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Attualità
Al Policlinico di Bari il convegno su medicina di genere e leadership femminile in Puglia
Emiliano, Triggiani e Piemontese: “Investiamo nella cura della vita e della dignità di ciascuna persona attraverso la formazione"
Bari - martedì 10 giugno 2025
13.48 Comunicato Stampa
Una medicina che tenga conto, nella prevenzione, diagnosi e cura, delle differenze di genere e socio culturali di ciascuna persona. Si tratta di una frontiera della medicina che va necessariamente implementata e che, anche grazie a strategie e politiche mirate di pari opportunità, merita ulteriori e importanti approfondimenti in tutte le manifestazioni cliniche delle malattie di uomini e donne e nei relativi trattamenti terapeutici.
Se n'è parlato questa mattina nel corso del convegno dedicato a "Medicina di genere e leadership femminile: esperienze, prospettive e buone pratiche in ambito sanitario" al Policlinico di Bari. Due le sessioni di lavoro del mattino, dedicate rispettivamente a alla Cura e salute delle donne - il concetto di medicina di genere" e l'altra alle "Patologie nella donna - Esperienze e casi clinici".
L'evento è stato organizzato da Regione Puglia in collaborazione con l'associazione Women in surgery Italia e il comitato scientifico regionale ad hoc composto dall'assessora regionale con delega alla Politiche di genere, Serena Triggiani, dalla dirigente della Sezione per l'Attuazione delle Politiche di Genere della Regione Puglia, Annalisa Bellino, da Giulia Sannolla della sezione regionale Inclusione sociale attiva e da Antonella Caroli, dirigente del Servizio Strategie e Governo dell'Assistenza territoriale.
"La Puglia sta facendo passi da gigante – ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - e le esperienze raccontate nel corso di questa giornata dimostrano un approccio evoluto della medicina, dalla prevenzione alla cura. Oggi abbiamo dimostrato, con interventi qualificati di esponenti regionali e del mondo sanitario e scientifico - che ringrazio per le loro preziose testimonianze - quanto sia importante investire nella medicina di genere: dalla diversa manifestazione dei sintomi in caso di patologie come infarto o depressione, all'efficacia differente dei farmaci, fino alla necessità di sensibilizzare il personale sanitario su questi aspetti. Si tratta di prendersi cura della vita e della dignità di ciascuna persona in ogni sua specificità".
"La medicina di genere – ha sottolineato l'assessora Serena Triggiani - rappresenta un traguardo estremamente importante nel percorso verso una reale applicazione delle pari opportunità, non solo come principio sociale e culturale, ma anche come diritto sacrosanto di tutti alla salute, alla diagnosi e cure eque e personalizzate. L'Italia è stato il primo Paese in Europa, nel 2019, ad approvare il Piano per l'applicazione e la diffusione della medicina di genere sul territorio nazionale e la Puglia, in questi anni, ha dato un grande contributo tecnico scientifico, attraverso un tavolo tecnico regionale per l'applicazione e la diffusione della Medicina di Genere, anche attraverso la formazione e l'aggiornamento professionale. In un'epoca in cui promuoviamo con forza la parità di genere è essenziale riconoscere che questa uguaglianza non significa uniformità, bensì valorizzazione delle differenze per garantire equità e giuste cure. Le politiche di genere e di parità si occupano anche di questa branca della medicina ed è per questo che, come assessora al ramo, ho fortemente voluto dedicare una giornata di confronto e racconto di quanto fatto fino ad oggi in Puglia e cosa ci attende il futuro. Oggi abbiamo affrontato anche il tema della leadership femminile nelle professioni sanitarie e, in particolare, nella chirurgia. Sono difatti poche le chirurghe donne, anche nella nostra regione, che hanno un ruolo operativo e che ricoprono ruoli apicali: oggi - grazie anche alla professoressa Pezzolla e all'associazione Women in Surgery che ha contribuito alla realizzazione di questo appuntamento – abbiamo affrontato il perché di questa scarsa presenza di donne nelle professioni chirurgiche. Le differenze di genere nella salute non si limitano al contesto medico: riflettono disuguaglianze sociali che dobbiamo continuare a combattere con politiche integrate e trasversali e, così come stiamo facendo, nella piena collaborazione di tutti".
"Quando parliamo di medicina di genere — ha dichiarato il vicepresidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese — parliamo certamente di una nuova sensibilità che si rifletta anche in un adeguamento formale, ma parliamo anzitutto di efficacia clinica, di appropriatezza delle cure, di giustizia nella salute pubblica: è un approccio scientifico e organizzativo che ci consente di mettere davvero al centro la persona, personalizzando diagnosi e terapie a partire dalle differenze reali, biologiche e culturali".
"Negli ultimi anni — ha aggiunto Piemontese — abbiamo investito per rendere strutturale questo cambiamento: con la formazione obbligatoria in medicina di genere per tutto il personale sanitario, con l'elaborazione di percorsi diagnostico-terapeutici differenziati, con il rafforzamento dei consultori e delle reti territoriali, fino alla costituzione del Centro Regionale di Riferimento per la Disforia di Genere".
Per il direttore generale del Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce"l'evoluzione della medicina contemporanea richiede la costruzione di percorsi di cura sempre più personalizzati, capaci di considerare le differenze biologiche tra gli individui. In questo scenario, la medicina di genere si configura come uno strumento fondamentale per garantire appropriatezza, efficacia e centralità della persona. Ma il cambiamento riguarda anche l'organizzazione del sistema sanitario. Al Policlinico di Bari, le più recenti nomine alla guida delle Unità Operative Complesse hanno visto l'ingresso di 5 nuove direttrici su 12 incarichi assegnati, e in 3 delle 6 branche chirurgiche oggetto di rinnovo la responsabilità è oggi affidata a professioniste. Anche la Direzione Sanitaria e una quota significativa della dirigenza medica presentano oggi una composizione a prevalenza femminile. Un segnale importante che va nella direzione di una sanità sempre più competente e inclusiva".
Se n'è parlato questa mattina nel corso del convegno dedicato a "Medicina di genere e leadership femminile: esperienze, prospettive e buone pratiche in ambito sanitario" al Policlinico di Bari. Due le sessioni di lavoro del mattino, dedicate rispettivamente a alla Cura e salute delle donne - il concetto di medicina di genere" e l'altra alle "Patologie nella donna - Esperienze e casi clinici".
L'evento è stato organizzato da Regione Puglia in collaborazione con l'associazione Women in surgery Italia e il comitato scientifico regionale ad hoc composto dall'assessora regionale con delega alla Politiche di genere, Serena Triggiani, dalla dirigente della Sezione per l'Attuazione delle Politiche di Genere della Regione Puglia, Annalisa Bellino, da Giulia Sannolla della sezione regionale Inclusione sociale attiva e da Antonella Caroli, dirigente del Servizio Strategie e Governo dell'Assistenza territoriale.
"La Puglia sta facendo passi da gigante – ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - e le esperienze raccontate nel corso di questa giornata dimostrano un approccio evoluto della medicina, dalla prevenzione alla cura. Oggi abbiamo dimostrato, con interventi qualificati di esponenti regionali e del mondo sanitario e scientifico - che ringrazio per le loro preziose testimonianze - quanto sia importante investire nella medicina di genere: dalla diversa manifestazione dei sintomi in caso di patologie come infarto o depressione, all'efficacia differente dei farmaci, fino alla necessità di sensibilizzare il personale sanitario su questi aspetti. Si tratta di prendersi cura della vita e della dignità di ciascuna persona in ogni sua specificità".
"La medicina di genere – ha sottolineato l'assessora Serena Triggiani - rappresenta un traguardo estremamente importante nel percorso verso una reale applicazione delle pari opportunità, non solo come principio sociale e culturale, ma anche come diritto sacrosanto di tutti alla salute, alla diagnosi e cure eque e personalizzate. L'Italia è stato il primo Paese in Europa, nel 2019, ad approvare il Piano per l'applicazione e la diffusione della medicina di genere sul territorio nazionale e la Puglia, in questi anni, ha dato un grande contributo tecnico scientifico, attraverso un tavolo tecnico regionale per l'applicazione e la diffusione della Medicina di Genere, anche attraverso la formazione e l'aggiornamento professionale. In un'epoca in cui promuoviamo con forza la parità di genere è essenziale riconoscere che questa uguaglianza non significa uniformità, bensì valorizzazione delle differenze per garantire equità e giuste cure. Le politiche di genere e di parità si occupano anche di questa branca della medicina ed è per questo che, come assessora al ramo, ho fortemente voluto dedicare una giornata di confronto e racconto di quanto fatto fino ad oggi in Puglia e cosa ci attende il futuro. Oggi abbiamo affrontato anche il tema della leadership femminile nelle professioni sanitarie e, in particolare, nella chirurgia. Sono difatti poche le chirurghe donne, anche nella nostra regione, che hanno un ruolo operativo e che ricoprono ruoli apicali: oggi - grazie anche alla professoressa Pezzolla e all'associazione Women in Surgery che ha contribuito alla realizzazione di questo appuntamento – abbiamo affrontato il perché di questa scarsa presenza di donne nelle professioni chirurgiche. Le differenze di genere nella salute non si limitano al contesto medico: riflettono disuguaglianze sociali che dobbiamo continuare a combattere con politiche integrate e trasversali e, così come stiamo facendo, nella piena collaborazione di tutti".
"Quando parliamo di medicina di genere — ha dichiarato il vicepresidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese — parliamo certamente di una nuova sensibilità che si rifletta anche in un adeguamento formale, ma parliamo anzitutto di efficacia clinica, di appropriatezza delle cure, di giustizia nella salute pubblica: è un approccio scientifico e organizzativo che ci consente di mettere davvero al centro la persona, personalizzando diagnosi e terapie a partire dalle differenze reali, biologiche e culturali".
"Negli ultimi anni — ha aggiunto Piemontese — abbiamo investito per rendere strutturale questo cambiamento: con la formazione obbligatoria in medicina di genere per tutto il personale sanitario, con l'elaborazione di percorsi diagnostico-terapeutici differenziati, con il rafforzamento dei consultori e delle reti territoriali, fino alla costituzione del Centro Regionale di Riferimento per la Disforia di Genere".
Per il direttore generale del Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce"l'evoluzione della medicina contemporanea richiede la costruzione di percorsi di cura sempre più personalizzati, capaci di considerare le differenze biologiche tra gli individui. In questo scenario, la medicina di genere si configura come uno strumento fondamentale per garantire appropriatezza, efficacia e centralità della persona. Ma il cambiamento riguarda anche l'organizzazione del sistema sanitario. Al Policlinico di Bari, le più recenti nomine alla guida delle Unità Operative Complesse hanno visto l'ingresso di 5 nuove direttrici su 12 incarichi assegnati, e in 3 delle 6 branche chirurgiche oggetto di rinnovo la responsabilità è oggi affidata a professioniste. Anche la Direzione Sanitaria e una quota significativa della dirigenza medica presentano oggi una composizione a prevalenza femminile. Un segnale importante che va nella direzione di una sanità sempre più competente e inclusiva".