“Viva” le donne
“Viva” le donne
Vita di città

“Viva” le donne, che parlano, agiscono, comunicano

Le giornaliste del network Viva raccontano il loro lavoro

Con femminilità e gentilezza in un mondo aggressivo e decisamente maschio. Il giornalismo ha i connotati della virilità per tanti motivi: al maschile già nella sua declinazione, è un lavoro quasi simile a una guerra, sempre in trincea, in strada, nelle piazze, a contatto con le persone. Il giornalista matura una corazza dura che gli permette di arrivare dove c'è bisogno, con il corpo e la parola, e per difendersi dagli eterogenei attacchi da cui ogni giorno deve schivarsi. Sacrifici, pregiudizi, accuse infondate, talvolta calunnie e schiaffi: verbali, reali, ma comunque dolorosi.

Come fanno le donne ad essere brave giornaliste? Combattono anche loro. Assumono quei connotati mascolini che permettono loro di scendere il campo al pari dei tanti colleghi, senza perdere quel delicato tocco tipico delle mamme, delle figlie, delle sorelle.

Non siamo qui per celebrare la consueta fiera delle banalità, ma il mondo ruota proprio così, grazie alla sacra arte del compromesso. L'essere donne lavoratrici richiede numerosi compromessi, che vanno riconquistati spesso con tenace esercizio di pazienza. Bisogna essere migliori, anche di sé stesse, mettendosi in gioco e talvolta tirandosi indietro, perché in certe occasioni la sfida diventa amara, cinica, distruttiva.

La sopravvivenza si coniuga bene però con la capacità di vedere oltre le cose, cercando nuove soluzioni e rincorrendo l'innovazione: siamo giornaliste del web, chiamate a comunicare su strumenti in costante e velocissimo aggiornamento, spronate a lottare contro l'analfabetismo funzionale e la miopia di chi non legge che i titoli, figurarsi il nome dell'autrice di un pezzo.

Non possiamo raccontarvi nel dettaglio tutte le nostre storie, perché abbiamo percorso sentieri diversi per arrivare qui su queste pagine virtuali. Abbiamo età diverse, ambizioni diverse, c'è chi ha famiglie meravigliose e chi sogna un avvenire in carriera. Ma siamo certe di condividere esperienze simili e di trovare tante interconnessioni nelle nostre variopinte storie.

"Non aver paura, se vuoi puoi!". La chiave di lettura in quest'espressione sta nella profonda determinazione nel poter e voler conciliare la vita familiare con quella di una passione profonda: la scrittura e l'informazione. Tra di noi ad esempio c'è la brillante collega Cinzia, 43 anni, moglie, madre e giornalista, un impegno a tempo pieno – come per molte di noi - che guarda non solo al presente ma soprattutto al futuro, quello delle sue figlie: in grembo mentre scriveva e cresciute osservando la sua fermezza e caparbietà nel redigere articoli, contemporaneamente agli impegni improrogabili di madre e di gestione del focolare domestico. Ai nostri figli, ai nostri compagni, ai nostri genitori dimostriamo che con la volontà tutto si può, e che siamo donne fermamente tenaci nel rendere reale questo sogno.

Conosciamo anche la cattiveria, quei feroci attacchi di donne arrabbiate e haters di professione, che feriscono più di dardi avvelenati senza conoscere solidarietà o comprensione. Non sempre puoi rispondere, non sempre puoi essere immersa nel lavoro, e hai solo voglia di staccare, di abbandonare un po' il telefono, lo schermo, la tastiera, per stare in famiglia ed essere tutta loro: se ti concedi questo "lusso" sei sempre con la mente a ciò che forse ti stai perdendo… e allora corri a "riconnetterti" pur sacrificano gli affetti perché quando decidi di fare la giornalista sai che la passione per questo lavoro ti accompagnerà per tutta la vita e anche figli e marito lo sanno, altrimenti non l'amerebbero come la amano. Se così non fosse non sarebbe lei, la giornalista/moglie/mamma/donna.

Oggi vi abbiamo rubato questo piccolo spazio per dipingervi alcune delle nostre emozioni, e da croniste per una volta abbiamo voluto essere noi le protagoniste della notizia. Perché questa giornata dovrebbe servire proprio a questo, a illuminare ciò che è spento, a colorare immagini che nessuno vuole vedere, a irradiare di attenzione ciò che troppe volte diamo per scontato.

Il giornalismo è maschio, ma la comunicazione è femmina, e noi non ci stanchiamo facilmente di comunicare (in ogni senso possibile).

Giovanna Albo - Fiorella Barile - Antonella Filannino – Maria Marino - Elga Montani – Cinzia Montedoro - Marzia Morva – Isabel Romano – Cristina Scarasciullo - Gabriella Serrone - Cinzia Stramaglia – Martina Tortosa – Cinzia Urbano - Alessandra Vacca - Ida Vinella
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