Elezioni amministrative
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Cronaca

"Ogni voto che gli porterai, papà ti pagherà", le intercettazioni contro De Giosa

Il consigliere del Municipio I è al centro dell'indagine dei carabinieri e della procura sulla compravendita di voti alle scorse amministrative

«Devi venire qui da lui e devi parlare con lui.... ogni voto che tu gli darai o gli porterai, papà ti pagherà. Tipo due voti sono già 50 euro, quattro voti sono già 100; cioè per dirti.. non c'è un limite, ti può pagare quanto c**** lui vuole, ma ovviamente tu gli devi portare voti.....».

Questo il messaggio WhatsApp nel corso della quale una voce femminile, poi identificata come Valentina De Giosa (all'anagrafe Donata), 20enne figlia di Carlo De Giosa, candidato alla carica di consigliere del "Municipio I" al Comune di Bari (lista civica "Sud al Centro" - elezioni amministrative del 26 maggio 2019) da cui è partita l'indagine per voto di scambio a Bari, in seguito alla denuncia presentata dall'uomo che lo ha ricevuto ai carabinieri.

Oltre al messaggio sono stati rinvenuti, in seguito a perquisizioni: copie fotostatiche di documenti d'identità relativi a soggetti residenti nel territorio di competenza dei "l Municipio"; diverse "schede elettorali dei medesimi soggetti; la somma cantante di euro quattromilaquattrocento euro; appunti manoscritti con indicazioni e nominativi del tipo: "buoni pasto", "persone che aggiungono", "persone che sono venute a parlare", "TESSERA ELETTORALE"; una serie di frammenti di carta, rinvenuti all'interno della busta dei rifiuti dell'umido, riconducibili a fogli differenti, su cui erano riportati appunti manoscritti relativi a numeri di telefono, nominativi, cifre, la scritta "OK", la scritta "voti".

Si è inoltre provveduto alla laboriosa analisi del contenuto del materiale hardware sequestrato, potendo così rilevare e tracciare le modalità di consumazione del reato di "corruzione elettorale", lumeggiando come i meccanismi di creazione del consenso e dei rapporti tra eletto ed elettori fossero stati sistematicamente esplicitati non solo attraverso la promessa di denaro o altra utilità in cambio del voto, ma anche grazie all'accettazione e materiale ricezione dell'offerta ad opera di molteplici elettori coinvolti, andando così pacificamente ad interferire nella libera manifestazione del voto, tanto quanto sul regolare svolgimento ed esito della campagna elettorale.

Sia a Carlo De Giosa, che a sua figlia Donata, è stato notificato "Avviso all'indagato della conclusione delle indagini preliminari e contestuale informazione di garanzia e sul diritto di difesa". Si contesta a entrambi l'ipotesi di reato di concorso in corruzione elettorale.
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