
Scuola e Lavoro
Bari, chiude la scuola Carlo Del Prete
La denuncia di un'ex insegnante: «Storia di una vigliaccata», le classi trasferite alla De Amicis
Bari - giovedì 17 giugno 2021
10.30
La scuola primaria Carlo Del Prete a Carrassi chiuderà, o meglio come piace dire oggi le classi presenti nello storico istituto in via Benedetto Croce verranno trasferite nel plesso De Amicis. Le motivazioni non sono certe al momento, ma non sembrano esserci problemi legati al palazzo, sorto nel 1928. Forse, dietro ci sono ragioni legate alle poche domande di iscrizione avute negli ultimi anni, un problema che nelle nuove scuole diventate Istituti Comprensivi dotati di Dirigenti Scolastici porta ad accorpamento dei plessi per far sopravvivere l'autonomia degli stessi istituti.
Già dieci anni fa si era parlato di una chiusura del plesso, ma allora grazie alla tenacia di docenti e famiglie che insorsero contro la chiusura si riuscì a impedire che avvenisse. Una ex docente su Facebook, denunciando l'attuale decisione, definisce quella di allora: «Una sollevazione di popolo per "la scuola nel cuore di Carrassi". Maestre, madri, piccoli alunni ed ex alunne e alunni ottuagenari difesero la loro scuola: fu una gioiosa lotta alla quale presero parte artisti, scrittori e qualche amministratore con una sensibilità non annebbiata. Una lotta fiera e dolce, rabbia e torte, denunce e giochi, resistenza e poesia. Avevamo ragione: la ottenemmo».
A dieci anni di distanza però si è al punto di partenza: In piena pandemia, oltre la cortina fumogena della retorica con la lacrima facile a favore dei bambini, si portano a compimento azioni vergognose ai loro danni, alle loro spalle - scrive la ex docente in pensione Tonia Guerra - Nella furia liquidatrice di ogni presidio di cultura e di socialità, sembra davvero arrivato il turno della scuola Carlo Del Prete, gioiello architettonico nel quartiere Carrassi di Bari, in cui è passata la storia della scuola italiana e si sono formate decine di generazioni di baresi».
«In questa storia - conclude - vi sono molti responsabili: chi aveva il compito di farla vivere e ne ha progressivamente e puntigliosamente tolto il respiro, chi doveva sorvegliare, chiedere conto e ha lasciato fare il lavoro sporco, chi doveva difenderla dall'interno e si è impaurito e impigrito, chi doveva reclamarla per i propri figli ed è stato fuorviato o si è arreso troppo presto, chi ha privilegiato il proprio personale misero tornaconto. E io stessa che, andando via, non ho gridato più forte. Più forte. C'è qualcuno lì fuori?».
La denuncia della ex docente non è passata inosservata ed è stata ripresa dalla presidente dell'associazione La Scuola che Vogliamo - Scuole Diffuse in Puglia, Terry Marinuzzi, che scrive: «La pandemia induce a riflettere sull'organizzazione degli spazi scolastici; per più di un anno si è parlato di classi e plessi sovradimensionati e della difficoltà di trovare spazi scolastici adeguati e poi si arriva a svuotare artatamente una Scuola storica che sorge in una parte della città densamente popolata. Perché?», e dall'associazione Priorità Alla Scuola Puglia, che riprendendo il post di Tonia Guerra definisce quanto sta accadendo come: «L'ennesimo atto di incuria e abbandono perpetrato dal sistema scolastico locale sulla comunità scolastica. Ancora una volta enti locali e regionali dimostrano la loro negligenza. Tocca noi, invece, liberare e riappropriarci di spazi per aprire opportunità per i bambini e le bambine, per gli e le adolescenti, per tutta la città».
Lo storico palazzo però non dovrebbe rimanere in disuso, a quanto si apprende la scuola per l'infanzia dovrebbe restare e, stando ad una delibera del Municipio II, il resto dell'edificio dovrebbe diventare sede degli uffici municipali.
Già dieci anni fa si era parlato di una chiusura del plesso, ma allora grazie alla tenacia di docenti e famiglie che insorsero contro la chiusura si riuscì a impedire che avvenisse. Una ex docente su Facebook, denunciando l'attuale decisione, definisce quella di allora: «Una sollevazione di popolo per "la scuola nel cuore di Carrassi". Maestre, madri, piccoli alunni ed ex alunne e alunni ottuagenari difesero la loro scuola: fu una gioiosa lotta alla quale presero parte artisti, scrittori e qualche amministratore con una sensibilità non annebbiata. Una lotta fiera e dolce, rabbia e torte, denunce e giochi, resistenza e poesia. Avevamo ragione: la ottenemmo».
A dieci anni di distanza però si è al punto di partenza: In piena pandemia, oltre la cortina fumogena della retorica con la lacrima facile a favore dei bambini, si portano a compimento azioni vergognose ai loro danni, alle loro spalle - scrive la ex docente in pensione Tonia Guerra - Nella furia liquidatrice di ogni presidio di cultura e di socialità, sembra davvero arrivato il turno della scuola Carlo Del Prete, gioiello architettonico nel quartiere Carrassi di Bari, in cui è passata la storia della scuola italiana e si sono formate decine di generazioni di baresi».
«In questa storia - conclude - vi sono molti responsabili: chi aveva il compito di farla vivere e ne ha progressivamente e puntigliosamente tolto il respiro, chi doveva sorvegliare, chiedere conto e ha lasciato fare il lavoro sporco, chi doveva difenderla dall'interno e si è impaurito e impigrito, chi doveva reclamarla per i propri figli ed è stato fuorviato o si è arreso troppo presto, chi ha privilegiato il proprio personale misero tornaconto. E io stessa che, andando via, non ho gridato più forte. Più forte. C'è qualcuno lì fuori?».
La denuncia della ex docente non è passata inosservata ed è stata ripresa dalla presidente dell'associazione La Scuola che Vogliamo - Scuole Diffuse in Puglia, Terry Marinuzzi, che scrive: «La pandemia induce a riflettere sull'organizzazione degli spazi scolastici; per più di un anno si è parlato di classi e plessi sovradimensionati e della difficoltà di trovare spazi scolastici adeguati e poi si arriva a svuotare artatamente una Scuola storica che sorge in una parte della città densamente popolata. Perché?», e dall'associazione Priorità Alla Scuola Puglia, che riprendendo il post di Tonia Guerra definisce quanto sta accadendo come: «L'ennesimo atto di incuria e abbandono perpetrato dal sistema scolastico locale sulla comunità scolastica. Ancora una volta enti locali e regionali dimostrano la loro negligenza. Tocca noi, invece, liberare e riappropriarci di spazi per aprire opportunità per i bambini e le bambine, per gli e le adolescenti, per tutta la città».
Lo storico palazzo però non dovrebbe rimanere in disuso, a quanto si apprende la scuola per l'infanzia dovrebbe restare e, stando ad una delibera del Municipio II, il resto dell'edificio dovrebbe diventare sede degli uffici municipali.