
Cronaca
Nascose la pistola di Capriati, a processo la donna che era con lui
La donna risponde di detenzione e porto illegale d’arma da fuoco con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa
Bari - giovedì 18 dicembre 2025
9.00
Detenzione e porto illegale d'arma da fuoco con l'aggravante mafiosa. Così il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Anna De Simone, ha rinviato a giudizio Angela De Cosmo, la 36enne di Triggiano che era con Raffaele Capriati il 1 aprile 2024 quando l'uomo fu ucciso. Il processo inizierà il 3 febbraio 2026.
Stando alle indagini della Squadra Mobile, dirette dal pubblico ministero antimafia Marco D'Agostino, quando Capriati fu colpito, De Cosmo avrebbe nascosto la pistola che l'uomo aveva con sé e ne avrebbe fatto perdere le tracce: l'arma, che sarebbe stata notata da alcuni testimoni, non è mai più stata trovata. La donna, assistita dall'avvocato Pino Giulitto ed attualmente in stato di libertà, era al volante della Fiat 500 a bordo della quale, come passeggero, c'era proprio Capriati.
I due avevano trascorso alcune ore insieme in un bed and breakfast del rione Torre a Mare, quando in via Morelli e Silvati, furono avvicinati dai sicari che uccisero Capriati. Sono state due 16enni a dire che, quando il personale del 118 ha estratto il corpo del 41enne dall'abitacolo, «gli è caduta una pistola». Per gli inquirenti, la pistola che il nipote del boss Antonio aveva con sé cadde quando il suo corpo fu spostato sulla barella: De Cosmo, a quel punto, l'avrebbe presa e nascosta.
Ascoltata dagli inquirenti, però, la donna ha sempre detto di non sapere se «Lello» fosse armato o meno. La pistola non è stata più recuperata perché la 35enne «l'ha portata con sé, dileguandosi». Dell'arma, dunque, a quasi due anni dall'agguato, non c'è traccia, mentre le indagini sull'omicidio continuano e sono in corso.
Stando alle indagini della Squadra Mobile, dirette dal pubblico ministero antimafia Marco D'Agostino, quando Capriati fu colpito, De Cosmo avrebbe nascosto la pistola che l'uomo aveva con sé e ne avrebbe fatto perdere le tracce: l'arma, che sarebbe stata notata da alcuni testimoni, non è mai più stata trovata. La donna, assistita dall'avvocato Pino Giulitto ed attualmente in stato di libertà, era al volante della Fiat 500 a bordo della quale, come passeggero, c'era proprio Capriati.
I due avevano trascorso alcune ore insieme in un bed and breakfast del rione Torre a Mare, quando in via Morelli e Silvati, furono avvicinati dai sicari che uccisero Capriati. Sono state due 16enni a dire che, quando il personale del 118 ha estratto il corpo del 41enne dall'abitacolo, «gli è caduta una pistola». Per gli inquirenti, la pistola che il nipote del boss Antonio aveva con sé cadde quando il suo corpo fu spostato sulla barella: De Cosmo, a quel punto, l'avrebbe presa e nascosta.
Ascoltata dagli inquirenti, però, la donna ha sempre detto di non sapere se «Lello» fosse armato o meno. La pistola non è stata più recuperata perché la 35enne «l'ha portata con sé, dileguandosi». Dell'arma, dunque, a quasi due anni dall'agguato, non c'è traccia, mentre le indagini sull'omicidio continuano e sono in corso.



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