Francesco Bonazzi al Circolo della Vela per il suo ultimo libro

La "fuga" da Torino degli Agnelli comincia nel 2005, quando vengono venduti al pubblico trecentomila metri quadrati dell'area di Mirafiori. Ma come si è arrivati a questo punto? Sono più di vent'anni, ormai, che con Romiti, Marchionne e infine Tavares, la FIAT è una sorta di entità senza patria, e non solo perché Gianni Agnelli ha accumulato un tesoro nei paradisi fiscali di mezzo mondo (la vicenda della sua eredità estera si trascina da quindici anni con la figlia Margherita, in causa coi figli Elkann). Un ritra­tto senza censure della famiglia che molti considerano la "vera dinastia reale" italiana: gli Agnelli-Elkann, tratteggiato nel saggio del giornalista Francesco Bonazzi "Alto tradimento" – Compagnia editoriale Aliberti.
La presentazione del volume è in programma venerdì 7 Novembre ore 20.00 al Circolo della Vela di Bari, in dialogo con il giornalista Vito Marinelli.

Sono più di vent'anni, ormai, che con Romiti, Marchionne e infine Tavares, la FIAT è una sorta di entità senza patria. Oggi con l'ultima denominazione Stellantis ha delocalizzato in Serbia, Polonia, Marocco, Algeria, Turchia, Spagna, Portogallo, dove il lavoro costa meno, con il benestare di politica, informazione, giustizia e altri pezzi dello Stato. Solo i sindacati di base e Fiom-Cgil avevano capito che dell'auto, in Italia,
sarebbe rimasto solo il cadavere.

Francesco Bonazzi, torinese, giornalista professionista, collabora con «La Verità», «Panorama» e l'agenzia di stampa inglese «Alliance News». Ha lavorato per l'Ansa a Washington e a Milano, ha condo­tto inchieste per l'Espresso, Il Fa­tto Quotidiano, Il Secolo XIX ed è stato vicedirettore di «Dagospia». A novembre del 2017 è finito so­tto inchiesta per violazione del segreto di Stato nell'ambito di un'inchiesta sul crac delle banche venete. Ad aprile del 2021 è stato prosciolto dal Tribunale di Roma. Ha pubblicato Telekom Serbia (Sperling & Kupfer), insieme a Bankomat, prendo i soldi e scappo (Il Saggiatore), Viva l'Italia! (Chiarele­ttere), La Rivoluzione senza nome (Aliberti) e Scafisti della democrazia (Aliberti).

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