Politica
L'opposizione attacca sulla Tari: «Bari tra le città più care d'Italia»
Bocciati quasi tutti i 20 emendamenti presentati, riduzione solo per le attività che eliminano le slot machine
Bari - martedì 27 marzo 2018
15.44 Comunicato Stampa
Dopo il lunghissimo consiglio comunale di ieri, e nonostante l'approvazione del PEF 2018 con il quale è stato sancito l'impegno a non aumentare la Tari per il 2018, l'opposizione attacca. Sul piatto la mancata approvazione degli emendamenti da loro proposti per permettere che la tanto temuta tassa non solo rimanesse invariata, ma potesse in alcuni casi diminuire.
«Nel corso del lunghissimo consiglio comunale sulla manovra tributaria proposta per il 2018 dall'amministrazione Decaro - dichiarano congiuntamente i consiglieri Caradonna, Picaro, Melchiorre, Carrieri e Romito - abbiamo in tutti i modi, con emendamenti e ordini del giorno, tentato di mitigare gli effetti negativi di un'imposizione fiscale così eccessiva».
«Con l'Imu al 1,06% del valore catastale degli immobili e la Tari a oltre 360 euro di media (a fronte di un dato italiano di 299 euro) Bari si conferma anche quest'anno una delle città più care d'Italia al riguardo -proseguono - cui non corrispondono di certo servizi adeguati».
«Abbiamo proposto - spiegano - di ridurre almeno del 3% i costi Amiu (73 milioni di euro, in crescita di oltre 4 milioni rispetto il 2017) e di accordare incentivi e agevolazioni sulla Tari a chi decida di assumere un giovane disoccupato barese e a chi insedia a Bari una nuova attività produttiva. Ma un Sindaco e una maggioranza di centrosinistra svogliata e distratta, ha respinto quasi tutte le nostre proposte e proseguito sulla strada che da 4 anni percorre: più tasse e più costi delle aziende municipali e della struttura comunale».
«Unica eccezione è stato il nostro ordine del giorno che impegna il Sindaco a rivedere il regolamento Tari, per concedere riduzioni ed esenzioni sulla tassa rifiuti agli esercizi commerciali che eliminano le slot machine. Un atto - concludono - che speriamo possa contribuire a limitare i danni economici a centinaia di famiglie che si affidano al gioco d'azzardo per tentare di superare la crisi economica e occupazionale che da anni affligge la nostra città».
«Nel corso del lunghissimo consiglio comunale sulla manovra tributaria proposta per il 2018 dall'amministrazione Decaro - dichiarano congiuntamente i consiglieri Caradonna, Picaro, Melchiorre, Carrieri e Romito - abbiamo in tutti i modi, con emendamenti e ordini del giorno, tentato di mitigare gli effetti negativi di un'imposizione fiscale così eccessiva».
«Con l'Imu al 1,06% del valore catastale degli immobili e la Tari a oltre 360 euro di media (a fronte di un dato italiano di 299 euro) Bari si conferma anche quest'anno una delle città più care d'Italia al riguardo -proseguono - cui non corrispondono di certo servizi adeguati».
«Abbiamo proposto - spiegano - di ridurre almeno del 3% i costi Amiu (73 milioni di euro, in crescita di oltre 4 milioni rispetto il 2017) e di accordare incentivi e agevolazioni sulla Tari a chi decida di assumere un giovane disoccupato barese e a chi insedia a Bari una nuova attività produttiva. Ma un Sindaco e una maggioranza di centrosinistra svogliata e distratta, ha respinto quasi tutte le nostre proposte e proseguito sulla strada che da 4 anni percorre: più tasse e più costi delle aziende municipali e della struttura comunale».
«Unica eccezione è stato il nostro ordine del giorno che impegna il Sindaco a rivedere il regolamento Tari, per concedere riduzioni ed esenzioni sulla tassa rifiuti agli esercizi commerciali che eliminano le slot machine. Un atto - concludono - che speriamo possa contribuire a limitare i danni economici a centinaia di famiglie che si affidano al gioco d'azzardo per tentare di superare la crisi economica e occupazionale che da anni affligge la nostra città».