dato dalla mancanza di una legge contro l'omobitransfobia regionale e nazionale si fa sentire sempre di più».
Dalla sua il Comune di Bari si dice pronto a sostenere la ragazza nel suo percorso di "liberazione" dalla violenza domestica e dall'omofobia. «Il Comune e l'assessorato al Welfare sono disponibili ad attivare tutte le azioni possibili per tutelare e supportare la ragazza - commenta Francesca Bottalico, assessore al Welfare. Per chi avesse info maggiori può contattarmi personalmente al fine di accompagnare nell'immediato la presa in carico».