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Politica

Potere al Popolo, presentati i candidati nel collegio di Bari: «Uniamo lotte diverse»

Ieri la presentazione dei candidati. Forenza: «La parola d'ordine è redistribuzione»

Da missione impossibile a nuova, stimolante, realtà della sinistra italiana il passo è breve. La notizia è che Potere al Popolo ce l'ha fatta, e il 4 marzo il suo simbolo comparirà sulle schede elettorali in tutta Italia, sia alla Camera che al Senato. Ieri, infatti, sono state depositate le firme necessarie per iscrivere la lista alla competizione elettorale, raccolte nel tempo record di appena cinque settimane.

Nata in un'assemblea del centro sociale napoletano "Je So' Pazzo", la lista Potere al Popolo è ben presto diventata stella polare dei partiti di estrema sinistra che si propongono come reale alternativa alla soluzione PD. Attorno a essa, infatti, gravitano realtà politiche di navigata militanza quali Rifondazione Comunista e Partito Comunista Italiano, oltre al movimento Sinistra Anti-Capitalista e la rete Eurostop.

Potere al Popolo sarà presente sulle schede elettorali il prossimo 4 marzo anche nel collegio di Bari; ieri sera, in un'assemblea pubblica tenutasi presso il comitato elettorale di PaP in via Signorile nel rione Madonnella, sono stati presentati i candidati nel capoluogo pugliese. Si tratta di Bassem Jarban (originario della Palestina) all'uninominale della Camera e Michele Bellomo all'uninominale del Senato. Al plurinominale, in ordine, saranno candidati Franco de Mario (segretario regionale del Partito Comunista Italiano), Eleonora Forenza (Europarlamentare nel gruppo GUE/NGL), Pasquale De Candia, Ketty Marchetti e Rogero Paci.

«Oggi (28/01/2018, NdR) - spiega Eleonora Forenza - abbiamo depositato più di 3.000 firme raccolte per la Camera e quasi 3.000 raccolte per il Senato e quindi abbiamo presentato le liste a Bari e in tutta Italia, raggiungendo così un obiettivo che molti dicevano essere impossibile. Erano necessarie 25.000 firme e noi ne abbiamo presentate 40.000. Siamo molto orgogliosi del metodo utilizzato nella stesura delle liste, perché non abbiamo fatto segreterie notturne per scegliere i candidati ma abbiamo deciso tutto nelle assemblee territoriali e, infatti, tutti i candidati sono strettamente espressione del territorio. Le nostre liste uniscono tante storie di lotta, d'impegno civile e sociale: ci sono lavoratrici e lavoratori, c'è chi rappresenta il mondo dei diritti LGBT come Michele Bellomo (colui che ha organizzato il primo Pride a Bari) e anche un esponente della comunità palestinese. Sono tutte battaglie che porteremo avanti durante la campagna elettorale, così come le abbiamo portate avanti prima e come le porteremo avanti dopo».

L'obiettivo, dunque, è ridare forma a un'alternativa che sia capace di incarnare lo spirito della sinistra "dal basso", dando voce anche a chi è «Cresciuto con i programmi Mediaset, ed è stato indottrinato a guardare al simbolo della falce e martello come un nemico», come dice Francesca Fornario, giornalista de "Il Fatto Quotidiano", stimata scrittrice e prima sostenitrice di Potere al Popolo. «La lotta - continua Fornario - è rivolta non soltanto ai disoccupati, ma anche ai "lavoratori poveri"», vale a dire coloro che sono rientrati nell'artificio del governo PD di Renzi prima e Gentiloni poi, che ha permesso che venissero considerati "occupati" coloro che avevano svolto anche una sola ora di lavoro nella settimana precedente alla rilevazione Istat.

La nuova sinistra, quindi, ha bisogno di un ritorno all'antico, lottando su due fronti: da una parte smascherare la "sinistra del PD" che è scesa a compromessi con la destra berlusconiana, dall'altra sfruttare gli angoli ciechi dei movimenti populisti di Salvini e Meloni, alleati delle forze berlusconiane che hanno, tra le altre cose, votato la legge Fornero. «Dobbiamo - continua Fornario - rivolgerci a chi non ha letto Marx e Gramsci ma che ha comunque bisogno che vengano applicati i loro precetti, perché vive nella precarietà esistenziale di una dimensione lavorativa che, paradossalmente, li ha portati a navigare a vista nella povertà più totale».

«Il punto principale del nostro programma - fa eco ancora Eleonora Forenza - è la redistribuzione: del lavoro, abbassando l'orario lavorativo settimanale a 32 ore a parità di salario, del sistema di tassazione e del reddito, oltre all'abolizione della legge Fornero e del Job's Act. Questi i punti qualificanti del nostro programma: pensiamo che non solo si possa fare con le risorse economiche a disposizione dello Stato, ma che ci sia la necessità di farlo per correggere un sistema ingiusto e anti-democratico».
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