conferenza stampa decaro de laurentiis
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Calcio

Inizia l'era della SSC Bari, De Laurentiis: «Siamo pronti a dar battaglia»

Trasferito il titolo. Decaro: «Affido un pezzo importante della nostra comunità». ADL: «Reja? Ci ho parlato; ho delle alternative»

È ufficialmente iniziato il nuovo corso del calco biancorosso: stamattina il sindaco Antonio Decaro ha trasferito il titolo sportivo ad Aurelio De Laurentiis, presidente della neonata SSC Bari 1908, la squadra che ripartirà dalla Serie D (o, chissà, dalla Serie C) dopo il fallimento targato Giancaspro.

«Consegno al presidente un pezzo importante della comunità barese - ha esordito Decaro in conferenza stampa. Per me custodire storia e passione è stata una grande responsabilità. La competenza sportiva De Laurentiis la porta nel suo nome; in una lettera mi ha scritto che gioca per vincere e non per partecipare. Come da mia richiesta ha deciso di presentarsi con la sua faccia e la sua azienda, ed è stato scelto per meriti sportivi. La cordata dei baresi mi ha impressionato per stabilità economica, ma quella del presidente De Laurentiis era la scelta migliore. A lui chiedo di avere per i tifosi quel rispetto che non sempre la società di calcio, soprattutto negli ultimi anni, ha avuto rispetto. Noi partiremo dalla D, se ci riusciremo partiremo dalla C ma sempre nel rispetto delle regole. Io tornerò a fare il semplice tifoso, ma comunque vigilerò come non ho potuto fare nel passato. Noi ci metteremo il "priscio", lei, presidente, ci metta la "cazzimma"».

«Al Napoli - esordisce ADL - mi sono avvicinato in una situazione uguale a questa. È stata una cavalcata, con nove anni di seguito in Europa, la società che è cresciuta di più al mondo. Quando ho saputo di questa situazione ho telefonato al sindaco, con cui non ho avuto un rapporto facile. Piano piano, però, abbiamo iniziato a capirci e ci siamo trovati in sintonia. Gli ho spiegato che non posso fare una commistione tra Bari e Napoli e per questo ho convinto mio figlio Luigi a interessarsi del Bari per togliere il dubbio di una mia preferenza per il Napoli sul Bari. Insieme ai tifosi siamo idealmente soci in questo contesto: dobbiamo rispettare le tifoserie, rendere più vivibile lo stadio reale. Il Bari ha una storia lunga e composita. Ci sono stati molti anni belli e molti altri meno belli; dobbiamo lavorare per modificare le regole che non permettono di avere due squadre in A. Sarà un percorso duro e difficile, abbiamo competitors che non ci vedono di buon occhio. Ma saremo pronti a dare battaglia. Bianco e rosso sono colori del sangue e della guerriglia: il film giusto per il mio Bari è "Il Gladiatore"».

Non ancora ben definito è l'assetto di una società che ieri sera ha emesso il suo primo vagito. Il tempo per ragionare non è molto, ma De Laurentiis garantisce che verranno fatte le cose con ogni cura: «In questa squadra metteremo tutta la nostra cultura, ma saremo sempre svincolati dal Napoli. Per il vivaio sarà Filippo Galli il responsabile. A Edy Reja ho chiesto di darmi una mano con le giovanili del Napoli; quando gli ho proposto la panchina del Bari mi ha detto che non allena più, ma ci risentiremo. Ho delle alternative ma dipenderà dalla categoria che ci troveremo a disputare».

Anche sul discorso legato allo stadio San Nicola il nuovo presidente ha le idee chiare e punta a rivedere alcuni paletti posti negli ultimi anni dai progettisti: «Ciò che è stato progettato nel '90 porterebbe non rispondere alle regole del calcio di oggi - afferma. Ma ogni discorsi si può affrontare con cognizione di causa solo una volta che si sarà entrati bene nel contesto calcistico. Budget? Si tratta di un limite ideale, che si forma strada facendo, verificando di mano in mano. In serie D c'è un tetto di 28 mila euro a calciatore, ma il discorso si può implementare con i diritti di immagine per convincere i calciatori di altre squadre a venire da noi».

Tra i motivi che hanno spinto il patron del Napoli ad avvicinarsi al Bari trova spazio anche il cinema, l'industria che lo ha reso famoso: «Qui ho girato diversi film di successo e amo questa terra. Rilevando il Bari ho completato un discorso sudista per essere di aiuto per questi territori. Bisogna sapere valutare i rischi e mettere mano alla tasca. Questa terra non è seconda a nessuno».

Non manca, infine, lo spazio per qualche riflessione più ampia sul calcio italiano in generale. Tante le battaglie che ADL ha affrontato in Lega, a cui si aggiungerà quella già annunciata per l'eliminazione del vincolo che impone l'impossibilità di presiedere due squadre nella stessa divisione. «In Lega per 20 anni non abbiamo dato uno statuto corretto al nostro calcio. L'arrivo di Gaetano Miccichè ha fatto prendere coscienza di cosa c'è da fare, a cominciare dalla nomina di un ad. Manca ancora la capacità di modificare campionati a 20 squadre che non si possono più sostenere. Io, per esempio, sono contrario alle seconde squadre, ma sono favorevole a una under 23, che molto più utile per impiegare tutti i giocatori delle singole società. Sono, però, convinto che il calcio vada tolto dalle mani dei politici del calcio».

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