protesta studenti tende caro affitti
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Politica

«Diritto alla casa e allo studio», Cambiare rotta annuncia sit in di protesta a Bari

Domani mattina ancora studenti nelle tende per manifestare davanti alla sede di Adisu

Cambiare rotta, movimento politico giovanile di sinistra, annuncia anche a Bari un sit-in di protesta. L'appuntamento è per domattina, alle 11, davanti alla sede di Adisu, per ribadire l'intenzione di lottare affinché vengano garantiti i diritti alla casa e allo studio.

«Con l'inizio dell'anno accademico e delle attività, per gli studenti e non solo, torna all'ordine del giorno il problema strutturale della casa o dell'alloggio universitario. Abbiamo visto come, negli ultimi mesi, si sia alzata l'attenzione mediatica sul tema caroaffitti, soprattutto a seguito delle mobilitazioni in tutto il paese che hanno visto centinaia di studenti mettere le loro tende davanti alle università in segno di protesta», si legge nella nota che annuncia la protesta #STANCHIdiATTENDERE.

«Ancora, però, non sono state date risposte di nessun tipo da parte del Governo, anzi, oltre il danno anche la beffa: non soltanto non si sta sviluppando un intervento strutturale a partire dalle legislazioni – evidentamente fallimentari – in materia di studentati pubblici e mercato degli affitti, ma anche i fondi PNRR si stanno rivelando per la loro vera natura. Questi finanziamenti, infatti, se tanto vengono sbandierati come la soluzione, sono in realtà estremamente vincolati e il risultato è che non ci sono posti letto in più e che diversi milioni sono invece stati impiegati da privati per la realizzazione di studentati di lusso».

Cambiare rotta insiste: «Intanto, come tutti i dati confermano, con l'inizio delle lezioni che si avvicina, i prezzi per gli studenti continuano a salire: non solo sugli affitti, ma anche l'inflazione generalizzata che va a colpire diversi aspetti del costo della vita, dalle bollette alla spesa. Regioni ed atenei, però, stanno affrontando disordinatamente questa situazione aumentando in alcuni casi agevolazioni come il bonus affitti o i contributi di locazione, ma anche istituendo nuovi fondi di sostegno o di garanzia per gli affitti: una serie variegata di misure a seconda della disponibilità economica dell'ente regionale o dell'ateneo specifico. L'assenza di un intervento nazionale da parte del Ministero dell'Università, infatti, si inizia a sentire pesantemente e sta andando a peggiorare le già gravi diseguaglianze tra studenti all'interno del nostro paese. Basta pensare ai casi in cui addirittura, per sostenere il peso dell'inflazione, alcuni atenei hanno deciso di scaricare i costi sugli studenti: è il caso di Firenze dove, su invito della Regione Toscana, dopo un aumento delle tasse universitarie, hanno applicato rincari anche ai costi delle mense, come già era successo a Pisa e Torino. Sempre a Firenze si raggiunge poi l'apice di follia: mentre la crisi aumenta e su tutti i giornali si parla di caroaffitti viene sgomberato lo Studentato Autogestito PDM27 in cui centinaia di studenti avevano potuto trovare casa negli ultimi anni, dimostrando che non c'è alcuna volontà di tutelare il diritto allo studio e alla casa degli studenti».

«Ci ricordiamo bene le parole della Ministra Bernini e dei diversi tavoli istituzionali di confronto così come le tante false promesse che diversi esponenti politici fecero durante le tendate, così come le irrilevanti proposte del DDL Affitti Brevi e sugli sgravi fiscali. Di fronte all'assenza di risposte da parte del MUR e del Governo crediamo sia necessario reinserire nel dibattito pubblico delle proposte concrete a partire dalla rivendicazioni che già nei mesi passati centinaia di studenti avevano portato fino al Ministero dell'Università riprendendo sin da subito la mobilitazione».

E poi una serie di imperativi rivolti alla politica:

-Bisogna mettere fine alla speculazione del mercato privato degli affitti: non bastano bonus e contributi alloggio, ma bisogna abolire la Legge 431/98 e reintrodurre un equo canone per calmierare i prezzi.
-Bisogna creare nuovi posti letto e studentati pubblici non solo utilizzando i fondi del PNRR, ma anche con investimenti strutturali da parte del Governo e del Ministero dell'Università. Per questo è urgente inserire il divieto di accesso ai privati ai bandi della legge 338/2000 e a qualsiasi finanziamento di natura pubblica.
-Bisogna mettere mano ai criteri di accesso ai bandi di diritto allo studio che vanno necessariamente adeguati al costo della vita di questa nuova fase: dagli indicatori ISEE, ai vincoli di merito e gli importi delle borse di studio.
-Tutto ciò va affrontato con un tavolo di confronto permanente tra MUR, MIMS, Regioni, ANDISU e le organizzazioni studentesche, anche per monitorare le valutazioni sul V bando della legge 338/2000 e lo stanziamento dei fondi PNRR.
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