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Scuola e Lavoro

Engie ha deciso: «A casa 15 dipendenti», è scontro con i sindacati

L'azienda è ferma sul discorso licenziamenti, proclamato lo stato di agitazione e ieri sciopero di 4 ore

Engie Italia ha deciso, nella sua sede di Bari i 100 dipendenti sono diventati troppi, 15 di loro devono andare a casa. La multinazionale francese, presente in tutta Italia con oltre 2800 dipendenti, con una posizione di primo piano nei settori chiave del gas, della produzione e vendita di elettricità, dell'efficienza energetica e dei servizi, è ferma nella propria posizione e non vuole sentire ragioni.

La decisione, come sottolineano dai sindacati, è stata presa in maniera unilaterale in un momento di transizione ed armonizzazione del passaggio dal contratto ex gas acqua all'attuale CCNL metalmeccanico, una fase non ancora del tutto conclusa.

«Abbiamo chiesto un periodo più lungo per trovare delle soluzioni alternative - sottolinea Riccardo Falcetta di Uilm Bari - ma l'azienda è rimasta ferma sulla sua posizione. Ieri a margine di un assemblea sindacale è stato indetto lo stato di agitazione con lo sciopero immediato delle ultime 4 ore di lavoro, uno sciopero che ha visto un'adesione pari al 98%».

«Siamo molto delusi anche del fatto che l'azienda abbia avviato una procedura di licenziamento proprio durante il rinnovo delle Rsu», aggiunge Falcetta.

Lo stato di agitazione prosegue e i sindacati hanno già comunicato la volontà di avere un incontro con l'azienda per discutere della situazione, sottolineando come l'atteggiamento della stessa non sia da considerare adeguato.

E pensare che Engie, come si può leggere sul loro sito, è anche partner del Comune di Bari per l'efficienza energetica del patrimonio comunale, un progetto attraverso il quale sono stati ottimizzati e ammodernati gli impianti attraverso l'installazione di 69 impianti fotovoltaici gestiti con il telecontrollo.
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