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Attualità

Prestiti: perché cresce l’importo medio richiesto e cosa significa per le famiglie

Approfondimento sul tema

Nei primi nove mesi del 2025, l'importo medio dei prestiti richiesti in Italia è aumentato del 7,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo rileva CRIF, che nel suo ultimo rapporto evidenzia come, a fronte di una domanda complessivamente stabile, le famiglie tendano oggi a chiedere cifre più elevate.
Una dinamica che segna un cambiamento nel comportamento finanziario dei consumatori, spinti da esigenze crescenti e da un contesto economico ancora incerto. Ma cosa significa davvero questo dato e quali implicazioni ha sulla gestione del credito e sulla sostenibilità dell'indebitamento privato?

Perché aumentano gli importi richiesti


L'aumento dell'importo medio dei prestiti richiesti riflette l'effetto combinato di più fattori. Il primo è senza dubbio l'inflazione, che negli ultimi due anni ha inciso in modo diretto sul costo della vita, determinando una crescita generalizzata dei prezzi e riducendo il potere d'acquisto delle famiglie.
Spese ordinarie come l'acquisto di un'auto, interventi sanitari o il pagamento di percorsi formativi risultano oggi più onerose, e chi ricorre al credito tende a richiedere importi più alti per coprire le stesse necessità.
Un secondo elemento è rappresentato dalla progressiva erosione del risparmio accumulato negli ultimi anni. Con l'aumento delle spese fisse e la fine di alcune agevolazioni pubbliche, molti nuclei familiari si trovano oggi nella condizione di dover integrare il proprio budget ricorrendo a prestiti personali, spesso con finalità generiche, non vincolate a un acquisto specifico.
La tendenza a diluire nel tempo spese che un tempo venivano affrontate in un'unica soluzione è un altro indicatore di un equilibrio economico più fragile.

Prestiti personali in crescita, finalizzati in calo


Ma dove si concentra maggiormente, in questo 2025, la richiesta delle famiglie, per quello che riguarda i prodotti creditizi? Secondo gli ultimi dati diffusi da CRIF, i prestiti personali hanno registrato un incremento significativo, attestandosi su un +11,8% rispetto all'anno precedente. Parallelamente, si osserva un calo dei prestiti finalizzati, ovvero quelli legati all'acquisto diretto di beni o servizi presso esercizi convenzionati.
Questa dinamica conferma una preferenza crescente da parte dei consumatori per formule più flessibili, che permettono di ottenere liquidità non vincolata e di gestirla in autonomia, senza dover giustificare la destinazione d'uso.

Cosa cambia per le famiglie: più liquidità, più responsabilità


L'aumento dell'importo medio richiesto non va letto solo come un dato economico, ma come un segnale della trasformazione in atto nel rapporto tra le famiglie e il credito al consumo.
Ottenere più liquidità può certamente offrire un margine maggiore per affrontare spese importanti, dilazionare investimenti o far fronte a imprevisti. Tuttavia, un impegno finanziario più consistente implica anche una gestione più attenta del debito e una valutazione accurata della sostenibilità nel medio-lungo periodo.
In un contesto in cui le spese fisse tendono ad assorbire una quota crescente del reddito disponibile, ogni nuova rata pesa di più. Per questo motivo diventa fondamentale soppesare ogni decisione, analizzare la propria capacità di rimborso e pianificare le uscite con strumenti adeguati. La facilità di accesso al credito, favorita da tassi attualmente favorevoli, non può sostituire un approccio consapevole e responsabile alla gestione finanziaria.

Come orientarsi nel credito al consumo: strumenti e risorse


L'aumento dell'importo medio richiesto e la maggiore diffusione dei prestiti personali rendono sempre più importante la capacità di valutare le condizioni economiche di un finanziamento. Durata, tasso effettivo, costi accessori e sostenibilità della rata sono elementi che incidono direttamente sul bilancio familiare, ma non sempre vengono compresi in modo adeguato da chi si appresta a richiedere un prestito.
Per facilitare questo processo, il noto portale di comparazione Facile.it mette a disposizione una pagina di risorse utili che raccoglie contenuti informativi, guide pratiche e articoli sempre aggiornati per quello che riguarda il settore dei prestiti e dei finanziamenti. Si tratta di un supporto accessibile anche a chi non ha competenze specifiche, che permette di chiarire eventuali dubbi prima di prendere una decisione.
In un contesto in cui le condizioni offerte dalle finanziarie possono variare sensibilmente, disporre di informazioni affidabili rappresenta un elemento essenziale di tutela per il consumatore.

Verso una nuova lettura del rischio: il credito si adatta al bilancio familiare


Se oggi le famiglie chiedono importi più elevati pur mantenendo stabile la domanda complessiva, è legittimo interrogarsi in merito a quanto questa dinamica sia destinata a perdurare nel tempo.
L'incremento dell'esposizione finanziaria dei privati potrebbe infatti rappresentare un segnale di adattamento temporaneo a un contesto economico più complesso, ma anche l'indizio di un cambiamento strutturale nelle modalità di gestione delle risorse.
In questo quadro, non si può escludere che gli operatori del credito siano chiamati a rivedere gradualmente alcuni parametri utilizzati nella valutazione dei richiedenti. L'attenzione potrebbe spostarsi dalla sola capacità reddituale a una lettura più articolata del bilancio familiare, tenendo conto della pressione esercitata dalle spese fisse e dalla minore disponibilità di riserve liquide. Anche la continuità dei flussi di entrata, la composizione del nucleo e la frequenza del ricorso al credito potrebbero assumere un peso maggiore nella definizione del profilo di rischio.
Più che un cambio netto, si tratterebbe di un'evoluzione graduale, coerente con l'obiettivo di mantenere il credito accessibile senza sottovalutare gli effetti cumulativi dell'indebitamento. In quest'ottica, l'andamento attuale andrebbe osservato non solo come riflesso di condizioni economiche contingenti, ma come indicatore utile per interpretare la direzione che potrebbero prendere, nel medio periodo, le relazioni tra famiglie e istituti finanziari.

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