
Territorio
Fermo pesca anche a Bari, da oggi stop ai pescherecci
L'attività riprenderà il 27 agosto su molte delle località che si affacciano sull' Adriatico
Bari - lunedì 29 luglio 2019
Anche quest' anno la data del fermo pesca è arrivata. Da oggi e sino al 27 agosto in Adriatico è vietata la pesca. Si tratta di un fermo biologico per permettere il ripopolamento.
In particolare, le attività si fermeranno da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari, mentre nel tratto da San Benedetto e Termoli lo stop varrà dal 15 agosto (fino al 13 settembre). Per quanto riguarda il Tirreno il fermo scatterà fino a Roma dal 9 settembre all'8 ottobre e da Civitavecchia a Imperia dal 16 settembre al 15 ottobre. Per Sicilia e Sardegna sarà, invece, fissato per un mese tra agosto e ottobre su indicazione delle Regioni.
"L'Italia importa dall'estero la maggiorparte del pesce, nei territori interessati dal fermo biologico aumenta quindi il rischio - sottolinea Impresapesca - di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non e' in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare. Per non cadere in inganni pericolosi per la salute occorre garantire la trasparenza dell'informazione ai consumatori dal mare alla tavola estendendo l'obbligo dell'indicazione di origine anche ai menu dei ristoranti con una vera e propria 'carta del pesce".
In particolare, le attività si fermeranno da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari, mentre nel tratto da San Benedetto e Termoli lo stop varrà dal 15 agosto (fino al 13 settembre). Per quanto riguarda il Tirreno il fermo scatterà fino a Roma dal 9 settembre all'8 ottobre e da Civitavecchia a Imperia dal 16 settembre al 15 ottobre. Per Sicilia e Sardegna sarà, invece, fissato per un mese tra agosto e ottobre su indicazione delle Regioni.
"L'Italia importa dall'estero la maggiorparte del pesce, nei territori interessati dal fermo biologico aumenta quindi il rischio - sottolinea Impresapesca - di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non e' in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare. Per non cadere in inganni pericolosi per la salute occorre garantire la trasparenza dell'informazione ai consumatori dal mare alla tavola estendendo l'obbligo dell'indicazione di origine anche ai menu dei ristoranti con una vera e propria 'carta del pesce".