bari fidelis andria. <span>Foto ssc bari</span>
bari fidelis andria. Foto ssc bari
Calcio

Falsa partenza, il Bari è ancora un’incognita. E c’è un mercato da far decollare

I biancorossi perdono il derby con la Fidelis e affrontano già i primi interrogativi. Soli dieci giorni per sistemare la rosa

Chi ben comincia è a metà dell'opera, dicono i saggi. Peccato, però, che mai nessuno si sia preso la briga di rivolgere un pensiero a chi inizia male. E allora il Bari di mister Mignani dovrà trovare da sé una soluzione, senza il conforto della saggezza popolare. L'inizio della nuova avventura con il tecnico ligure è di quelli shock: 0-1 al San Nicola contro la Fidelis Andria di Panarelli, e subito fuori dalla coppa Italia serie C.

Non che sia questa gran perdita, beninteso. La seconda competizione di categoria può anche essere un grosso fastidio, se hai altri obiettivi. E il Bari certamente li ha: vincere il girone C e staccare il pass per la B senza passare dall'ordalia dei playoff. Come attenuante i galletti hanno un ritiro inutile causa Covid, una preparazione in ritardo, zero amichevoli e un'idea di gioco tutta da assimilare. La Fidelis, però, non se la passava meglio: ripescata 10 giorni fa e con soli sette elementi in panchina, per i federiciani sembrava già un miracolo scendere in campo. E invece…

Tornando a noi, da inseguire c'è un obiettivo non sussurrato, ma sbandierato ai quattro venti dalla società dopo il fallimento dello scorso campionato, che ha di molto raffreddato il rapporto con la piazza. Ieri sera dei 2.407 coraggiosi tornati sugli spalti dopo oltre 500 giorni di porte chiuse, solo i 148 andriesi hanno potuto festeggiare. Gli altri? Da loro, composti e senza il fuoco sacro degli ultras (allo stadio seduti e distanziati non ci vanno, decisione coerente con la loro mentalità) è arrivato qualche timido coro e una bella bordata di fischi al termine della partita. Se si voleva ricucire il rapporto con la tifoseria, si doveva pensare a un esordio diverso.

Ora tocca correre urgentemente ai ripari, perché a oggi il Bari è più un'incognita che una certezza. Andando con ordine: il primo tempo del derby con la Fidelis non è stato neanche male. Antenucci si muove bene da regista offensivo, sfrutta la sponda di Simeri per andarsi a cercare la posizione e scheggia l'incrocio con la sua versione del "tiraggir". Maita il palo lo centra in pieno, con una castagna dai 25 metri. Nel mezzo qualche buono spunto anche dei nuovi: D'Errico si fa vedere sul centrosinistra, prova la percussione ma qualche chilo di troppo (oltre ai postumi del Covid) gli toglie brillantezza, Mazzotta si propone a sinistra, Belli dà più equilibrio a destra. E anche Scavone da trequartista lascia intendere qualche inserimento interessante, a cui però andrebbe aggiunto un po' di "killer instinct" negli sedici metri.

Nella ripresa, con il risultato già compromesso, Botta e Cheddira entrano bene in campo: i due dialogano con facilità, e l'italo-marocchino centra anche il terzo palo di una serata non esattamente fortunata. Maita si fa respingere da Vandelli sulla linea un tiro a botta sicura; la mira è da aggiustare.

Poi, però, arriva la fase di non possesso e hai l'impressione che qualche buontempone abbia mandato indietro il film horror dell'anno scorso. Posizionamenti stravaganti sui calci da fermo, errori individuali da perderci il sonno. Il rigore che Sabbione regala alla Fidelis per un fallo senza logica su Bubas (freddo dal dischetto) girato di spalle è la fotografia di un qualcosa che così non può continuare.

«Chi sarà convocato rientra nel progetto Bari», aveva detto Mignani alla vigilia. Il ché fa pensare che Sabbione e Lollo saranno della partita anche quest'anno, pur arrivando da una stagione deludente. Il perché sembra facile da intuire: contratti lunghi e onerosi li rendono estremamente difficili da piazzare su un mercato in cui (dalla A alla C) di soldi non se ne vede neanche l'ombra.

E allora toccherà fare con quel che si ha. Per Polito ci sono meno di 10 giorni per far uscire i vari Hamlili, Terrani, Bolzoni, Semenzato, Perrotta e De Risio, e rimpiazzarli con calciatori funzionali. Soprattutto lì dietro, dove lo scenario è sempre più lugubre. Di Cesare potrà dare una grande mano come esperto leader, ma pensarlo titolare per 38 partite (una per ogni anno d'età) appare un azzardo, e di Sabbione abbiamo già detto. Celiento, nel frattempo, è desaparecido da gennaio.

Tocca, quindi, fare un mezzo miracolo. Polito fin qui ha costruito una squadra che promette bene con zero soldi e tanta intelligenza (affare Botta mica male), vendendo quel che si poteva e comprando anche quel che non si poteva. Adesso parte la corsa contro il tempo per piazzare gli esuberi e trovare rinforzi adeguati. La deadline del 31 agosto si avvicina, ma prima ci sarà (il 30), la sfida con il Potenza, esordio in campionato. E già lì servirà un altro Bari, almeno un po' più fortunato.
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