michele mignani
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Calcio

Bari-Venezia 1-0, Mignani: «Nostra vittoria più difficile». Bellomo: «Non vogliamo nasconderci»

Il mister: «Devo ringraziare il gruppo, senza i calciatori l’allenatore non va lontano». Il trequartista: «Salvezza arrivata, ora ci divertiamo»

Quattro vittorie e un pareggio nelle ultime cinque: il Bari non si ferma più e, dopo il successo 1-0 sul Venezia al San Nicola, vede il secondo posto e la promozione diretta distanti solo un punto.

Nel post gara, mister Mignani commenta così il successo sugli arancioneroverdi: «Una partita difficile, il Venezia non riesco a spiegarmi come possa essere così giù in classifica. Hanno qualità nei singoli, tantissima fisicità e grande organizzazione. Stasera il Bari ha fatto la sua onesta partita, con grande maturità: nel primo tempo ce la siamo giocata, nella ripresa la loro fisicità ci ha costretti ad abbassarci. Bravi a trovare un goal e a difenderci con ordine, con le forze che avevamo: non è un disonore, ma un valore aggiunto. Abbiamo vinto una delle partite più difficili tra quelle vinte quest'anno».

Il mister tributa il giusto omaggio al suo gruppo: «Da un pezzo questi ragazzi mi rendono orgoglioso, al di là di vittorie e sconfitte. So che qualcuno mangia del pane duro, abbiamo 25 giocatori di campo e dieci devono rimanere sempre fuori. Tanti meriterebbero di giocare, io devo fare delle scelte; devo ringraziarli e rendergli merito, senza giocatori un allenatore non va da nessuna parte. Non aver preso goal ci fa piacere, ci dà solidità. Sono contento per tutti: da neopromossa stiamo facendo un certo tipo di campionato, ora rimaniamo sul pezzo perché dobbiamo fare più punti possibili da quindi alla fine».

Parlando degli aspetti tattici, Mignani spiega: «Mi sarei messo comunque 3-5-2, anche se non avessimo fatto goal. Volevo arrivare prima sugli esterni per non perdere campo. Nel primo tempo l'abbiamo fatto bene, nella ripresa la loro fisicità ci ha fatto abbassare: metterci a 5 ci avrebbe permesso di essere più aggressivi. La cosa più importante è lavorare di team, se la gente pensa "io" e non pensa "noi" va poco lontano. Per fare risultati bisogna lavorare l'uno con l'altro, se un attaccante deve difendere sulla linea di porta lo fa, se un difensore deve attaccare lo fa».

Qual è, adesso, l'obiettivo dei galletti? Mignani preferisce ancora il profilo basso: «Non credo che si debbano dichiarare obiettivi. Questi ragazzi stanno facendo un gran lavoro, che parte dall'applicazione in allenamento e che arriva sul campo in partita. Non trovo un motivo per non ragionare di partita in partita; ora recuperiamo energie e cerchiamo di andare ad Ascoli per fare il massimo di quello che possiamo. Non ho altri metodi di lavoro, non vedo perché dovrei cambiare. Quello che è successo tempo fa si dimentica, si ricorda solo il recente. A Venezia e a Cagliari abbiamo vinto soffrendo, è difficile trovare partite in cui non c'è stata sofferenza. Oggi è stata molto sofferta, una delle vittorie che mi sono piaciute di più. Noi lavoriamo per soffrire meno, a volte ci riusciamo a volte no. Siamo sempre gli stessi, la vittoria ti porta consapevolezza e serenità, ma dobbiamo sapere che se abbassi la guardia può succedere che perdi. Non ha senso esaltarsi, l'importante è dare continuità di prestazione. Nella prestazione di oggi c'è un po' di tutto: una squadra che crea e una squadra che si difende. Cercare di essere belli, offensivi e concreti è impossibile: siamo una squadra che stava in C l'anno scorso, e che combatte contro un avversario fortissimo in ogni partita. Nel calcio ci vuole equilibrio, oggi i ragazzi hanno fatto tutto nella maniera giusta».
nicola bellomo




Più esplicito è Nicola Bellomo, match winner della sfida con i lagunari: «Sono contento, quando ci sono queste serate non ha prezzo. Vincere, segnare lì sotto, con il trenino: è tutto più bello. Ci godiamo il momento. Il mister mi ha detto solo prima della partita che sarei sceso in campo dall'inizio. Non ho segreti, il gruppo l'anno scorso ha vinto il campionato; dal primo giorno hanno fatto sentire importanti noi nuovi, quando è così è tutto più facile. Lo abbiamo fatto anche noi a gennaio con chi è arrivato: la dimostrazione sono i risultati. Il mister ruota quasi tutti, oggi è toccato a me. Come è successo sabato a Scheidler, tutti ci facciamo trovare pronti. Promozione? Non ci penso, ma se succede… Sono comunque segnali, quando batti una squadra come il Venezia che gioca bene e sono fisici. Sono grossi e veloci, una buona squadra che ha conteso anche gli strappi a Cheddira. L'importante non prendere goal perché prima o poi uno lo fai. Il trenino è ripartito, non vogliamo nasconderci: combattere, vincere, andare avanti. Quello che succede, succede. Ogni partita ci dà consapevolezza dei nostri mezzi, di solito giochiamo per fare noi la partita. Gli avversari ci temono, ce la giochiamo con tutti. Con Ascoli e Frosinone abbiamo il dente avvelenato, ce la giochiamo per fare punti. Pensiamo prima all'Ascoli, poi al Frosinone. Sappiamo quanto il San Nicola possa darci una spinta, soprattutto quando è pienissimo. La presenza dei tifosi si sente, anche oggi quando sull'1-0 siamo andati in sofferenza il pubblico si è fatto notare. Non so cosa ci manca, la salvezza è arrivata: siamo lì, ce la giochiamo. Se arriviamo secondi ci abbracciamo, se arriviamo ai playoff ce la giochiamo. Gli altri devono vincere, noi da neopromossa volevamo una salvezza tranquilla, ora ci divertiamo. Il goal lo dedico al mio amico Umberto Del Core che non sta passando un bel momento».

Mister Vanoli, tecnico del Venezia, commenta così: «Ho fatto i complimenti ai ragazzi, ma sono molto arrabbiato. Meritavamo di più, è il nostro difetto: dobbiamo essere più cattivi e creare di più. Siamo venuti a Bari, contro un'ottima squadra, a giocare con questa personalità. Essere giovani è bello, ma dobbiamo capire dove siamo e che i punti ci servono: deve esserci l'arrabbiatura. Nell'azione del goal annullato al Venezia prima c'era un fallo su Tcherychev; purtroppo con il Var si cambia tutto, è inutile mandare l'arbitro al video, non c'è più l'interpretazione dell'arbitro. Mi sono arrabbiato con il quarto uomo perché avevo chiesto chiarimenti sull'eventuale fuorigioco e non mi ha risposto. Non sono arrabbiato con gli arbitri, sono arrabbiato con la mia squadra. C'è stata la bravura degli attaccanti del Bari, abbiamo preso però goal di testa dal calciatore forse più basso, con la difesa nostra posizionata. Il Bari è fortissimo in ripartenza, qualcosa bisognava rischiare, ma tutto sommato i miei difensori si sono comportati bene per 70'. Purtroppo, però, devi comportarti bene per 95'. Faccio comunque i complimenti al Bari, è in lizza per qualcosa di importante. A volte ai giocatori manca la mentalità vincente, ci si accontenta; Johnsen ha grandi potenzialità, ma come tutti i giovani devi acquisire mentalità vincente. Ci sto lavorando, lui sta facendo di tutto per fare questo salto; le qualità ci sono. Non è, però, una questione di singoli. In generale nell'ultimo terzo dobbiamo incidere di più, migliorare velocemente. Jajalo? L'abbiamo cercato perché ci serviva un giocatore con mentalità forte per insegnarla ai giovani e farli crescere. Da quando è arrivato il nostro rendimento è salito. Oggi i ragazzi hanno delle responsabilità che Jajalo gli ha lasciato: non era facile senza lui e Beghetto gestire questa partita, ma loro sono stati comunque bravi. Ci vuole continuità, se sei in lotta per la salvezza alla fine anche un punto è decisivo. Giochiamo per vincere, ma è sempre meglio non perdere. Il gruppo è sano, devono essere convinti di quello che stiamo facendo. Da quando sono arrivato ho percepito quello che mancava: a volte bisogna essere meno belli e più concreti. È un processo».
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