bari ternana. <span>Foto Ssc Bari </span>
bari ternana. Foto Ssc Bari
Calcio

Bari senza goal, ma per i 39mila del San Nicola è comunque festa

I biancorossi fanno 0-0 con la Ternana, ma dominano in campo e stravincono sugli spalti. È la strada che porta ai risultati

Un dato: 21 tiri contro 3. Tanto dovrebbe bastare per spiegare quanto grande è il rimpianto del Bari, che contro la Ternana, davanti a 38.800 spettatori, non va oltre lo 0-0 al San Nicola. Poi, passando dalla freddezza dei numeri all'interpretabilità soggettiva, il discorso si arricchisce di un ulteriore elemento: migliori in campo Botta (il trequartista biancorosso) e Sorensen (il centrale delle fere). Insomma, il Bari deve magiarsi le mani, per quello che avrebbe potuto essere e non è stato.

Ma, c'è un ma. Anzi, ce n'è più d'uno. Innanzitutto, la prestazione offerta dai galletti, con ogni probabilità la migliore fin qui vista in stagione. Dopo tre sconfitte di fila, non era affatto semplice condurre una partita dominante, al cospetto di una squadra che non è certamente l'ultima ruota del carretto. Il Bari di Mignani ha costretto sulla difensiva per oltre 80' la Ternana di mister Lucarelli, concedendo qualcosa solo nel finale, quando i rossoverdi hanno giocato alcune carte top dalla panchina: Pettinari, Falletti e Donnarumma qualche mezzo pericolo lo creano, giusto a interrompere la sinfonia corale di un Bari che tarda anche a terminare la benzina.
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Bari-Ternana 0-0, le dichiarazioni di Ricci2 minuti
Cos'è mancato, quindi? Presto detto: il goal. Non che, beninteso, si tratti di un dettaglio secondario nel calcio, però si possono anche guardare altri aspetti. Certo, sfortuna e imprecisione non hanno fatto il gioco dei galletti: Scheidler la butta dentro, ma la vivisezione Var gli trova mezzo piede in offside e annulla, Botta stampa una traversa che ancora trema, Cheddira per una volta è più simile al calciatore visto in C (forza fisica sovrannaturale, ma killer instinct assolutamente da rivedere nei 16 metri) che al bomber implacabile apprezzato in questo inizio stagione. Se, poi, a questo ci aggiungiamo che manca quello che è più di un mezzo rigore per la trattenuta di Mantovani su Ricci, il gioco è fatto. Verrebbe da dire: il Bari poteva stare in campo anche per 12 ore, ma nella partita stregata la via del goal non l'avrebbe comunque trovata.

E, allora, ci si prenda questo punto, che dopo tre ko di fila muove la classifica e un po' di morale lo dà. Ma non è questo il tema, perché - come accennato sopra - a rubare l'occhio è stata la prestazione, collettiva e individuale. La coppia Di Cesare-Vicari, con l'aiuto di Pucino, dietro non fa passare neanche gli spifferi, Ricci a sinistra si propone con facilità di corsa e pericolosità, ma è in mezzo che il Bari stravince il duello. La mediana umbra Palumbo-Di Tacchio va costantemente a sbattere contro il frangiflutti Maiello, bravo a recuperare palla e a mettere in azione i due motorini: Maita è "solo" ottimo, Folorunsho è praticamente devastante. Un piovrone in fase di rottura, un carro armato quando mette in moto le lunghe leve e crea continuamente pericoli, con forza fisica e visione di gioco. L'altra notizia positiva è il recupero del vero Botta: una partita da numero 10 argentino, con giocate di classe (da accademia il tunnel a Partipilo) e posizionamento tra le linee che fa ammattire difesa e centrocampo ospiti. Dopo un periodo di appannamento, forse anche per fatti extra campo, l'ex Inter si riprende la scena che aveva temporaneamente lasciato, non facendo rimpiangere lo squalificato Bellomo e gridando forte che per la maglia da titolare in pole position vuole esserci lui.

Bene, anzi molto bene, anche Scheidler, un altro giocatore rispetto alle prove opache di Parma e Frosinone. Vince tutti i duelli aerei, facendo salire la squadra con più uomini in fase attiva, è il primo a portare il pressing, dispensa giocate tecniche che da un Marcantonio di quasi due metri non ti aspetti. Troverebbe anche il goal, ma la fredda scientificità di una riga tirata con la squadra gli annulla la gioia di esultare sotto una curva straripante. Poco, invece, ha avuto Mignani dai cambi: Galano fatica a trovare la posizione nel 4-3-1-2, D'Errico ci prova ma senza convinzione, Salcedo incide quasi niente. Ma, anche questo, ci può stare: «Non è mai facile entrare a partita in corso», il mantra del mister.

Saranno, quindi, anche due punti persi, ma i motivi per tornare a casa con il sorriso sono parecchi. Bene ha fatto Mignani a ribadire un concetto: il suo Bari non è solo difesa bassa e ripartenza. Imporre il proprio gioco contro un avversario di valore, ben allenato e con qualità, come la Ternana non era impresa facile; i galletti ci riescono, e un punto esclamativo va messo.

Questa squadra, al netto di qualche risultato negativo e (parentesi Ascoli a parte) non sempre meritato, si diverte e fa divertire. Se n'è accorta la piazza di Bari, che sa accendersi come poche quando ne vale la pena. La cifra di quasi 39mila spettatori non si registra per caso: il Bari c'è, e la piazza risponde frantumando i suoi stessi record, e i tifosi ancora una volta possono tornare a casa soddisfatti, anche se per la festa piena manca solo il goal. I galletti sanno di poter contare su quella che - per distacco - è la migliore tifoseria della serie B, che sta stravincendo il campionato delle curve e degli stadi. Un connubio potenzialmente di quelli esplosivi, quello tra Bari e il Bari, un tesoro che Mignani e i suoi sono stati bravissimi ad accumulare, e che ora devono conservare. Anche alla prossima, a Benevento, saranno oltre mille i tifosi al seguito della squadra: ci si aspetta un'altra prestazione maiuscola, perché quella imboccata di nuovo con Bari-Ternana è la strada dei risultati.
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