bari monopoli. <span>Foto Ssc Bari</span>
bari monopoli. Foto Ssc Bari
Calcio

Vittoria “sporca” e fortemente voluta, un derby per spiccare il volo. Bari, è già fuga?

Monopoli battuto anche in una giornata di scarsa ispirazione, ora c'è la Turris. E sta tornando il "priscio"

Lì dove non si arriva con il gioco e con le idee, si può arrivare con la faccia sporca di fango e il coltello fra i denti. La vittoria nel derby con il Monopoli al San Nicola ci restituisce il Bari in una versione inedita, almeno per questo inizio di campionato. Un Bari certamente meno convincente e spettacolare, ma più solido e volitivo: 1-0, capocciata di Scavone su cross di Ricci, e si va in vetta alla classifica a +4 dal terzetto Turris-Monopol-Francavilla, e a +5 dalla coppia Taranto-Foggia. E domenica ci sarà al San Nicola proprio la Turris, l'unica campana a fare la voce fuori dal coro in quello che è un vero e proprio assolo delle pugliesi in vetta al girone C.

I biancorossi accennano la fuga, anche se Mignani spegne gli entusiasmi: «L'obiettivo non è raggiungere i 17 punti», dice caustico il mister nel dopo gara. Che non sia ancora giunto il momento di scoprire tutte le carte? Può darsi, però l'allungo è di quelli promettenti. Un altro paio di colpi potrebbero bastare per dare a questo girone C una sua fisionomia e definire dei rapporti di forza. Soprattutto se Avellino, Catanzaro e Palermo dovessero faticare ancora a trovare la loro dimensione di vertice.

Ma per ora è meglio ascoltare Mignani e restare coi piedi per terra, anche se la voglia di spiccare il volo è tanta. Di un derby diventato improvvisamente una sfida d'alta quota (dopo essere stato per anni la grande classica delle amichevoli di luglio, ma tant'è…) rimane un successo forzato e fortemente voluto dal Bari di Mignani, che si scopre anche operaio con la tuta e non solo pianista con lo smoking. Ed è una scoperta interessante, perché nelle sabbie mobili della serie C a volte bisogna andare di sciabola, se il fioretto non va a segno. Già, perché il Bari ci prova con il suo gioco di taglio e cucito, ma di fronte c'è una specie di muro di gomma: il Monopoli - come dichiarato candidamente da mister Colombo - gioca per lo 0-0, e per poco non ci riesce.

Mignani lo sa, e prova a sparigliare le carte. Fuori Antenucci, dentro Marras per aprire la difesa ospite, forte fisicamente ed esperta. Il piano funziona a metà: Marras si muove tanto e libera gli spazi per Simeri o per l'inserimento dei centrocampisti, ma se Botta e D'Errico per un giorno mancano della solita precisione allora la strada si fa in salita. Il Bari crea, produce, ma è poco presente in area; un problema vecchio, e se non trovi subito l'episodio per sbloccarla allora la partita si trasforma in una lotta di nervi. E quello è il terreno preferito del Monopoli, che infatti contiene bene e prova a ripartire.

Mignani cambia tutto nella ripresa: fuori Botta e Simeri, dentro Antenucci e Cheddira. Ma la musica rimane la stessa. E se non fosse per la sliding door fra 33' e 34' del secondo tempo, chissà… Però la porta scorrevole si apre, e il Bari è pronto a entrarci. Guiebre va via a Pucino, ma Grandolfo spara di testa alto sopra la traversa; Mignani medita di togliere Ricci e Scavone (anche se lui dice di no, ci crediamo?) per inserire Mazzotta e Mallamo, ma per sua fortuna il cambio ritarda. Ricci crossa, Scavone ci mette la testa: palla in buca d'angolo, è il goal-vittoria.

Un segno del destino, lo interpreteranno i fatalisti. Può essere, ma dietro c'è tanto di più. Innanzitutto, c'è una squadra che sa di dover vincere, e non si accontenta anche quando le cose non girano nel verso giusto. Portare a casa una partita del genere, che con un po' di sfortuna si poteva anche perdere, è un segnale mica da niente: dal derby il Bari esce più forte psicologicamente e più consapevole del fatto che vanno vinte anche le sfide in cui non riesci a essere la versione migliore di te stesso. Uno scatto mentale in avanti fondamentale per chi vuole trovare la continuità di risultati che Mignani ripete come un mantra.

E, soprattutto, per chi non vuole disperdere il tesoretto di "priscio" che sta tornando ad accumularsi. I 9.763 di Bari-Monopoli (di cui 642 ospiti) sono la prova tangibile che Bari si sta riaffezionando al Bari; non era scontato, dopo le delusioni degli ultimi tempi. Una presenza di pubblico che pian piano sta tornando ai livelli pre-Covid, e senza l'apporto del tifo organizzato a fare da traino è una bella medaglietta che Mignani, Polito e i calciatori biancorossi possono appendersi al petto.

Per capire se sarà fuga o meno ci toccherà aspettare ancora un po', ma di certo la sfida di domenica prossima - ancora in casa - con la Turris (migliore attacco del girone C, da prendere con le molle) dirà tanto sul percorso di crescita di una Bari che sembra essere pronto per diventare grande.
  • ssc bari
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