
Attualità
Il Dirium di Uniba approva mozione di condanna contro Israele
Prevista l'adozione di misure per la massima accoglienza di colleghi palestinesi così come fu fatto per gli ucraini
Bari - giovedì 19 giugno 2025
12.57 Comunicato Stampa
Adottare "nei confronti dei colleghi palestinesi misure di accoglienza analoghe a quelle rivolte ai colleghi ucraini nel 2022, quando il ministero aprì delle posizioni per visiting professor dedicate a chi proveniva da quel Paese in guerra" e assicurare "nel caso di eventuali collaborazioni con istituzioni accademiche israeliane che gli interlocutori abbiano esplicitamente preso le distanze dal mancato rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale da parte del governo israeliano". E' quanto prevede la 'mozione di condanna nei confronti delle azioni del governo israeliano contro la popolazione palestinese e contro i dissidenti e gli obiettori israeliani' approvata dal Consiglio del dipartimento di Ricerca e innovazione umanistica dell'università Aldo Moro di Bari.
Nel documento si legge, fra le altre cose, "la più ferma condanna per le gravissime violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario da parte dello Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese, degli abitanti della Striscia di Gaza e della Cisgiordania", per questo il Consiglio "si unisce a tutte le voci nazionali e internazionali, di qualsivoglia appartenenza, nazionalità, religione, che condannano lo sterminio, appellandosi al rispetto dei diritti umani all'esistenza, a una vita dignitosa, a un'adeguata alimentazione, alle cure sanitarie, all'istruzione".
Di qui la richiesta della cessazione immediata delle ostilità e un cessate il fuoco duraturo, anche per garantire la liberazione di tutti gli ostaggi; della riapertura sicura e stabile dei corridoi umanitari; del sostegno morale e politico agli obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori, attiviste nonviolente israeliani e palestinesi che rifiutano ogni complicità, da ambo i lati, al massacro e all'occupazione; dell'obbligo per lo Stato ebraico di smantellare le colonie e ritirare le proprie truppe dai territori occupati, a tutela della popolazione civile e del diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese; dell'impegno dei governi coinvolti a intraprendere, con determinazione, la via diplomatica per una pace giusta e duratura.
Nel documento si legge, fra le altre cose, "la più ferma condanna per le gravissime violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario da parte dello Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese, degli abitanti della Striscia di Gaza e della Cisgiordania", per questo il Consiglio "si unisce a tutte le voci nazionali e internazionali, di qualsivoglia appartenenza, nazionalità, religione, che condannano lo sterminio, appellandosi al rispetto dei diritti umani all'esistenza, a una vita dignitosa, a un'adeguata alimentazione, alle cure sanitarie, all'istruzione".
Di qui la richiesta della cessazione immediata delle ostilità e un cessate il fuoco duraturo, anche per garantire la liberazione di tutti gli ostaggi; della riapertura sicura e stabile dei corridoi umanitari; del sostegno morale e politico agli obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori, attiviste nonviolente israeliani e palestinesi che rifiutano ogni complicità, da ambo i lati, al massacro e all'occupazione; dell'obbligo per lo Stato ebraico di smantellare le colonie e ritirare le proprie truppe dai territori occupati, a tutela della popolazione civile e del diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese; dell'impegno dei governi coinvolti a intraprendere, con determinazione, la via diplomatica per una pace giusta e duratura.