michele mignani
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Calcio

Verso Bari-Monopoli, Mignani mette in guardia: «Verranno qui per fare bella figura»

Il tecnico alla vigilia del derby: «I biancoverdi non sono una sorpresa. Noi dobbiamo dare continuità»

È vigilia di un derby di altissima classifica nel girone C di serie C. Alle 17:30 di domani, sul terreno del San Nicola, si sfideranno Bari e Monopoli per una gara che metterà in palio il primo posto del raggruppamento, detenuto al momento dai biancorossi a +1 sui bianconcoverdi. Bari che arriva a questo impegno delicato dopo la convincente vittoria di Messina nel turno infrasettimanale.

«Sono segnali che diamo a noi stessi per credere nel lavoro che stiamo facendo. I risultati ci aiutano», dice mister Michele Mignani, presentando la partita.

Il tecnico mette in guardia sui prossimi avversari: «Il Monopoli non è una sorpresa, negli anni ha fatto bene e ha costruito squadre importanti. Siamo distanti dal traguardo, non sarà una partita decisiva ma comunque importante, o addirittura fondamentale. Chi vuole stare davanti deve dare continuità ai risultati. Ci sarà da soffrire, speriamo in 11 e non in 10 come con la Paganese. Vedremo cosa succederà al 95'. Sarà una gara difficile, i numeri non mentono e il Monopoli sta facendo bene, è compatta e ha mantenuto l'ossatura del passato. Si difendono bene, sono pericolosi davanti e hanno velocità sugli esterni. Sentono molto questa partita, da "vicini" di casa avranno voglia di fare risultato e fare bella figura. Sarà una tappa di un percorso a cui noi abbiamo troppo bisogno di dare continuità. Mi aspetto una grande prestazione; sono troppo convinto che solo le prestazioni portino i risultati».

Bari che sarà orfano di Raffele Bianco, che domani sconterà la seconda delle tre giornate di squalifica rimediate dopo il rosso preso in Bari-Paganese: «Nello spogliatoio c'è un codice etico, i compagni cercano di non mettersi in difficoltà tra loro; l'arbitro ha i cartellini in tasca, dobbiamo essere attenti a evitare l'evitabile. Ricordo che Zidane si è fatto espellere nella finale di un mondiale», l'analisi di Mignani.

Un Bari che fin qui ha convinto e non poco. C'è da risolvere solo un piccolo problema: chiudere le partite e non lasciarle in bilico fino alla fine. «Non è un problema, vorrei andare in vantaggio ogni settimana subito per poi cercare di chiuderla, ma in campo ci sono anche gli avversari - spiega Mignani. Sono contento che si creino presupposti per far male all'avversario, lavoreremo su questo aspetto che però è minore rispetto ad altri. Con la conoscenza fra i ragazzi miglioreremo».

Il Bari arriva a questo delicato impegno dopo un tour de force probante dal punto di vista fisico: «Stanno tutti bene, giocare domenica-mercoledì ti toglie un giorno, giocare mercoledì-domenica ti aggiunge un giorno. Abbiamo lavorato per recuperare le energie. I dubbi di formazione ce li ho sempre, ce ne sono tanti che meritano di giocare e qualcuno lo devo lasciare fuori con grandi dispiacere. Di Gennaro? Felice non è. Ci eravamo preoccupati che potesse essere più serio, dovrebbe averne per meno di un mese. Ha assorbito il problema, sta lavorando».

I biancorossi di Mignani puntano molto sull'imprevedibilità e sui goal dei centrocampisti, che però si devono ancora sbloccare in fase realizzativa: «D'Errico e Maita hanno goal nelle gambe. Se Maita gioca da play ha più difficoltà ad arrivare in zona goal, ma l'obiettivo resta sempre la vittoria; chi segna è un pensiero secondario. Il Bari ha l'obiettivo di lavorare con 11 giocatori in fase di non possesso e di andare a cercare il goal con tutti i componenti della rosa. In questo momento rischiamo il giusto, grazie al lavoro di tutti. Per me questo deve essere una certezza», prosegue il tecnico.

Una delle chiavi di questo avvio di stagione sono state le soluzioni in corso d'opera: «Quando hai possibilità di scegliere e di migliorare la squadra facendo entrare qualcuno è un vantaggio - dice il tecnico. L'interpretazione deve essere sempre questa: aiutare la squadra sempre, che si giochi da titolari o che si subentri. Vedo gli allenamenti e lo spirito del gruppo; i risultati stanno arrivando proprio per questo motivo».

Un ultima chiosa sulla gerarchia dei rigoristi, che Mignani dice non esserci: «Antenucci è rigorista, Cheddira, Simeri e D'Errico calciano bene, Terranova nelle altre squadre in cui ha giocato ha tirato anche i rigori. Vediamo chi gioca, quando ne hai quattro o cinque che tirano bene non è l'allenatore che decide. Tira chi se la sente», conclude Mignani.
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