Il consigliere Zinni e l’appello degli antropologi italiani contro il razzismo

Condanna di: "qualsiasi uso strumentale di categorie che sono prive di fondatezza dal punto di vista genetico e potenzialmente discriminatorie"

lunedì 19 febbraio 2018 19.47
Il consigliere regionale e capogruppo ESP, dott. Sabino Zinni, pur avendo scelto di evitare facili strumentalizzazioni a riguardo delle recenti amarissime vicende di Macerata, ha voluto richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica su un appello contro il razzismo lanciato ad una sola voce dagli antropologici italiani:

«Circa un mese fa – dichiara Sabino Zinni – i Presidenti e i Consigli Direttivi delle seguenti Associazioni e Società Scientifiche che riuniscono gli antropologi italiani hanno lanciato un appello contro il razzismo. Triste, oggi, dover ammettere che sono stati facili profeti. Oltre che triste, sarebbe però anche inutile, se non ci soffermassimo almeno un minuto a riflettere sul senso della loro denuncia.
È per questa ragione che vi invito a rileggere le loro parole, perché l'unico baluardo che abbiamo contro il buio dell'ignoranza è accendere il lume della cultura. Siamo sempre lo straniero di qualcun altro, ha scritto Tahar Ben Jelloun: forse abbiamo bisogno di ricordarcelo ogni giorno, se davvero vogliamo imparare a vivere insieme».

Razza e dintorni: la voce unita degli antropologi italiani

"Per noi antropologi c'è un dato di fatto, che è una qualità e una ricchezza imprescindibile e degna di essere indagata: la diversità biologica e culturale degli esseri umani. Essa attraversa i gruppi e differenzia gli individui al loro interno. Grazie a tale multiforme diversità, la nostra specie, Homo sapiens, è riuscita ad adattarsi e a prosperare in ambienti molto differenti e ad alimentare quella creatività che caratterizza gli esseri umani in quanto esseri sociali. Gli individui, con i loro geni e le loro istanze culturali, si sono incontrati e confrontati fin dalle nostre origini, dando vita a forme di umanità plurali, diversificate, in continua evoluzione e trasformazione. Nulla di più errato, quindi, che pensare l'umanità reificata in gruppi dati una volta per tutte; insiemi irrigiditi e incapaci a sviluppare forme di convivenza, scambio e condivisione.
Ma qual è la reale entità e il significato della diversità? Studiandola, abbiamo capito che le differenze genetiche tra gli individui sono in realtà molto meno pronunciate e strutturate di quanto si possa percepire guardando semplicemente al colore della loro pelle, alle diverse abitudini e abilità o ascoltando le loro lingue. Così come, non vi sono basi ereditarie che giustificano l'esistenza di "gerarchie sociali" basate su supposte ineguaglianze cognitive o comportamentali tra gruppi umani. Al contempo, le diversità culturali rimandano a una selva di somiglianze piuttosto che a una tragica serie di muri e barriere. Gli antropologi (biologici e culturali) condannano, pertanto, qualsiasi uso strumentale di categorie che sono al tempo stesso prive di fondatezza dal punto di vista genetico e potenzialmente discriminatorie, quali le "razze umane" o le "culture essenzializzate" (ovvero intese come unità definite e rigide), nel discorso scientifico, in quello pubblico e nelle pratiche sociali".

22 gennaio 2018
I Presidenti e i Consigli Direttivi delle seguenti Associazioni e Società Scientifiche:
AAI (Associazione Antropologica Italiana)
SIAC (Società Italiana di Antropologia Culturale)
ANPIA (Associazione Nazionale Professionale Italiana di Antropologia)
ISItA (Istituto Italiano di Antropologia)
SIAA (Società Italiana di Antropologia Applicata)
SIAM (Società Italiana di Antropologia Medica)
SIMBDEA (Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici)