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Scuola e Lavoro

Alternanza scuola-lavoro, protestano gli studenti di Bari

Troppe le ore previste, i ragazzi chiedono esperienze più formative, continue e costruttive

«Questa Alternanza non la vogliamo! Il tempo è nostro e ce lo riprendiamo!». È la voce in coro di tantissimi studenti che lo scorso venerdì 13 ottobre si sono incontrati in Piazza Umberto, ed hanno scioperato a favore di chi in questi anni è stato sfruttato duramente da tante aziende ed enti pubblici presso cui si sono svolte le attività di Alternanza Scuola - Lavoro. Un'alternanza che a partire dal terzo anno scolastico fino alla maturità, prevede troppe ore per gli studenti, 200 per i licei e 400 per istituti professionali tecnici. Non tutti riescono ad investire queste ore in modo corretto e per tanti: «È solo una perdita di tempo, per niente formativa. La norma deve essere una scuola che mette al centro dell'attenzione gli studenti e non le aziende. Speriamo di avere dei diritti approvati ed uno statuto. Chiediamo al Ministero una Istruzione di qualità».

In questa giornata studentesse e studenti, provenienti da parecchi istituti tecnici e licei, hanno partecipato allo sciopero per difendere i loro diritti. Molti, per arrivare in piazza Umberto, sono partiti dal Polivalente usando gli autobus di linea. Su uno di questi erano presenti studenti dell'Euclide e del Salvemini che hanno raccontato come la pensano e che tipo di esperienze hanno avuto con l'alternanza: «Seguivamo lezioni a caso all'università di Bari e non facevamo nulla. Gli argomenti non ci interessavano e non li avevamo scelti noi».

Un altro studente racconta, riferendosi allo scorso anno, che: «Sono state presentate una lista di 15 alternative ed oltre a quella universitaria c'era il Mc Donald's e Zara. Alcuni miei colleghi hanno riempito cornetti in una pasticceria, attività non costruttive per noi. Ci sono state anche esperienze utili ed interessanti, come l'alternanza fatta all'Orto Botanico di Valencia oppure in Bosch, dove è stato possibile concentrarsi sul lato tecnico di progettazione, ad esempio di come si realizza una lavatrice e quindi il suo funzionamento. Però bisognava avere 8 in Fisica, e sono stati pochi gli studenti che hanno avuto questa possibilità. Per gli studenti di un Istituto professionale può essere utile lavorare in cucina o in sala, ma per chi studia al liceo scientifico è più utile il lato tecnico delle materie piuttosto che fare fotocopie o lavorare da Zara. Chiediamo un'alternanza approfondita su un settore determinato che sia utile e immetta nel mondo del lavoro. Un'alternanza strutturata in funzione degli studi che si fanno».

Quest'anno molte scuole inizieranno a gennaio con le prime attività e ci saranno varie proposte. La preside del Salvemini, secondo gli studenti, si sta adoperando per delle alternanze costruttive, continuative ed utili, perché per il quinto anno si dovrà preparare un saggio orale riguardo ciò che si è fatto ed imparato durante il percorso.

«Ricostruiamo il Nostro Tempo. La Buona scuola la fanno gli Studenti». Sono alcuni dei messaggi forti e chiari presenti su striscioni portati dagli studenti per lo Sciopero Alternanza Scuola - Lavoro. Nel cuore della manifestazione, all'inizio del corteo partito da Piazza Umberto e proseguito in diversi punti importanti della città fino ad arrivare in piazza Diaz, era presente Licia Baldassarre rappresentante di istituto dello Scacchi che a riguardo dichiara: «Siamo in piazza Umberto per un punto di partenza, per aprire un dibattito che possa avere una risonanza molto più ampia a livello scolastico, in maniera da confrontarci e che possa coinvolgere prima di tutto la nostra regione. Noi siamo i protagonisti del cambiamento, di questa riforma che è stata introdotta senza un regolamento. È questo che chiediamo. Nel cambiamento - continua Licia Baldassarre - servono delle linee guida che consentano di non accettare indistintamente qualsiasi proposta che ci venga concessa, ma definire quello che è meglio per gli studenti. Serve un qualcosa che permetta di metterci in gioco facendo qualcosa di operativo sul campo».
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