Il palazzo di Giustizia
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Politica

Palagiustizia, per il Ministero è tutto ok, Decaro: «Ennesimo tentativo di scaricare i problemi sui sindaci e i comuni»

Botta e risposta tra governo e sindaco in seguito ai dubbi sollevati dal procuratore sui tempi per il trasferimento e sulla mancanza di una sede adeguata

Si fa sempre più tesa la questione relativa al Palagiustizia di Bari. Il prossimo 31 agosto scade il termine per effettuare il trasloco dagli uffici di via Nazariantz, dichiarati inagibili, ma ad oggi non è ancora stata trovata una sede adeguata. Il palazzo ex Inpdad, ritenuto comunque troppo piccolo, è stato escluso avendo revocato il ministero l'affidamento, e le soluzioni di via Brigata, di Modugno o della ex Telecom di cui si è parlato in questi giorni sono state definite inadeguate dagli operatori baresi della giustizia, che ieri denunciavano il rischio di una paralisi delle funzioni proprie della procura, come sottolineato ieri da Giuseppe Volpe. Nel pomeriggio di oggi è giunta una nota dal Ministero della Giustizia che sottolinea che tutto procede secondo la tabella di marcia, e rimarca come le competenze e le responsabilità siano del Comune di Bari.

«Comprendiamo le difficoltà esposte dai magistrati baresi, così come le esigenze palesate - scrivono dal ministero - I magistrati sanno che, nella grave situazione venutasi a creare, il Ministero sta facendo tutto quanto in proprio potere e sta rispettando i tempi previsti. I lavori per il trasloco nelle sedi temporanee di via Brigata Regina e Modugno procedono secondo tabella di marcia e la prossima settimana esperti del Ministero della Giustizia saranno a Bari per seguire il completamento di questa fase, così come stabilito dalla conferenza permanente del 30 luglio scorso. Il nostro obiettivo, oltre ad assicurare al meglio la ripresa dell'attività giudiziaria, è anche quello di tutelare l'incolumità del personale amministrativo e dei magistrati che ancora lavorano nell'immobile di via Nazariantz, su cui pende ancora oggi un'ordinanza di sgombero entro il 31 agosto. I nostri sforzi sono concentrati nel portare a termine il rilascio dell'immobile da parte del personale. Così come procede speditamente la procedura di individuazione della soluzione ponte più stabile».

«Quanto ad altre istanze, sostenute da nuove perizie, giunte al Ministero solo a titolo di conoscenza il 17 agosto - sottolineano - si ribadisce che la competenza, e la responsabilità, nel merito è del comune di Bari che aveva emesso l'ordinanza e che, se ritiene che il pericolo sia cessato, può revocarla. Ma questo non dipende certo dal Ministero della Giustizia che non può dare alcuna apertura né copertura rispetto a un eventuale atto del genere».

Il sindaco di Bari però non ci sta a farsi addossare colpe anche quando non si rientra nelle competenze specifiche della sua figura. E rimarca l'aver più volte chiesto la procedura d'urgenza proprio per evitare di trovarsi in situazioni di questo tipo, e per evitare soprattutto che un funzione importantissima come la giustizia a Bari possa rischiare di bloccarsi.

«Sono sempre stato consapevole che la competenza esclusiva in ordine alla agibilità o meno di un edificio spetti al Comune - spiega Decaro - Tuttavia nell'edificio di via Nazariantz non si esercita un'attività qualunque, ma si svolge una funzione primaria per i cittadini, quella giudiziaria. Per questo il Comune, con i suoi tecnici, ha definito un percorso teso a salvaguardare al contempo la sicurezza degli operatori e la prosecuzione delle funzioni attraverso una procedura di sgombero con misure cautelative articolata in un arco temporale di 90 giorni».

«Sin dal mese di maggio - ci tiene a precisare il sindaco - il Comune però ha chiesto al Governo di riconoscere l'eccezionalità della situazione, dichiarando lo stato di emergenza proprio per utilizzare procedure di urgenza per evitare di ritrovarsi, alla fine di agosto, senza soluzioni definitive. Tale richiesta è stata ignorata e oggi, alla scadenza dei 90 giorni, ci ritroviamo con i processi penali sospesi, le operazioni di trasloco non completate, senza una sede alternativa e con il rischio concreto di bloccare le attività della Procura ordinaria e di quella distrettuale».

«Il Comune non vuole scaricare responsabilità su nessuno né io, che sono il sindaco, ho bisogno di alcuna copertura politica - conclude - Voglio solo capire dal Ministero, unico titolare delle competenze in materia di edilizia giudiziaria, se ci sia la necessità di una proroga dei termini già fissati per lo sgombero dell'immobile, così come evidenziato nella nota inviata ieri al Presidente della Repubblica dall'Assemblea dei magistrati baresi. A leggere il comunicato del Ministero sembrerebbe di no. Per Roma tutto procede secondo il programma. A Bari, invece, la sensazione è completamente diversa. Purtroppo si sta consumando l'ennesimo tentativo di scaricare tutti i problemi sulle spalle dei Sindaci e dei Comuni, anche quando non ne hanno alcuna competenza».
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