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Politica

Caso Maurodinoia, scontro Bellanova-Pd

E Fabio Romito attacca: "Per venti anni si è giocata una interminabile partita truccata"

È scontro politico dopo la tempesta che ha travolto Anita Maurodinoia, ormai ex assessore della Regione Puglia.

«La vicenda giudiziaria che ha colpito la consigliera ed assessore pugliese del Partito Democratico Anita Maurodinoia e suo marito Sandro Cataldo, entrambi indagati con l'accusa di avere comprato voti alle ultime elezioni regionali, è grave ma non ci sorprende particolarmente - scrive l'ex ministro Teresa Bellanova - : pur rimanendo rigorosamente fedele ai principi del garantismo ed augurandomi quindi una risoluzione positiva dell'indagine, non posso non rilevare che mi è stato sempre evidente che in Puglia c'erano e permangono opacità forti nel sistema di potere legato all'attuale governo regionale. Su questa ed altre vicende, serve trasparenza e va fatta piena luce, sia nelle aule dei tribunali che sugli organi di informazione».

Non ha tardato ad arrivare la risposta a tali affermazioni da parte del PD, nello specifico da parte dei deputati Claudio Stefanazzi, Marco Lacarra e Ubaldo Pagano. «Premesso che di fronte a un'indagine giudiziaria bisognerebbe dimostrare sempre e comunque rispetto per le persone coinvolte e per il lavoro della magistratura - scrivono in una nota congiunta -. Oggi accade qualcosa di a dir poco bizzarro. Negli stessi minuti in cui il suo partito votava compattamente con la maggioranza di destra per salvare faccia e poltrona alla pluri-indagata Ministra Santanché, che solo per pura opportunità politica dovrebbe trovare la dignità di dimettersi, Teresa Bellanova esce allo scoperto con dichiarazioni dal marcato accento giustizialista. E lo fa non soltanto emettendo già la sua personale sentenza ma addirittura allargando indecentemente lo spettro delle sue accuse a tutto il governo della Regione Puglia. Un fatto, questo, da cui possiamo trarre due conclusioni: la prima è che il garantismo di Italia Viva e della Bellanova è soltanto presunto, vista la facilità con cui si contraddicono per strumentalità e furbizia; la seconda è che diventa sempre più chiara la convergenza del partito di Renzi con Meloni e Salvini, che evidentemente preferisce tenersi buono il Governo nella speranza di fargli un giorno da stampella, piuttosto che restare nell'alveo del centrosinistra».


Mentre il leghista Fabio Romito affida a Facebook il suo attacco: «Alla fine, quello che fu definito un "atto di guerra" del Ministro della Repubblica Matteo Piantedosi nei confronti della Città di Bari, altro non è stato che un atto di amore e rispetto verso la democrazia. Gli eventi degli ultimi giorni e delle ultime ore, hanno portato il Capoluogo di Regione tra i titoli dei maggiori giornali e telegiornali nazionali, privando la nostra comunità della sua serenità e della sua onorabilità. La realtà è che per venti anni a Bari e in Puglia si è giocata una interminabile partita truccata in cui gli avversari giocavano in 22 e noi in 11. L'utilizzo sistematico delle aziende pubbliche per fini elettorali, la spregiudicatezza di alcuni gruppi politici, la continua compravendita di eletti del centrodestra attraverso incarichi e prebende sono solo alcuni degli aspetti di questo continuo imbroglio. Ora bisogna solo pensare a Bari, alla Puglia, ai cittadini che pretendono chiarezza e risposte. Nel frattempo la Comunità Pugliese è grata agli uffici giudiziari di Bari e alla Procura per il grande lavoro che stanno svolgendo».
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