bari paganese. <span>Foto ssc bari</span>
bari paganese. Foto ssc bari
Calcio

Ingenuità e “ossessione giochista”, il Bari fallisce la prima chance di allungo

Il pari con la Paganese mette in luce le qualità offensive della squadra anche in dieci. Ma occhio a non esagerare

Un punto guadagnato o due persi? Pochi dubbi: un punto guadagnato. Il pareggio 1-1 con cui il Bari esce dalla sfida con la Paganese al San Nicola consegna ai biancorossi il primato solitario con 11 punti, +1 sulla coppia Monopoli-Taranto. Un podio, al momento, tutto pugliese.

Ma gli aspetti da analizzare sono molteplici, e non tutti positivi. Iniziando dalle note liete, va sottolineato l'atteggiamento con cui i biancorossi di Mignani entrano in campo: subito percussione di Antenucci, la difesa ospite la regala a Botta, freddo a mettere all'angolino e a realizzare il suo primo goal barese. Il segnale è di quelli importanti: fare la partita sempre e comunque, mettere gli avversari all'angolo già dopo 2' di gioco.

E l'impianto tattico non cambia neanche con la prima tegola: Di Gennaro dura appena 12', il ginocchio scricchiola e allora torna utile Bianco, lasciato inizialmente in panca. L'ingresso del mediano col numero 8 libera, paradossalmente, le fonti di gioco biancorosse: Iannone, inizialmente incollato alle caviglie di Di Gennaro, torna a fare la spalla di Castaldo, lasciando al Bari spazio per costruire. Ma il vizio è sempre lo stesso: i galletti creano tanto e concretizzano poco. Belli e Ricci spingono sulle fasce, Maita e D'Errico si propongono, Simeri va profondo e Botta tiene il pallone incollato al piede. Ma di buttarla dentro non se ne parla.

E, alla lunga, la paghi. Nel recupero del primo tempo l'arbitro Petrella non capisce più nulla ed espelle Bianco dopo un mischione furibondo in area. Maita non ha neanche il tempo di battere il corner che la partita è già sfuggita completamente di mano al fischietto laziale. «Abbiamo dato all'arbitro la possibilità di lasciarci in dieci», il commento nel post gara di Mignani che aggiunge: «Se stai a due metri dall'avversario di sicuro non ti espelle». Analisi scontata e inattaccabile. Un'ingenuità, quella di Bianco, che da un giocatore esperto come lui (e come ce ne sono tantissimi altri in rosa) non ti aspetti: il trappolone della Paganese funziona, le provocazioni dei campani vanno a segno e il Bari resta in 10. Poteva restare in 10 anche l'avversario, ma il signor Petrella punisce solo col giallo l'intervento da wrestling di Murolo su Di Cesare. Il rigore è sacrosanto, e quello lo assegna.

Già, il rigore. Per carità, dagli undici metri tante volte si segna e tante altre si sbaglia, però Antenucci negli ultimi mesi non ha uno score invidiabile dal dischetto, e il momento di appannamento dell'attaccante marchigiano non contribuisce. Risultato? Baiocco para, il palo perfeziona e la palla non entra. Con Botta e Terranova in campo, forse valutare un cambio di rigorista non sarebbe una brutta idea. Almeno per il momento. Un errore che, di fatto, pesa come un macigno sul risultato finale.

E poi c'è l'aspetto più interessante, e forse anche il più "grave". Benissimo fa nella ripresa Mignani a tirar via Botta e Antenucci per Cheddira e Mallamo (o magari Scavone, più incontrista), così da dare maggiore equilibrio alla squadra in inferiorità. Il numero 11 se ne mangia subito uno, ma il Bari continua ad andare in forcing alla ricerca del raddoppio. Un'attitudine onorevole per Mignani e i suoi, che non cambiano atteggiamento e impianto offensivo anche nelle difficoltà. L'importante è che non diventi un'ossessione cieca e acritica.

"Prendere il goal del pari in contropiede quando stai vincendo 1-0 in casa e sei in 10": è il titolo del capitolo dedicato ai paradossi nel vecchio manuale del calcio, troppo frettolosamente mandato in pensione dalla furia iconoclasta del guardiolismo. Se sei in 10 e ti copri forse prendi goal, se sei in dieci e ti butti in avanti a testa bassa molto probabilmente prendi goal. Il calcolo è davvero a prova del giochista più ortodosso e oltranzista (cosa che, fortunatamente, Mignani non è). Proporre calcio è giustissimo ed è il motivo per cui Mignani è sulla panchina del Bari, ma ogni tanto un po' di sano catenaccio magari ti fa vincere pure qualche partita in più; soprattutto in C. Chiedere a Firenze, centrocampista della Paganese, per ulteriori dettagli.

Però il Bari non l'ha persa, ed è già qualcosa. Resta, tuttavia, il rammarico per aver portato solo a +1 il vantaggio sulle inseguitrici, lì dove più volte si è ribadito che fare selezione già dall'inizio è fondamentale per candidarsi alla vittoria del campionato. Più concretezza e meno dogmatismo: due lezioni da imparare in fretta, perché i vari Palermo, Avellino e Catanzaro, più le sorprese Monopoli e Taranto, è meglio tenerli a bada fin da subito. Fortuna che c'è già occasione di rimediare: mercoledì a Messina e domenica in casa col Monopoli saranno due test interessanti per mettere alla prova ambizioni e potenzialità di questo Bari.
  • ssc bari
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