
Bari, è il giorno di Monsignor Satriano: «Non sarò un vescovo social»
Nel pomeriggio la cerimonia di insediamento, succede a monsignor Cacucci dopo oltre 20 anni
Bari - lunedì 25 gennaio 2021
14.27
Nel pomeriggio di oggi alle 17 in cattedrale a Bari ci sarà la cerimonia di insediamento del nuovo vescovo dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto. Monsignor Satriano succede a Monsignor Cacucci dopo oltre 20 anni (si era insediato nel 1999). Giuseppe Satriano, 60 anni, finora alla guida dell'arcidiocesi di Rossano-Cariati in Calabria, è pugliese di origine essendo nato a Brindisi.
«Non sarò un vescovo social - sottolinea Satriano - i social sono una realtà per cui bisogna prepararsi o si rischia di fare grossi errori. Strada facendo proveremo a capire come funzionano, e ad inserirci in questa realtà per me bella, ma inesplorata».
«Elemento fondamentale della nostra società sono i giovani - aggiunge il nuovo vescovo - e la relazione familiare può essere interpretata da varie realtà, e vari nuclei. Come realtà ecclesiale dobbiamo imparare a parlare con i giovani e non dei giovani. Inoltre, dobbiamo ricordarci che per conoscere bisogna capire, ma per capire bisogna ascoltare. I giovani sono un potenziale esplosivo e rivoluzionario, ma è necessario dare loro l'opportunità di mettersi in gioco, e ricordarci che il ruolo dell'adulto è quello di accompagnare».
«In questo periodo storico molto difficile caratterizzato dalla pandemia da Coronavirus - rimarca - c'è un desiderio da parte dei parroci di cercare di essere vicini alle persone, a tutto campo. Si è messa in moto la carità e la vicinanza pastorale. Oggi più che mai è importante un atteggiamento meno enfatico, e soprattutto più reale nel cammino di fede. Un cammino che va vissuto in semplicità, ma non in modo semplicistico».
«L'incontro avuto con il Papa è stato illuminante - conclude il vescovo - non mi ha dato un'agenda ma mi ha detto di essere me stesso. Sono uscito da quell'incontro con le ali ai piedi. Il dialogo con il Santo Padre è stato fortemente responsabilizzante, non mi sono sentito alla pari ma mi sono sentito accolto, letto e valorizzato per quello che sono».
«Non sarò un vescovo social - sottolinea Satriano - i social sono una realtà per cui bisogna prepararsi o si rischia di fare grossi errori. Strada facendo proveremo a capire come funzionano, e ad inserirci in questa realtà per me bella, ma inesplorata».
«Elemento fondamentale della nostra società sono i giovani - aggiunge il nuovo vescovo - e la relazione familiare può essere interpretata da varie realtà, e vari nuclei. Come realtà ecclesiale dobbiamo imparare a parlare con i giovani e non dei giovani. Inoltre, dobbiamo ricordarci che per conoscere bisogna capire, ma per capire bisogna ascoltare. I giovani sono un potenziale esplosivo e rivoluzionario, ma è necessario dare loro l'opportunità di mettersi in gioco, e ricordarci che il ruolo dell'adulto è quello di accompagnare».
«In questo periodo storico molto difficile caratterizzato dalla pandemia da Coronavirus - rimarca - c'è un desiderio da parte dei parroci di cercare di essere vicini alle persone, a tutto campo. Si è messa in moto la carità e la vicinanza pastorale. Oggi più che mai è importante un atteggiamento meno enfatico, e soprattutto più reale nel cammino di fede. Un cammino che va vissuto in semplicità, ma non in modo semplicistico».
«L'incontro avuto con il Papa è stato illuminante - conclude il vescovo - non mi ha dato un'agenda ma mi ha detto di essere me stesso. Sono uscito da quell'incontro con le ali ai piedi. Il dialogo con il Santo Padre è stato fortemente responsabilizzante, non mi sono sentito alla pari ma mi sono sentito accolto, letto e valorizzato per quello che sono».