presentazione protocollo anci treno della memoria
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Eventi e cultura

Presentato a Bari il protocollo ANCI-Treno della Memoria: «Ricordare per costruire futuro migliore»

Decaro: «Frasi sulla “razza bianca” mettono i brividi. Quest’anno andrò ad Auschwitz con la mia famiglia»

La memoria dei terribili crimini contro l'umanità perpetrati nel corso del '900 diventa comune obiettivo delle organizzazioni che si occupano della promozione della cultura dell'uguaglianza e della legalità e degli enti pubblici. A sancire questa visione comune il protocollo d'intesa siglato tra l'associazione Treno della Memoria e l'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

Un documento, di validità biennale, che prevede l'impegno reciproco delle parti in causa ad avviare campagne di comunicazione e sensibilizzazione a sostegno delle varie iniziative sul tema della memoria della Shoah e degli altri genocidi che hanno bagnato di sangue l'Europa nel secolo scorso. Un'intesa forte che punta a far tesoro delle esperienze insegnateci dalla storia per attuare nel presente e nel futuro politiche che rafforzino il dialogo tra culture differenti, con il coinvolgimento attivo dei tanti cittadini stranieri che insistono sul territorio nazionale.

L'iniziativa è stata presentata stamani a Bari, nelle sale di Palazzo di Città, dal sindaco metropolitano nonché presidente ANCI Antonio Decaro, alla presenza di Paolo Paticchio, presidente dell'associazione Treno della Memoria, e Jadwiga Pinderska-Lech, direttrice della casa editrice del Museo Statale di Auschwitz-Birkenau.

«Ringrazio l'amico Paolo Paticchio – esordisce Decaro – per questa iniziativa a nome di tutti i sindaci italiani. Sono oltre cento i comuni coinvolti nelle attività del Treno della Memoria, in sei regioni d'Italia (Piemonte, Puglia, Trentino Alto-Adige, Lombardia, Campania e Sicilia, NdR). Credo che questo protocollo ci aiuti a tenere alta la guardia e crearci degli anticorpi, in un momento come questo in cui tornano alla ribalta immagini grevi che abbiamo già tristemente visto. Quello che fa il treno della memoria è importante: ci aiuta a ricordare quello che è successo. Di recente sono andato ad Amsterdam per visitare, su proposta di mia figlia sedicenne, la casa-museo di Anna Frank, e quest'anno andrò ad Auschwitz con la mia famiglia per vedere con i miei occhi questo pezzo di storia tragica dell'Europa. Ieri ho ascoltato delle frasi sulla preservazione della "razza bianca" che mi hanno fatto venire i brividi (in riferimento alle dichiarazioni rilasciate da Attilio Fontana, candidato alla presidenza della Regione Lombardia per la Lega Nord, NdR); credo che, invece, sia solo ricordando le tragedie e tramandole alle nuove generazioni che riusciremo a crearci un futuro migliore».

«Da quattrodici anni – prosegue Paolo Paticchio - portiamo i ragazzi italiani in visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Ci stiamo sempre più allontanando temporalmente da quegli anni di violenza e dolore, e a maggior ragione deve rimanere accesa la luce su quel che accadde in quei luoghi. Un modo anche per i ragazzi di mantenere sempre viva l'attenzione sulla zona grigia che esiste anche oggi».

Il documento firmato dalle parti può essere, quindi, anche l'occasione per estendere le attività del Treno della Memoria in altri luoghi d'Italia, diffondendo ancor di più la cultura della memoria e del rispetto per gli esseri umani. «Attraverso questo protocollo – prosegue Paticchio - vorremmo estendere la partecipazione a territori che non l'hanno ancora fatto. In questi giorni stiamo assistendo alla ribalta di nuovi movimenti xenofobi, omofobi, antisemiti, e noi abbiamo il dovere di mettere tutte le nostre energie per dare una risposta non simbolica ma fattuale».

Dal punto di vista logistico, il viaggio alla volta della Polonia è scandito con capillare organizzazione, e prevede un percorso in pullman di otto giorni da offrire ai ragazzi italiani per la loro crescita umana e culturale. «Il costo del viaggio – spiega Paticchio - è di 350 euro a ragazzo, che viene in qualche misura calmierato dalle istituzioni lì dove presenti al nostro fianco. Durante il tragitto facciamo tappa intermedia o a Praga o a Budapest, dove si visitano i luoghi della strage e della resistenza. Di seguito visitiamo Cracovia, fino ad Auschwitz e Birkenau, sicuramente i due momenti più toccanti. L'ultimo giorno è prevista un'assemblea plenaria in cui i ragazzi si confrontano, e ogni anno offriamo degli spunti di riflessione su vicende d'attualità: omofobia, parità di genere, flussi migratori e rispetto dei diritti umani, in un'epoca storica in cui si sta registrando una preoccupante "inversione a u", iniziata con la costruzione dei muri in Ungheria».

«Voglio esprimere i miei ringraziamenti nei confronti del grande lavoro svolto qui in Italia – conclude Jadwiga Pinderska-Lech in un italiano corretto e fluente. Quando vedo migliaia di ragazzi che visitano il campo grazie alle vostre iniziative capisco qual è il senso del lavoro delle circa ottocento persone (tra cui quattrocento guide che parlano diciannove lingue) impegnate nel tenere viva la memoria nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, un'area che si estende per oltre duecento ettari».
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