Luigi De Laurentiis
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Calcio

De Laurentiis: «Anno pieno di errori e sfortune»

Conferenza stampa del patron del Bari per la presentazione del nuovo ds e del nuovo allenatore

«Quello appena trascorso è stato un anno pieno di tanti errori e molte sfortune. Non mi sottraggo da colpe e responsabilità per scelte errate. Come sempre accaduto, anche oggi sono qui a metterci la faccia e dopo la fine del campionato sono tornato qua».

Così Luigi De Laurentiis, nell'incipit della conferenza stampa congiunta con Giuseppe Magalini, Moreno Longo e Valerio Di Cesare, rispettivamente nuovo direttore sportivo, nuovo allenatore e nuovo vicedirettore sportivo.

«Sono qua per tutti i tifosi e per le responsabilità che rappresento nei confronti della città di Bari. Un anno così può insegnare tanto - ha proseguito -, vivere tanti mesi di impotenza non è facile. A febbraio qualcuno voleva parlassi, ma invece ho preferito stare dentro il gruppo e questa è stata un'esperienza bella, poiché mi ha permesso di vivere insieme a tutti i miei calciatori, ad avvicinarmi a Valerio (Di Cesare) ed è stato un periodo finito con una salvezza importante, di tutto rispetto, un 3-0 finale dopo cui ci siamo messi a piangere tutti insieme, con segretari, persone vicine e con tutta la squadra. Queste sono emozioni di chi ci mette passione, anche per le tante famiglie che lavorano con il Bari. È stato un periodo difficile, quando mi sono ritrovato sotto scorta, quando ho visto la mia libertà limitata, quando già da novembre sono stato insultato in tribuna, apostrofato come "pezzo di m..." con mio figlio di 10 anni accanto, beh devo dire che non è stato facile. Eppure io sono stato seduto al mio posto in casa e fuori casa sino al fischio finale, anche quando ci si chiedeva dove fosse il presidente».

«Dopo la finale playout - ha proseguito LDL - ci è voluto veramente poco per riaccendere la voglia di ripartire, e siamo ripartiti immediatamente nel cercare le risorse giuste: un ds con esperienza, apprezzato, con tanti campionati con successo, scopritore di talenti di cui questa squadra avrà bisogno oltre alle certezze solide che abbiamo e che aggiungeremo. Mister Moreno Longo lo abbiamo individuato come nostra guida, anch'egli con un curriculum di tutto rispetto e uomo con valori simili ai nostri. Cercheremo - ha continuato De Laurentiis - persone che abbiano il carattere di restare in campo e dare tutto fino al 95° minuto. L'altra bella notizia è l'arrivo del nostro nuovo vicedirettore sportivo, Valerio Di Cesare, il cui rispetto nei miei confronti e l'umiltà sono qualcosa di incredibile, pur essendo un uomo che ha tenuto in mano spogliatoi interi. Sono felice del suo nuovo ruolo, aiuterà Magalini nel seguire lo spogliatoio e nelle scelte tecniche e non sarà un uomo immagine ma un dirigente».

«Ripartiamo con contenuti ambiziosi - ha poi sottolineato il numero uno del club di strada Torrebella -. Ad ottobre tra gli addetti ai lavori si diceva che fossimo una squadra che era più forte di quella precedente, ma senza quei quattro infortuni non ci saremmo ritrovati a lottare per i playout. Il nostro piano, quando siamo arrivati in B, era triennale, d'altronde ci vuole programmazione. Da questo anno difficile resteranno i migliori protagonisti di quello che è stato il campionato passato e ci permetterà di andare avanti andando sul mercato e prendendo altri interpreti».

«Quando ho parlato di serie B come vanto - ha poi voluto spiegare il presidente del Bari , il vanto era rispetto a quanto è difficile questa categoria. Unica B in Europa con 4 retrocessione e lo scorso anno le prime 8 squadre avevano un budget da serie A, quindi forse un campionato falsato. Tra paracadutate, fondi stranieri e miliardari, il Bari è stata la prima squadra per budget investito. Io non posso competere con fondi arabi e stramilionari - ha evidenziato -. I proprietari del Como hanno 48miliardi di patrimonio personale, certo che il Come a gennaio abbia fatto due acquisti incredibili. Però il Bari, che quei miliardi non ce li ha, è stata comunque la seconda per investimenti nel mercato di gennaio. Tutti errori, certo, perché abbiamo fatto un mercato per un allenatore che poi è andato via, quindi di errori ne abbiamo commessi. Per il futuro il budget è lo stesso dello scorso anno - ha concluso - un budget che in passato ha permesso ad altre squadre di andare in serie A, penso al Frosinone. Però poi è ovvio che tutto sta nelle scelte delle risorse umane, perché ci sono proprietà che stanno sotto di 40 o 50 milioni e falliscono obiettivi. Per questo iniziamo un nuovo ciclo con nuovo ds e nuovo allenatore».

«Questa società ha ambizione - ha quindi rimarcato LDL -: che significa vivacchiare? Noi allestiremo una squadra che se ci porterà in serie A, ci porterà in serie A. Bisogna fare le scelte giuste».

«Le parole di mio padre hanno fatto anche a me - ha quindi detto quasi inaspettatamente -, non è facile da figlio dissociarsi dal padre. Comunque si lavora in un gruppo di lavoro, ma che mio padre possa pubblicamente dire cazzate penso sia chiaro, quindi debbo convivere anche con questo. Quando entra nella mia sfera lavorativa, difende la multiproprietà e nel difenderla ha usato parole sbagliate. La multiproprietà che cosa è? Sono due imprenditori che hanno creduto in due brand sportivi, purtroppo lui ha avuto uscite infelici, però poi la verità è che questo gruppo immette molti fondi in questa azienda, che in passato è fallita e questo non potrà mai accadere con la nostra proprietà. Ogni tanto, ripeto, possono essere dette cazzate - ha concluso De Laurentiis -. Tutti abbiamo un padre scomodo, ma la verità è che il Bari è la mia società, la gestisco, la amo ed è il motivo per cui, anche quando vengo insultato, resto ed ho tanta energia, tanta ambizione. L'ho costruita in questi sei anni, mi affaccio al settimo e questo è il massimo che un imprenditore privato, non "paracadutato" o non fondo arabo, possa fare».

La chiusura sugli obiettivi: «I nostri obiettivi? I playoff perché sono già obiettivi ambiziosi, ma non perché io abbia paura. Bisogna essere realistici, se si è persone serie si dichiarano obietti seri. Poi se ci arriviamo, ce la giochiamo con tutti».
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