Disastro ferroviario in Puglia, Bonafede: «Stato chieda scusa». Castellano (Astip): «Una presa in giro»

La presidente dell'associazione di familiari delle vittime risponde al guardasigilli, intervenuto ieri in collegamento durante l'udienza

mercoledì 31 ottobre 2018 9.58
A cura di Riccardo Resta
Ieri una nuova udienza preliminare del processo sul disastro ferroviario in Puglia, avvenuto sulla tratta Andria-Corato il 12 luglio del 2016. Durante le discussioni, nell'aula-bunker del penitenziario di Trani, è intervenuto in collegamento anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il quale nel suo discorso ha detto che lo Stato dovrebbe chiedere scusa per i disastri e le stragi avvenute sul suolo italiano.

Un discorso che, però, non sembrerebbe collimare con le richieste avanzate dalla difesa dei tre funzionari del Ministero dei trasporti, Virginio Di Giambattista (direttore generale per i Sistemi di trasporto e impianti fissi e il trasporto pubblico locale), Alessandro De Paola e Pietro Marturano (direttori dell'Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria), per tramite dell'avvocatura dello Stato. Per i tre imputati è stato chiesto il non luogo a procedere: gli avvocati, infatti, sostengono che il MIT, già a partire dal 2012, avesse richiesto alla Regione Puglia l'adeguamento della tratta dove si è verificato l'incidente, gestita da Ferrotramviaria Spa, secondo gli standard europei e nazionali.

Dura la reazione di Astip (Associazione Strage Treni in Puglia). La presidente Daniela Castellano parla di «Una vera e propria presa in giro per noi parenti delle vittime».

«Io ho perso mio padre nel disastro ferroviario e non ho ricevuto le scuse di nessuno. Anzi, oggi (ieri, NdR) l'avvocato del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dichiarato che il MIT non ha responsabilità. Oltre il danno la beffa. E le promesse del ministro Danilo Toninelli dove sono finite?», ricorda la presidente di Astip, che si rivolge direttamente al guardasigilli. «Mi spiace ma la devo contraddire: Lo stato non solo non ha chiesto scusa, ma vuole anche scappare dalle sue responsabilità», conclude Castellano.