
Scuola e Lavoro
L'Università di Bari in finale per il premio "miglior brevetto" dell'anno
All’Intellectual Property Award 2019 il nostro ateneo partecipa con la “Nuova tecnica di imaging plenottico”
Bari - martedì 25 giugno 2019
12.29
L'Università di Bari fra i tre finalisti dell'Intellectual Property Award 2019: domani, mercoledì 26 giugno 2019, il MISE-Uibm, Netval e Politecnico di Torino presentano www.knowledge-share.eu, la piattaforma messa a punto per la descrizione e promozione dei brevetti delle Università e degli Enti di ricerca pubblici italiani. Durante l'evento che si terrà nell'aula magna del Politecnico di Torino, sarà assegnato l'Intellectual Property Award 2019, il premio per il miglior brevetto italiano dell'anno, ideato e organizzato dall'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello sviluppo economico in collaborazione con Netval.
Fra i tre finalisti per l'area "Life Science, dispositivi medicali, chimica" è stato selezionato il brevetto "Nuova tecnica di imaging plenottico", nato dalla ricerca condotta dai professori Augusto Garuccio e Milena D'Angelo dell'Università di Bari.
L'invenzione riguarda una tecnica per l'acquisizione di immagini plenottiche, chiamata "Correlation Plenoptic Imaging" (CPI), che sfrutta le correlazioni quantistiche insite nella luce per rifocalizzare fotografie sfocate, aumentare la profondità di campo all'interno di una fotografia e ricostruire immagini tridimensionali, senza sacrificare la risoluzione dell'immagine. Il CPI consente di ottenere una combinazione di risoluzione e profondità di campo dell'immagine non ottenibile con altri sistemi di imaging, e si presta pertanto ad applicazioni svariati, dall'imaging biomedicale all'osservazione della terra e all'imaging dello spazio, dall'ispezione industriale alla realtà virtuale e aumentata, fino al monitoraggio delle stampe 3D.
Fra i tre finalisti per l'area "Life Science, dispositivi medicali, chimica" è stato selezionato il brevetto "Nuova tecnica di imaging plenottico", nato dalla ricerca condotta dai professori Augusto Garuccio e Milena D'Angelo dell'Università di Bari.
L'invenzione riguarda una tecnica per l'acquisizione di immagini plenottiche, chiamata "Correlation Plenoptic Imaging" (CPI), che sfrutta le correlazioni quantistiche insite nella luce per rifocalizzare fotografie sfocate, aumentare la profondità di campo all'interno di una fotografia e ricostruire immagini tridimensionali, senza sacrificare la risoluzione dell'immagine. Il CPI consente di ottenere una combinazione di risoluzione e profondità di campo dell'immagine non ottenibile con altri sistemi di imaging, e si presta pertanto ad applicazioni svariati, dall'imaging biomedicale all'osservazione della terra e all'imaging dello spazio, dall'ispezione industriale alla realtà virtuale e aumentata, fino al monitoraggio delle stampe 3D.


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