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Maratona di trapianti al Policlinico di Bari: eseguiti nove interventi in 48 ore

Si tratta di un'operazione di fegato, due di cuore e sei di rene. Coinvolte 14 equipe da tutta la Puglia

Nelle ultime 48 ore presso il Policlinico di Bari sono stati effettuati 9 trapianti di cui di 2 di cuore, 1 di fegato e 6 di rene. Una maratona resa possibile dalla segnalazione di tre donatori avvenuta quasi contemporaneamente da parte delle Rianimazioni dell'Ospedale SS. Annunziata di Taranto (Dott. Pasquale Massimilla e Dott.ssa Doriana Benefico), del Vito Fazzi di Lecce (Dott.ssa Donatella Mastria) e del Bonomo di Andria (Dott. Giuseppe Vitobello).

Le tre segnalazioni hanno permesso la donazione di ben 13 organi, di cui 9 trapiantati presso il Policlinico di Bari (2 cuori, 1 fegato e 6 reni) e 4 destinati ad altre regioni (2 fegati e 2 polmoni) per essere trapiantati nell'ambito di programmi nazionali di trapianto, con il coinvolgimento di 9 equipe dedicate al prelievo degli organi, di cui 2 equipe fegato del Policlinico di Bari, 2 equipe cuore del Policlinico di Bari, 1 equipe per il prelievo rene dell'Ospedale Vito Fazzi di Lecce, 1 equipe per il prelievo rene dell'Ospedale SS. Annunziata di Taranto, 1 equipe per il prelievo rene del Policlinico Ospedali Riuniti di Foggia, 2 equipe provenienti da altre regioni, e cinque equipe impegnate nelle attività di trapianto.

Una non-stop di 48 ore per i medici del Centro Regionale Trapianti (Dott.ssa Chiara Musajo Somma e Dott.ssa Virginia Pronzo), diretto dal Prof. Loreto Gesualdo, tenuto conto che per ogni singolo trapianto si mette in moto una macchina organizzativa eccezionale, che non riguarda solo l'intervento in sé ma anche l'individuazione del donatore, la valutazione di idoneità degli organi e la loro assegnazione, il prelievo degli organi da trapiantare, il loro eventuale trasporto in un'altra struttura, la preparazione dell'organo e del paziente, e infine il trapianto vero e proprio.

Notevole impegno anche per l'UO di Tipizzazione Tessutale (Dott.ssa Giovanna Mongelli), diretta dalla Dott.ssa Donata Mininni, che ha effettuato tutti i test di compatibilità tra donatori e riceventi.

A questo successo ha contribuito tutta la rete regionale di procurement e trapianto: le forze messe in campo per interventi di questo tipo sono, infatti, notevoli, coinvolgendo gli anestesisti - rianimatori, i chirurghi del Centro Trapianti di Fegato (prof. Francesco Tandoi e collaboratori), i cardiochirurghi del Centro Trapianti di Cuore (Prof. Aldo Milano, Prof. Tomaso Bottio e collaboratori), gli urologi del Centro Trapianti di Rene (Prof. Pasquale Ditonno, Prof. Giuseppe Lucarelli e collaboratori), il personale delle sale operatorie dei Centri Trapianto (coordinati dalla Dott.ssa Giuliana Primiceri, dal Prof. Salvatore Grasso e dal Dott. Giuseppe Fiore), i perfusionisti, gli infermieri delle sale operatorie, della terapia intensiva e dei Centri Trapianto, gli esperti della nefrologia, della gastroenterologia, della Cardiologia, della Medicina Trasfusionale, dei laboratori e delle UUOO di Anatomia Patologica, della Radiologia, gli autisti, a testimonianza della qualità e dell'efficienza organizzativa della rete di donazione e trapianto regionale, oltre che della generosità dei donatori e delle loro famiglie.

Decine di persone del Policlinico di Bari a cui si aggiungono i professionisti di tutti gli ospedali coinvolti, alcuni dei quali provenienti da altre regioni: è lo sforzo di centinaia di persone contemporaneamente, che raccoglie un grande gesto di generosità come la donazione degli organi e lo trasforma in una nuova speranza di vita per i pazienti.

«Ringrazio gli operatori che ad ogni livello professionale e organizzativo hanno contribuito al conseguimento di questo risultato - dice Loreto Gesualdo - che testimonia come il nostro servizio sanitario sia in grado di mantenere costantemente elevati livelli di efficienza, in attività ad alta complessità, nonostante l'impegno aggiuntivo causato dall'organico ridotto. Questo importante risultato si raggiunge solo quando si sa lavorare in squadra e con la massima professionalità e competenza».

«Una disponibilità eccezionale per la contemporanea presenza di un numero elevato di organi idonei al trapianto – conclude Gesualdo – grazie alla generosità dei donatori (alcuni dei quali avevano sottoscritto il consenso alla donazione degli organi in vita, in anagrafe) e dei loro familiari, che ha comportato il massimo impegno di tutti i professionisti della rete trapiantologica. E' stato così possibile superare le difficoltà di gestione dovute ai tempi molto stretti, alla complessità dei controlli, delle tecniche chirurgiche e all'impossibilità di programmazione degli interventi, caratteristica principale del trapianto da cadavere, consentendo di dare una concreta risposta ai pazienti con grave insufficienza terminale di organo che con il trapianto possono riprendere una qualità di vita normale».
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