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Bosch di Bari, l'addio al diesel dell'Europa licenzia 650 dipendenti

L'azienda in una riunione in Germania ha confermato i tagli in tutte le sue filiali, domani si sciopera

Una situazione sempre più tesa alla Bosch di Bari. L'azienda ha comunicato tagli in tutte le sue filiali in tutto il mondo, tranne che in est Europa, a causa della decisione dell'Unione Europea di dire stop al diesel e ai motori Euro 7 a partire dal 2023. E a Bari si procede con lo sciopero di domani, già annunciato sulla base di voci divenute ora delle certezze, e che si svolgerà in contemporanea con un incontro a Roma al Mise per discutere della questione tra le parti.

«L'accordo sottoscritto nel 2017 ha messo in sicurezza i lavoratori fino al 2022 - dichiara Riccardo Falcetta di Uilm - ma ora il problema vero è dovuto alla politica europea che dal 2023 vuole bandire i motori a combustione. Audi e Bmw hanno dichiarato 3 mila esuberi, la Bosch in tutti i vari siti nel mondo ha parlato di tagli al personale, se ovviamente l'Unione Europea non dovesse fare marcia indietro».

«I problema ora è anche che l'azienda non si espone ancora su investimenti futuri su elettrico o idrogeno - sottolinea Falcetta - l'azienda sta aspettando di capire dove andrà il mercato, prima di riconvertire gli stabilimenti, d'altronde a Bari ha portato l'e-bike ma al momento non è stato un successo».

«Noi vogliamo che Bosch mantenga l'accordo firmato - ribadisce - i nuovi prodotti arrivati non sono in grado di soddisfare la reale esigenze della platea di Bari. Chiederemo, inoltre, al Ministero di rallentare queste scelte governative a livello nazionale sul diesel, perché così si mette in discussione tutto il comparto automobile non solo la componentistica. Chiediamo che tutti i prodotti che vengono ricercati e sviluppati al centro ricerche e sviluppo presente a Bari debbano avere una ricaduta occupazionale sullo stabilimento locale».

Contrari allo sciopero, indetto da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm, sono però da Ugl Metalmeccanici, i quali sottolineano la loro già espressa contrarietà agli accordi sottoscritti nel 2017, i quali obbligano solo i dipendenti a riduzioni dello stipendio: «Non aderiremo allo sciopero in quanto i lavoratori sono stati finora obbligati a subire questi sacrifici per via degli accordi che altri hanno firmato, e non è giusto che perdano anche l'ennesima giornata di lavoro per uno sciopero indetto perché i firmatari sono stati incapaci di farsi garantire un piano industriale dignitoso dall'azienda».
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