La basilica
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I vescovi italiani si danno appuntamento a Bari, sulla tomba di San Nicola la preghiera per la pace

La data fissata è quella del 21 dicembre. Decaro: «Ringrazio la Cei che ha voluto promuovere questo momento»

«Oggi ho l'onore di annunciarvi che la Chiesa italiana, nella persona del cardinale Matteo Zuppi sarà a Bari, il 21 dicembre, per elevare una invocazione di pace, presiedendo una veglia di preghiera che si terrà qui, sulla tomba del nostro amato San Nicola». Lo ha annunciato durante la messa di ieri in onore di San Nicola l'arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano.

Antonio Decaro, sindaco di Bari, commenta: «Bari non intende assistere inerme al dramma della guerra e con il cuore pieno di speranza si accinge ad accogliere i vescovi italiani che raggiungeranno la città di Bari per la veglia di preghiera per la pace. L'invito di monsignor Zuppi a ritrovarsi uniti sulla tomba di San Nicola, il prossimo 21 dicembre, conferma la vocazione della comunità barese, della sua Chiesa locale e di questo territorio a farsi cerniera del dialogo tra popoli e culture, ponte tra Oriente e Occidente, capace di sostituire la logica dello scontro con l'opportunità dell'incontro».

Ancora Decaro: «Ormai dal 24 febbraio, ogni giorno, in tanti - russi e ucraini, greci e rumeni, bielorussi, serbi e georgiani - rivolgono le loro preghiere a San Nicola perché possa fermare la guerra: lo fanno con il cuore colmo di tristezza davanti alla lampada uniflamma, simbolo della devozione comune alle chiese orientali, che arde costantemente nella cripta della nostra Basilica, in cui sono custodite le reliquie del vescovo di Myra».

Il sindaco conclude: «Per questa specifica vocazione della città, e interpretando i sentimenti della comunità barese, smarrita di fronte a una guerra assurda e agli imprevedibili sviluppi che un conflitto totale potrebbe determinare, ringrazio la Cei che ha voluto promuovere questo momento di preghiera collettiva per invocare forse il miracolo più grande, quel cessate il fuoco che possa far vincere, finalmente, la pace. Quella pace che, prendendo in prestito le parole di don Tonino Bello, rappresenta "un cumulo di beni, la somma delle ricchezze più grandi di cui un popolo o un individuo possa disporre».
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