barchette di carta per il consiglio europeo. <span>Foto Riccardo Resta</span>
barchette di carta per il consiglio europeo. Foto Riccardo Resta
Associazioni

Barchette di carta per il Consiglio Europeo, Bari in piazza per i diritti dei migranti

Evento in contemporanea con le principali città del Continente. Magnisi (Comitato per la pace): «Accordi di Dublino vanno rivisti»

Un "mare" di barchette di carta per mostrare vicinanza ai migranti. Anche Bari, in contemporanea con le più importanti città del Vecchio Mondo, è scesa in piazza per sostenere l'iniziativa promossa dalle rete di associazioni European Solidarity in vista del Consiglio europeo sull'immigrazione che si terrà domani, 28 giugno.

Cittadini e associazioni si sono dati appuntamento in corso Vittorio Emanuele, ai piedi del monumento equestre, rispondendo all'appello del Comitato per la Pace Terra di Bari, che per primo ha lanciato l'idea di adagiare anche sul suolo della nostra città delle barchette di carta, simbolo dei doveri di accoglienza che l'Europa ha nei confronti di quanti scappano dalla fame e dalla guerra. L'obiettivo della manifestazione è sensibilizzare i Governi europei affinché si adoperino per modificare il Regolamento di Dublino nella direzione, già votata dal Parlamento europeo, di una maggiore condivisione delle responsabilità nella accoglienza da parte di tutti gli Stati membri, che in questi anni hanno colpevolmente lasciato sola l'Italia a fronteggiare un fenomeno troppo più grande delle sue potenzialità. L'appello, quindi, è ad aprire vie legali e sicure per l'ingresso dei migranti nei Paesi dell'Unione.

Il pericolo, come sottolinea Matteo Magnisi del Comitato, è quello che addirittura accoglienza e povertà diventino dei crimini perseguiti da un'opinione pubblica infervorata dalle proposte populiste che si sono fatte in questi anni strada tra i Paesi europei, Italia inclusa. «Tra di noi ormai serpeggia la convinzione che accogliere sia un crimine - afferma Magnisi. In questo periodo si è preparato un terreno fertile dove queste convinzioni hanno potuto attecchire, e purtroppo a fare da amplificazione a questo fenomeno è proprio chi che dovrebbe impostare un'azione di governo del Paese sui principi della solidarietà. Cittadini e associazioni impegnate sul piano umanitario non trovano più nella politica lo stesso alleato che era una volta, quindi l'azione deve essere ancora più forte rispetto al passato».

Resta il fatto che gli iniqui accordi di Dublino debbano essere revisionati: «È un problema che si protrae da diversi anni e che adesso è diventato di impellente necessità - continua Magnisi. Il contesto, però, è profondamente cambiato: con i trattati di Dublino sono addirittura aumentati i Paesi che hanno alzato le barriere rispetto a quelli che le hanno eliminate. Nell'Unione c'è un gruppo di Stati oltranzisti, che addirittura tendono a rispedire in Italia, Paese di primo accesso, i migranti cui sono state respinte le richieste d'asilo o di permesso di soggiorno. Questa è la grande ingiustizia del trattato, che dovrebbe invece considerare l'Europa come unica frontiera: entrare in Italia, Francia, Spagna ecc. dovrebbe equivalere a entrare in Europa. Chi scappa da guerra o da miseria dovrebbe poter far domanda di asilo in tutti i Paesi dell'Unione e non solo in quello di primo accesso».

La manifestazione ha ricevuto il sostegno anche del Comune di Bari, espressione di una generosa città di frontiera. «Credo molto negli uomini e nelle donne baresi - dice Francesca Bottalico, assessore comunale al Welfare. In questo momento più che in altri è importante che le voci delle persone si uniscano per provocare buone politiche. Oggi siamo scesi in piazza affinché venga abolito il regolamento di Dublino, che non garantisce il giusto collocamento dei migranti».

Il Comune e la città di Bari hanno un passato e un presente che racconta di grandi azioni di accoglienza. «Bari - continua Bottalico - attualmente è una città che ospita un maggior numero di migranti in Italia, non solo uomini e donne ma anche molti minori. Un'accoglienza che avviene non solo nell'emergenza ma quotidianamente: è un atteggiamento mentale dei baresi prima che un intervento istituzionale. Per fortuna i casi gli episodi di razzismo sono ben definiti e circoscritti: Bari dimostra ogni giorno di sapere accogliere anche nei quartieri più difficili, nei momenti in cui la città è stata chiamata a sostenere le istituzioni. Lo si vede da questa piazza, dove ci sono italiani, migranti, uomini, donne e bambini: in questa direzione deve rivolgersi la nostra attenzione, affinché le generazioni future abbiano meno ostacoli mentali».

Tra gli organizzatori dell'evento anche la CGIL, organizzazione sindacale che ha voluto essere al fianco delle associazioni e dei cittadini per ribadire con forza il bisogno di solidarietà in un momento storico in cui dai palazzi romani addirittura si arriva a chiudere i porti e a negare gli aiuti umanitari a chi rischia la vita in mare per fuggire a guerre e povertà. «CIGL è presente in questa manifestazione perché è un'organizzazione statutariamente antirazzista che combatte zenofobia e fascismo - spiega il segretario di CGIL Puglia Giuseppe Gesmundo. Siamo in una fase in cui è necessario alzare la voce rispetto a questi temi e mettere in campo ogni strumento democratico per cercare di contrastare chi cerca di strumentalizzare per fini elettorali il tema dell'immigrazione e la disperazione di uomini e donne che cercano di crearsi condizioni per un futuro più dignitoso. Purtroppo l'Italia sta pagando un prezzo altissimo rispetto a una percezione di paura e di divisione, e la CGIL creerà ogni ostacolo possibile a chi vorrà mettere in campo queste politiche. Abbiamo, invece, bisogno di interventi diversi a livello nazionale e soprattutto europeo per affrontare il tema attraverso un'impostazione culturale che non miri a costruire muri ma a creare condizioni di accoglienza reale».
12 fotoBari in piazza per i diritti dei migranti
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