
Calcio
Con la testa e con i nervi, per il Bari un altro esame superato
Mignani impatta con lo stratega Ranieri e porta a casa un punto d’oro. La maturità vince sull’ansia
Bari - domenica 19 febbraio 2023
10.45
Se esame doveva essere, allora il voto finale non sarò un 30 con lode, ma comunque è quanto basta per una promozione convincente. Il Bari supera indenne il delicatissimo test con il Cagliari di mister Ranieri (700 panchine in Italia, era davvero complicato il compito) utilizzando un po' tutte le armi a disposizione: la tecnica certamente sì, ma soprattutto il cuore, la testa, i nervi saldi.
Una partita dai tre volti, o meglio dalle tre prospettive d'analisi. Prima del fischio d'inizio sul Bari c'era una sorta di "responsabilità morale": vincere per approfittare della sconfitta della Reggina e dei pareggi di Sudtirol e Palermo, e per mettere altra distanza ancora dal Cagliari. Ma quello che vale prima del fischio d'inizio, molte volte non vale già più subito dopo. Il Bari prende una di quelle docce fredde mica da niente dopo appena 2': cross di Mancosu per il liberissimo Lapadula, che di testa la mette in rete senza quasi che lo stadio se ne accorga.
La maturità di cui ha parlato Maiello nel post gara va compresa all'interno dell'alveo della sensazione che mister Mignani ha dichiarato, sempre nel post gara, di aver avuto. «Ho percepito ansia nel primo tempo», ha detto il mister. «Una prova di maturità», ha controbattuto il centrocampista. E possono essere vere entrambe le cose. È certo che nel primo tempo, dopo il cazzotto al mento preso al 2', i galletti abbiano avvertito quella spiacevole sensazione di acqua alla gola. Troppa imprecisione nei passaggi, incertezza sulla posizione di Botta (visto troppo spesso andarsi a prendere la palla quasi in difesa), spaccatura della squadra in due tronconi. D'altra parte, va sottolineato anche questo, di fronte il Bari si è trovato uno stratega esperto e finissimo: Ranieri passa subito in vantaggio, e ha tutto l'agio di "speculare" sulla sua situazione perfetta.
Di fatto, il Cagliari si abbassa con ordine e toglie la profondità agli avversari, ingabbiando così la prepotenza fisica di Cheddira, uno che senza spazi larghi deve uscire dalla sua zona di comfort, e lasciando senza punti di riferimento Esposito. Il Bari prova a fare la partita, ma la strada del palleggio con Maita e Benali non porta da nessuna parte, davanti al muro di maglie gialle dei sardi.
Nella ripresa la musica cambia, un po' perché il Bari entra in campo con un altro piglio, un po' perché il Cagliari rimane in 10 per l'espulsione di Lapadula. L'inferiorità numerica porta i rossoblù a lasciare ancora di più il pallino del gioco al Bari, che sale di intensità ma si trova a sbattere la fronte sempre davanti al solito muro sardo. La partita si trasforma in una sfida a scacchi tattica, e Ranieri sembra destinato a portare a casa la posta piena. Mignani prova a cambiare tutto, inserendo Molina, Dorval, Morachioli (bene il suo ingresso, elemento interessante) e Scheidler per aprire il gioco sulle fasce e allargare le maglie del Cagliari. Una soluzione che funziona solo a metà, perché il Bari mette dentro un bel numero di cross ma alla fine la palla la beccano sempre gli altri.
Ma Maiello parlava di maturità, e non a torto. L'intelligenza dei biancorossi, ma anche i nervi e il sangue freddo, si traducono nel credere fino alla fine nella possibilità del pareggio, concretizzabile solo inducendo il Cagliari a sbagliare. E l'errore arriva al 93', quando Makoumbou si fa anticipare da Maiello e lo abbatte in area. Il resto? È già storia. Antenucci calcia perfettamente un pallone che sul dischetto pesava come un dolmen, e il Bari porta a casa un punto tanto meritato quanto insperato.
Bravo Mignani, stavolta più che a leggere la partita a entrare nella testa dei suoi tra primo e secondo tempo, per sostituire all'ansia di fallire un altro test in casa la consapevolezza di poter trovare una piccola crepa da sfruttare nel vallo di Adriano eretto dai rossoblù. Alla fine ha avuto ragione lui, e quindi il terzo livello interpretativo di questo Bari-Cagliari si traduce nella soddisfazione di un punto d'oro, che fa bene alla classifica sì, ma al morale soprattutto.
E ora ci sono Brescia (fuori casa), Venezia (in casa) e Ascoli (fuori casa). Tre impegni sulla carta non impossibili, che però serviranno a dare l'effettiva dimensione delle possibilità, e delle ambizioni, di questo Bari. I galletti stanno, con fatica e non sempre con continuità, superando gli esami che ogni partita di campionato gli sta mettendo di fronte; un passo alla volta, la prospettiva si fa interessante. Il terzo posto, con febbraio che sta rapidamente scivolando verso marzo, non può essere un caso, e il sogno va cavalcato. Nuovi esami di maturità da superare, per capire cosa davvero il Bari può e vuole fare da grande.
Una partita dai tre volti, o meglio dalle tre prospettive d'analisi. Prima del fischio d'inizio sul Bari c'era una sorta di "responsabilità morale": vincere per approfittare della sconfitta della Reggina e dei pareggi di Sudtirol e Palermo, e per mettere altra distanza ancora dal Cagliari. Ma quello che vale prima del fischio d'inizio, molte volte non vale già più subito dopo. Il Bari prende una di quelle docce fredde mica da niente dopo appena 2': cross di Mancosu per il liberissimo Lapadula, che di testa la mette in rete senza quasi che lo stadio se ne accorga.
La maturità di cui ha parlato Maiello nel post gara va compresa all'interno dell'alveo della sensazione che mister Mignani ha dichiarato, sempre nel post gara, di aver avuto. «Ho percepito ansia nel primo tempo», ha detto il mister. «Una prova di maturità», ha controbattuto il centrocampista. E possono essere vere entrambe le cose. È certo che nel primo tempo, dopo il cazzotto al mento preso al 2', i galletti abbiano avvertito quella spiacevole sensazione di acqua alla gola. Troppa imprecisione nei passaggi, incertezza sulla posizione di Botta (visto troppo spesso andarsi a prendere la palla quasi in difesa), spaccatura della squadra in due tronconi. D'altra parte, va sottolineato anche questo, di fronte il Bari si è trovato uno stratega esperto e finissimo: Ranieri passa subito in vantaggio, e ha tutto l'agio di "speculare" sulla sua situazione perfetta.
Di fatto, il Cagliari si abbassa con ordine e toglie la profondità agli avversari, ingabbiando così la prepotenza fisica di Cheddira, uno che senza spazi larghi deve uscire dalla sua zona di comfort, e lasciando senza punti di riferimento Esposito. Il Bari prova a fare la partita, ma la strada del palleggio con Maita e Benali non porta da nessuna parte, davanti al muro di maglie gialle dei sardi.
Nella ripresa la musica cambia, un po' perché il Bari entra in campo con un altro piglio, un po' perché il Cagliari rimane in 10 per l'espulsione di Lapadula. L'inferiorità numerica porta i rossoblù a lasciare ancora di più il pallino del gioco al Bari, che sale di intensità ma si trova a sbattere la fronte sempre davanti al solito muro sardo. La partita si trasforma in una sfida a scacchi tattica, e Ranieri sembra destinato a portare a casa la posta piena. Mignani prova a cambiare tutto, inserendo Molina, Dorval, Morachioli (bene il suo ingresso, elemento interessante) e Scheidler per aprire il gioco sulle fasce e allargare le maglie del Cagliari. Una soluzione che funziona solo a metà, perché il Bari mette dentro un bel numero di cross ma alla fine la palla la beccano sempre gli altri.
Ma Maiello parlava di maturità, e non a torto. L'intelligenza dei biancorossi, ma anche i nervi e il sangue freddo, si traducono nel credere fino alla fine nella possibilità del pareggio, concretizzabile solo inducendo il Cagliari a sbagliare. E l'errore arriva al 93', quando Makoumbou si fa anticipare da Maiello e lo abbatte in area. Il resto? È già storia. Antenucci calcia perfettamente un pallone che sul dischetto pesava come un dolmen, e il Bari porta a casa un punto tanto meritato quanto insperato.
Bravo Mignani, stavolta più che a leggere la partita a entrare nella testa dei suoi tra primo e secondo tempo, per sostituire all'ansia di fallire un altro test in casa la consapevolezza di poter trovare una piccola crepa da sfruttare nel vallo di Adriano eretto dai rossoblù. Alla fine ha avuto ragione lui, e quindi il terzo livello interpretativo di questo Bari-Cagliari si traduce nella soddisfazione di un punto d'oro, che fa bene alla classifica sì, ma al morale soprattutto.
E ora ci sono Brescia (fuori casa), Venezia (in casa) e Ascoli (fuori casa). Tre impegni sulla carta non impossibili, che però serviranno a dare l'effettiva dimensione delle possibilità, e delle ambizioni, di questo Bari. I galletti stanno, con fatica e non sempre con continuità, superando gli esami che ogni partita di campionato gli sta mettendo di fronte; un passo alla volta, la prospettiva si fa interessante. Il terzo posto, con febbraio che sta rapidamente scivolando verso marzo, non può essere un caso, e il sogno va cavalcato. Nuovi esami di maturità da superare, per capire cosa davvero il Bari può e vuole fare da grande.