I calciatori del Bari fanno festa con i tifosi dopo la vittoria in casa del Sudtirol. <span>Foto SSC Bari</span>
I calciatori del Bari fanno festa con i tifosi dopo la vittoria in casa del Sudtirol. Foto SSC Bari
Calcio

Bari sorpresa di Pasqua, e la piazza canta l'imperativo: "Riprendiamola"

Il successo in casa del Sudtirol lancia i biancorossi e getta la maschera: crederci fino in fondo è un obbligo

Una vittoria che vale doppio, forse anche triplo. Solo il tempo e l'esito della stagione ci dirà il vero valore di questo successo; per ora possiamo dire che il Bari fa un passo troppo importante, fondamentale, per il suo percorso. Importante per il valore dell'avversario, per il peso della posta in palio, per come è arrivato, per tutto. Il successo 0-1 del Bari al Druso di Bolzano, nello scontro diretto in casa del Sudtirol, al 93' con due calciatori subentrati, tratteggia contorni attorno agli scenari biancorossi che si fanno più che interessanti.
Innanzitutto perché la vittoria in Alto Adige significa il nono successo esterno per la squadra di Mignani (da record), ma soprattutto perché vale un colpo morale non indifferente alla diretta avversaria, fino a ieri imbattuta nel 2023. Il Bari è la vera sorpresa nell'uovo di Pasqua messo sul piatto da questo turno di serie B , che ridisegna la classifica con i galletti saldamente terzi, a +4 proprio sul Sudtirol e a -4 dal Genoa, affacciati sul secondo posto che vale la promozione diretta.
E già questo varrebbe oro, ma c'è parecchio di più. Innanzitutto, l'entusiasmo (non una novità, a dire il vero) dei 623 tifosi baresi che hanno fatto giocare i biancorossi in casa anche nella trasferta più lunga del campionato. E, poi, quel coro intonato dalla curva a fine partita, che trasforma il vecchio sogno ineffabile in un obiettivo condiviso da squadra, città e tifoseria. "Riprendiamola", adesso si può dire; sì, perché il Bari sembra aver fatto quel salto di qualità necessario a candidarsi come seria pretendente alla promozione, diretta o via playoff che sia. Crederci è un obbligo, non più un'esperienza onirica da sussurrare all'orecchio sperando che nessuno ascolti. La forma imperativa di quel "Riprendiamola" inchioda i galletti alla responsabilità di andare fino in fondo, oltre le loro possibilità (come dice Mignani) ma con la consapevolezza che un gruppo così e un ambiente così possono tutto, anche l'impossibile.
Basta una vittoria a rendere concreto l'obiettivo? Certo che no, infatti il successo di Bolzano si inquadra in un più profondo e ampio percorso di crescita della squadra di Mignani, che magari non sarà sempre stato lineare ma è stato certamente continuo e inesorabile.
E già, poi c'è Mignani. Al Druso la vince lui, con tutte le scelte giuste e con una tattica intelligente e acuta. Il Bari se la gioca con la pazienza necessaria per affrontare una squadra straordinariamente corta e compatta, schierata da mister Bisoli con un 4-4-2 rinunciatario sì,.ma praticamente inespugnabile. Il Sudtirol si arrocca dietro, senza lasciare spazi al Bari che gestisce il possesso quasi in maniera esclusiva, aspettando il momento buono per colpire.
L'occasione arriverebbe già sul finire del primo tempo, ma Cheddira (ancora lontano parente del bomber devastante visto nel girone d'andata) da zero metri riesce a non inquadrare la porta. Però il Bari è bravo ad attendere, come un ragno tessitore, l'errore dell'avversario per colpire. Fino al 91' il Sudtirol praticamente non sbaglia mai, poi Pompetti decide di entrare malissimo sulla caviglia di Folorunsho e farsi buttare fuori. È lo spiraglio tanto atteso, in cui i galletti si infilano con Ceter e Morachioli per portare a casa la posta intera, quando anche un pareggio poteva andare bene.
È la vittoria di Mignani, in tutto e per tutto. Il tecnico ligure si affida ai suoi pretoriani, che non tradiscono. Di Cesare e Vicari in mezzo sono un muro gigantesco, Pucino e Mazzotta tengono a bada i pericolosi Casiraghi e Lunetta, Maita è il cervello pensante della squadra e il recuperato Folorunsho è praticamente ovunque. Coraggioso, intelligente e fortunato Mignani a insistere con Folo fino alla fine, nonostante il rientro dal lungo infortunio; l'ex Lazio è l'ago della bilancia, il jolly che permette ai galletti di cambiare passo e regime tattico.
Sì, perché il Mignani integralista del 4-3-1-2 già da un po' ha ceduto il passo a un allenatore più pratico, capace anche di modificare piano di gara in corsa. Sempre con il suo solito equilibrio, sia chiaro, ma anche con quel coraggio in più che ha portato il Bari lì dov'è. Quando Cheddira e Antenucci hanno dato quel che potevano, il mister manda dentro Ceter e Morachioli, alzando Folorunsho a seconda punta per passare a un 4-4-2 più classico. È la mossa vincente, perché quando il Sudtirol rimane in 10 i galletti possono colpire sulle fasce. La galoppata di Pucino, il delizioso assist di tacco di Ceter e il piattone da attaccante consumato di Morachioli (sempre più fattore decisivo), il tutto al 93', danno pienamente ragione al tecnico e alle sue scelte, lì dove in passato lo stesso Mignani si era esposto a critiche anche severe.
Ora è cambiato tutto? Forse sì. Il Bari sembra finalmente pronto a prendersi la responsabilità di quel "Riprendiamola" intonato dai suoi tifosi, con la consapevolezza che, una volta in ballo, bisogna ballare fino a quando la musica non finisce.
Il prossimo brano lo si suonerà al San Nicola, dove sabato arriverà un Como in buona forma. Un altro test probante e delicato, in un percorso di crescita e affermazione che - ora ci si può scommettere - i galletti non hanno intenzione di interrompere proprio in vista del traguardo.
  • ssc bari
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