Il Fornelli di Bari
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Attualità

La visita di Decaro al Fornelli e il faccia a faccia col minore denunciato il Natale scorso

Il sindaco: «Quando si sbaglia a quell'età è anche colpa nostra, non solo della famiglia ma anche del sindaco, della scuola, della comunità in cui sei cresciuto»

Ieri mattina il sindaco, Antonio Decaro, era in visita al carcere minorile  Fornelli di Bari. Lo scopo era quello di donare ai ragazzi reclusi 50 tute sportive invernali nel giorno dell'Epifania. Ma la visita è stata più del solito appuntamento di routine del primo cittadino, abituato a passare la giornata da un impegno all'altro. Tra i ragazzi detenuti, infatti, Decaro ha riconosciuto un giovane finito dietro le sbarre in seguito ad una denuncia fatta anche da lui. La storia, come in molti ricorderanno, risale al Natale scorso e riguardava la tentata estorsione ai danni dell'azienda incaricata di montare l'albero in piazza Ferrarese. Toccanti le parole che in serata il sindaco ha scritto sulla questione.

«Oggi (ieri ndr) sono andato a trovare i giovani detenuti del carcere minorile Fornelli - ha scritto Decaro - Ci siamo fermati a parlare come facciamo sempre. Ho chiesto loro l'età, la provenienza, che cosa avessero fatto per essere lì. Mentre discutevamo, uno sguardo ha catturato la mia attenzione. Ho notato qualcosa in quegli occhi che mi sembrava familiare e mi sono accorto che era proprio lui. Il ragazzo arrestato un anno fa per un'estorsione ai danni di un bene pubblico. - Sono stato io a farti denunciare, lo sai? – Gli ho detto. - Sì sindaco. - E non ce l'hai con me? - No, lei ha fatto quello che doveva fare. Questa risposta mi ha raggelato, mi ha fatto tremare. Perché è proprio così, denunciare Sabino (lo chiamerò cosi) era quello che dovevo fare, era il mio dovere».

«Ma realizzare di essere stato il responsabile della reclusione di un ragazzo che potrebbe avere l'età di mia figlia - prosegue il primo cittadino - mi ha fatto sentire il cuore pesante. Ho dato un volto a quel nome, uno sguardo, un corpo da uomo, troppo da uomo, per un ragazzo di quell'età. L'età di Sabino è quella in cui, quando si sbaglia, non è mai soltanto colpa tua. È anche colpa nostra. Non solo della famiglia ma anche del sindaco, della scuola, della comunità in cui sei cresciuto. Oggi la vita di Sabino é chiusa tra quelle quattro mura, ha già perso un anno di amici, affetti, di lavoro. Caro Sabino, spero che il carcere sia per te e per tutti gli altri, soltanto un brutto episodio. E che ti aiuti a cambiare un destino che molti pensano sia segnato. Io invece spero che quella denuncia, che mi pesa così tanto, segni l'inizio della tua nuova vita. E spero di incrociare ancora quel tuo sguardo, fuori, dove tutti i ragazzi della tua età dovrebbero stare, in una piazza con gli amici, in un campo di calcio, dentro un cinema. Sì, spero di incrociare ancora quel tuo sguardo, Sabino. Stavolta, sopra un bel sorriso».
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