bari pisa. <span>Foto ssc bari</span>
bari pisa. Foto ssc bari
Calcio

L’insostenibile mediocrità della serie B. Così anche il Bari può farcela

I biancorossi tornano nella griglia playoff, nonostante la contestazione. È gara a chi fa peggio

Fortunato, miracolato, per il secondo anno consecutivo benedetto dalla festa altrui. È vero, il San Nicola fa ancora da teatro dei festeggiamenti promozione altrui, ma il clima di celebrazione è quello che mantiene il Bari ancora in vita nella corsa playoff, nel contesto di un campionato sempre più mediocre.

I biancorossi vincono 1-0 con il Pisa, grazie al goal di Bonfanti in avvio, e riscattano l'indecente prestazione, con sconfitta, di Cosenza, riprendendosi l'ottavo posto. Grandi applausi e tanti ringraziamenti alla squadra di Inzaghi, che praticamente per più di 80' non reagisce, preparando la festa con un orecchio alla radio, da dove arriva la notizia che lo Spezia perde contro la Reggiana.

È serie A per i toscani, ed è una boccata d'ossigeno per i biancorossi, graziati dal caso e dalla mediocrità di un campionato al ribasso: anche dopo due sconfitte consecutive, una peggio dell'altra, i biancorossi rimangono aggrappati al treno degli spareggi promozione, molto più per demerito altrui che per meriti propri.

Il Bari è ancora in corsa, nonostante le continue sperimentazioni e i costanti cambi di formazione da parte di Moreno Longo, che a tre giornate dalla fine vara l'ennesima rivoluzione. Il tecnico sceglie il 4-4-2 che si "scioglie" nel 5-4-1, rinunciando al suo più ancestrale principio della difesa a tre, mandando in campo contemporaneamente tutti i difensori presenti in rosa. L'esperimento va bene, ma - è il caso di ripeterlo - guai a prendere la partita tra Bari e Pisa troppo sul serio. Si ricordi che l'anno scorso il Bari strappò un punto anche al Parma sul terreno del San Nicola, nel giorno della promozione matematica dei ducali, con poca fame e tanta voglia di stappare lo spumante; sappiamo tutti com'è andata a finire, con la salvezza strappata con le unghie solo nella finale playout di ritorno.

E, allora, che lo si dica: il Bari ha più chance playoff delle altre solo perché, ormai, è gara a chi fa peggio. Sarebbe inutile sottolineare che, oggi, il Bari sarebbe addirittura sesto con i tre punti non centrati a Cosenza; questa squadra ha troppo allungo dimostrato inaffidabilità e incertezza per meravigliarci anche dei rovesci più clamorosi.

Gli stessi problemi, tuttavia, palesati dalle avversarie: il Modena fa su e giù dalle montagne russe, il Cesena crolla 3-0 contro il Mantova, poi batte in casa la "corazzata" Palermo, la più grande delusione di un campionato deludente. Ecco, quindi, che in un contesto del genere anche il Bari reduce dalla figuraccia di Cosenza, che da cinque mesi ha smarrito idee e identità, può ancora farcela e dire la sua per il raggiungimento dell'obiettivo playoff, per quanto aleatorio e - di per sé - equivoco.

E, a dire il vero, i biancorossi di Longo arrivano anche bene al rush finale, con il destino nelle loro mani: sei punti garantirebbero ai galletti come minimo l'ottavo posto (e forse anche qualcosa in più), ma - visto l'andazzo alla meno - anche quattro potrebbero bastare per entrare nella griglia degli spareggi promozione, contando lo scontro diretto tra Cesena e Modena nel recupero della 34ma giornata.

Il paradosso? Che parliamo di una squadra ancora (a due giornate dalla fine del campionato) al lavoro per trovare la continuità mai avuta, per ammissione di Longo e dello staff. Il Bari non ha mai giocato due partite di fila con la stessa formazione, e adesso le squalifiche di Benali, Maita e Radunovic non aiutano a trovare la quadratura. La verità non può darla la vittoria sul Pisa, così come non l'hanno data le imprese più complicate contro Catanzaro, Palermo, Cremonese, Sassuolo e via dicendo. La verità verrà fuori nel tutto-o-niente delle ultime due partite, in trasferta, contro Cittadella e Sudtirol, affamate di punti per la salvezza.

Esattamente il tipo di contesto in cui il Bari è sempre mancato quest'anno, quando si è trattato di presentarsi all'appuntamento con il salto di qualità. Sta di fatto, però, che solo un'eventuale partecipazione ai playoff potrebbe creare i presupposti per un tentativo di riconciliazione tra la tifoseria, da una parte, e il duetto squadra-società dall'altra. L'aria, a Bari, è pesante: gli ultras, pur con tutti gli eccessi del caso, hanno mandato un messaggio chiarissimo voltandosi di spalle per 20' e poi addirittura abbandonando la curva per il resto della partita. Il fatto che la mediocrità del campionato permetta a un Bari fatto di prestiti raccolti qui e lì, senza prospettive e senza ambizioni, di mantenersi in vita non può saziare i sogni di una piazza calda, ma esigente e vulcanica come quella biancorossa. In un campionato così a ribasso, sarebbe bastato poco di più per recitare un ruolo da vera protagonista; ma, ormai, anche questa è storia.

Ora c'è il presente, e l'ultima chiamata per dare senso a una stagione incolore; chissà, magari cercando almeno di trasformare i fischi e la contestazione in tiepidi applausi. Ambire a qualcosa di più, in un'eventuale avventura playoff, al momento sembra oltre ogni fantasia, anche la più ardita e spinta. Ma, chissà, forse il salto di qualità tanto atteso può arrivare proprio nel momento in cui si fanno i conti; manca poco ancora, e poi lo scopriremo.
  • ssc bari
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