Un momento della conferenza stampa
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Associazioni

Lettura e teatro per i figli dei detenuti

Presentato il progetto "Si va in biblioteca" per il carcere di Bari

Attraverso il gioco, la lettura e il teatro d'animazione, è possibile creare un clima sereno anche in un ambiente estraneo al bambino come il carcere. A questo mira il progetto "Si va in biblioteca", organizzato dal Soroptimist International Club Bari in sinergia con la Casa Circondariale di Bari e la scrittrice e drammaturga Teresa Petruzzelli
Le finalità e i dettagli del progetto, che intende "aprire", attraverso la lettura e il teatro, il Carcere di Bari ai figli dei detenuti, sono stati illustrati, oggi in Comune alla presenza della presidente del Municipio I Micaela Paparella, da Michela Labriola Maria Antonietta Paradiso, rispettivamente past president e attuale presidente del Soroptimist International Club Bari, e dalla la regista, scrittrice, drammaturga e attrice Teresa Petruzzelli. Alla conferenza stampa ha partecipato anche Valeria Pirè direttrice della Casa circondariale di Bari. L'associazione Soroptimist donerà al carcere strumenti didattici per i bambini, tra qui anche quelli utili per i due spettacoli, "Bimbe e orco" e "Pietrino", che saranno rappresentati nella sala visite da Teresa Petruzzelli, regista, scrittrice, drammaturga e attrice impegnata dal 1988 con tutoring e progetti culturali all'interno delle carceri. Il teatro è un contenitore perfetto per superare blocchi emotivi e ansia, la lettura ad alta voce rinsalda l'autostima e la percezione del sé oltre a favorire la crescita culturale dei bambini il cui target di età varia dai pochi mesi alla preadolescenza. Per questo gli interventi saranno variegati e mirati e la stessa oggettistica abbraccerà competenze e abilità dalla prima infanzia in su. La messa in scena di spettacoli favorirà poi la creazione di un clima armonioso, oltre che creare un ambiente favorevole a predisporre la capacità metacognitive di ciascun partecipante al rituale artistico. Il teatro, la creatività e l'arte, da sempre potenti mediatori della comunicazione e veicoli di resilienza, avranno il compito e l'opportunità di trasformare un contesto doloroso in una finestra aperta dalla quale respirare gioia, serenità e speranza.
"Questo progetto - ha detto Micaela Paparella - testimonia il valore del lavoro portato avanti con grande generosità dalle donne di Soroptimist International di Bari che, grazie alla disponibilità della direzione del carcere di Bari e al coinvolgimento di Teresa Petruzzelli, aprono uno dei luoghi preclusi per antonomasia alla vista e alla percezione della maggior parte dei cittadini. Personalmente, trovo sia un fatto estremamente positivo l'essersi posti il problema dell'approccio dei figli e delle figlie dei detenuti nei confronti di uno spazio negato, e segnato dal dolore e dalla sofferenza. Attraverso la lettura, il gioco e il teatro questi bambini, che inevitabilmente soffrono una separazione coatta e dolorosa dai genitori, potranno elaborare in maniera nuova il proprio vissuto, e condividere con i familiari una dimensione differente, fatta di condivisione, di gioco e di libertà espressiva. L'amministrazione appoggia quindi in pieno un percorso importante per i minori, che devono sentirsi parte di una comunità, e non discriminati a causa delle scelte e degli errori dei propri familiari".
"Vogliamo portare all'attenzione della collettività - ha spiegato Michela Labriola - quella che è una realtà non confinata nel perimetro carcerario ma che si estende all'esterno, a scuola, nella vita di tutti i giorni. È lì che vogliamo accendere un faro. Siamo molto contenti di aver portato a Bari il progetto Si va in Biblioteca, promosso dal Soroptimist International, che vuole incentivare la lettura nelle fasce più deboli della popolazione. In questo senso abbiamo pensato di rivolgerci nello specifico ai minori che vanno a trovare i loro papà in carcere e che sono costretti a sostare in spazi del tutto inadatti a loro. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la collaborazione con Teresa Petruzzelli e con il carcere di Bari. Ma non ci si ferma qui. Soroptimist monitorerà l'andamento delle attività anche per implementarle con percorsi successivi".
"Accolgo questa bellissima eredità dalla past president del Club di Bari - ha continuato Maria Antonietta Paradiso -. Un progetto che si inquadra perfettamente nelle linee guida della nostra associazione, tese a favorire il dibattito insieme ad un'ampia e diversificata circolazione di idee che permette la creazione di progetti e service efficaci".
"Il mio impegno in carcere parte dal 1988 con diversi progetti, tra cui "Caffè ristretto" - ha detto Teresa Petruzzelli -. Questa volta, però, sta succedendo qualcosa di straordinario: abbiamo unito il gioco del teatro alla lettura per accogliere nella casa circondariale di Bari i figli dei detenuti. Nella presala dei colloqui con i loro papà ci sarà un simpatico orco a dargli il benvenuto, dei pennarelli con fogli bianchi su cui disegnare, libri e vestiti di scena con cui giocare a travestirsi. L'obiettivo è rendere meno traumatico il momento della visita e i controlli, ma non solo dare a loro dei supporti didattici che possano portare a casa. Ho scelto proprio questi bambini come miei primi spettatori della messa in scena di "Pietrino", spettacolo tratto dal mio ultimo racconto".
"L'obiettivo del progetto, in sintonia con l'associazione Soroptimist Club di Bari - ha concluso Valeria Pirè -, mira ad accogliere e a relazionarsi con i bambini in un contesto doloroso favorendo l'incontro e il proseguimento del rapporto intrafamigliare, ponendo attenzione alla continuità affettività e alla dimensione della genitorialità. Un obiettivo non trascurabile sarà il rapporto positivo che s'instaura tra minori, famiglie e personale carcerario, la cui presenza e lavoro sono fondamentali per rendere l'ingresso in carcere dei bambini meno traumatico possibile. Il progetto si realizzerà grazie alla messa a disposizione di risorse professionali a mezzo della creatività e dell'arte, da sempre potenti mediatori della comunicazione".
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