bari cittadella. <span>Foto Ssc Bari</span>
bari cittadella. Foto Ssc Bari
Calcio

Dal trionfo all’autosabotaggio. Bari, è ora del salto di qualità

I biancorossi fanno e disfano il Cittadella. Scongiurata una nuova figuraccia

I contorni di una domenica tranquilla, di festa, c'erano tutti, prima che un fresco pomeriggio di fine novembre si trasformasse nell'ennesima palpitazione cardiaca incontrollata. Il Bari di mister Moreno Longo continua a convincere e a mostrarsi campione di autosabotaggio allo stesso tempo, anche contro il Cittadella. Sì, perché alla fine del primo tempo, con i biancorossi avanti 3-0 sui veneti, sembrava davvero tutto facile, un trionfo già scritto. Ma il grande limite palesato dai galletti continua a essere quel «Mood mentale», come lo chiama il tecnico Longo, che subentra costantemente nella squadra biancorossa quando si tratta di condurre in porto una nave che sembra viaggiare a gonfie vele.

Bastano tre minuti, dal 52' al 55', per rimettere in carreggiata un Cittadella che appariva ormai alle corde, con un atteggiamento ai limiti dello sconcertante a inizio ripresa. Già, perché il Bari visto in avvio di gara contro i veneti è il fratello robusto e solido di quello "apprezzato" a partire dalla metà della prima frazione. La rete di Lasagna, con un assolo da manuale, mette già dal 5' la partita sui binari della tranquillità per la squadra di Longo, capace ancora una volta di esprimere un gioco corale e convincente, nonostante l'assenza di Benali, il cervello pensante del centrocampo biancorosso. Al suo posto si rivede Maiello da titolare, e il professore tira fuori - insieme a Maita - una "lectio magistralis" come ai vecchi tempi; ma neanche questo basta. Così come non bastano tre reti per stare tranquilli e portare a casa la posta piena senza patemi.

Eh sì, perché - come sottolineato dallo stesso Longo nel post gara - già dal 20' il Bari rimette in mostra le sue fragilità nella gestione del vantaggio. La squadra si abbassa, il baricentro arretra, e allora anche un Cittadella in palese difficoltà riprende vita; solo la scarsa verve degli attaccanti ospiti tiene piuttosto al sicuro Radunovic e la difesa dei galletti, ben comandata da Simic chiamato ancora una volta a sostituire capitan Vicari.

Eppure stavolta le circostanze premiano ancora il Bari, che sul finire di frazione si trovano nelle condizioni di mettere la partita in ghiaccio. Prima un ritrovato e ispirato Sibilli sfrutta l'ingenuità della difesa ospite, procurandosi e trasformando il rigore del raddoppio, poi proprio Maiello decide di bagnare il suo atteso ritorno da titolare con la prima rete in biancorosso. E che goal: una prodezza di destro al volo degna del miglior Van Basten, per ritrovare sorrisi, confidenza e una buona dose di tranquillità.

Ma, c'è sempre il solito ma… Un Bari irriconoscibile rientra dal tunnel degli spogliatoi con una mollezza preoccupante, di cui si accorgono anche gli dèi chiamati a sovrintendere alla buona sorte. La sfortunata deviazione di Simic sul destro di Carissoni spiazza Radunovic e ridà animo a un Cittadella smarrito, che però riesce ad accorciare ancora di più con Pandolfi, su una dormita generale del Bari in fase difensiva. Ed ecco, quindi, tornare i fantasmi già visti contro la Reggiana, sempre al San Nicola, altro pomeriggio vietato ai deboli di cuore. Il Bari soffre di "braccino", e rischia di farsi male con una nuova figuraccia, scongiurata soprattutto per la pochezza di un avversario troppo ondivago per cogliere l'occasione fino in fondo.

Stavolta Longo azzecca i cambi, almeno in parte. L'ingresso di Favilli al posto dell'acciaccato Lasagna già nel primo tempo toglie imprevedibilità alla fase offensiva dei biancorossi, che però quando fiutano il pericolo si riequilibrano in fretta con gli ingressi di Lella, Falletti e Favasuli per ridare ordine, compattezza e anche imprevedibilità. Ma lo specchio di questo Bari vincente e tremebondo sta tutto nel finale di gara, quando Falletti ha l'occasione per chiudere definitivamente una gara che si era pericolosamente ravvivata, ma pensa bene di servire Favilli invece di spaccare la porta di Kastrati con il destro.

Ed è proprio qui l'ultimo salto di qualità che ancora manca al Bari. La squadra continua a esprimere un calcio gradevole e, in molti casi, anche efficace, ma poi si perde in un bicchier d'acqua per un banale deficit di personalità e sangue freddo. Uno step che può e deve essere compiuto e anche in fretta. Sì, perché se da una parte le parole di Luigi De Laurentiis sulla multiproprietà e sulla battaglia della sua famiglia per cambiare le regole del gioco stanno creando ansie e apprensioni nella tifoseria biancorossa, dall'altra la squadra mostra di avere tutto il potenziale per guadagnare i playoff e recitare un ruolo da protagonista anche per gli obiettivi più gustosi. Stavolta è andata bene, ma senza un "upgrade" mentale e adeguati rinforzi sul mercato di gennaio il rischio di rimanere eterna incompiuta si fa sempre più concreto, ad acuire una spaccatura che tra Bari e la SSC Bari appare ormai difficilmente sanabile.
  • ssc bari
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