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Eventi e cultura
Intramontabile Venditti. Incanta Bari ed invita sul palco un'ospite a sorpresa
Ieri sera concerto all'Arena della Fiera del Levante
Bari - martedì 15 luglio 2025
07.00
Un viaggio nell'album "Cuore", a quarant'anni dalla sua pubblicazione e, per effetto diretto, un viaggio nella grande musica leggera italiana, quella d'autore, quella di Antonello Venditti.
Ieri sera, 14 luglio, l'Arena all'interno della Fiera del Levante ha ospitato il suo concerto barese ed il pubblico non ha tradito l'idolo di tante generazioni, tributandogli una presenza da tutto esaurito. Venditti ha ripercorso così gli ultimi decenni di carriera, con picchi di grande "arte musicale" e di infinito trasporto quando ha riportato sul palco barese "Lilly", manifesto di una generazione distrutta dall'eroina, e "Qui", a sua volta manifesto delle lotte di quella stessa generazione che cercò di cambiare l'Italia tra gli anni '60 e gli anni '70, riuscendoci solo in parte e spesso rimanendo sul selciato.
Poi il viaggio in "Cuore", quell'album che lo consacrò definitivamente all'immortalità musicale, partendo da "Notte prima degli esami", tornata oggi più di allora ad essere il simbolo delle tensioni pre-maturità per milioni di ragazzini e ragazzine nati nei primi anni del nuovo secolo, che di quelle lotte e di quell'impegno sanno poco. Sul palco con lui anche Lucia Bronzetti e Flavio Cobolli, quest'ultimo direttamente dai quarti di finale di Wimbledon, i due portacolori azzurri alla Hopman Cup che proprio in Fiera del Levante prenderà il via nelle prossime ore.
Antonello Venditti ha ospitato sul palco anche Cinzia con i suoi genitori, una ragazza con un handicap divenuta sua malgrado simbolo di una enorme bolla mediatica dopo il concerto di Barletta, una bolla che avrà i suoi strascichi in tribunale. A lei ed ai suoi straordinari genitori, il cantautore romano ha dedicato "Cinzia e Piero", ennesima fotografia di una generazione vissuta a metà strada tra il cambiamento e l'emancipazione e retaggi di bigottismo italico.
Bello il passaggio di presentazione di "Ci vorrebbe un amico", con tanto di meriti a Lucio Dalla per averlo fatto uscire da un periodo buio dopo la separazione da sua moglie, così come "Giulio Cesare", un'oretta prima, era stato il suo personalissimo omaggio a Paolo Rossi (il calciatore eroe del Mundial, certamente, ma anche ad una delle prime vittime del '68). Una carezza la preghiera laica di "Stella".
La bravura dei musicisti, la capacità del pubblico barese di abbracciare i suoi idoli hanno fatto il resto, sino al duplice bis con "Ricordati di me" e la straordinaria "Roma Capoccia", poesia in musica dedicata alla sua città, al suo amore sconfinato per ciò che essa rappresenta nel percorso artistico di questo straordinario interprete degli ultimi 50 anni del nostro Paese. Prima tutti in piedi a ballare "In questo mondo di ladri".
Antonello Venditti continua, ancora oggi, ad essere catalizzatore di emozioni trasversali alle generazioni, incapace di non essere sé stesso, quel ragazzo inquieto e brillante che ha fatto del suo impegno, prima politico e poi sociale, la cifra stilistica di molta parte del suo repertorio. E che piaccia o no, le sue canzoni continuano a far riflettere, figlie di una scrittura popolare nel risultato, ma alta nelle origini. Quelle origini che tornano, appunto, sempre al "Cuore".
Ieri sera, 14 luglio, l'Arena all'interno della Fiera del Levante ha ospitato il suo concerto barese ed il pubblico non ha tradito l'idolo di tante generazioni, tributandogli una presenza da tutto esaurito. Venditti ha ripercorso così gli ultimi decenni di carriera, con picchi di grande "arte musicale" e di infinito trasporto quando ha riportato sul palco barese "Lilly", manifesto di una generazione distrutta dall'eroina, e "Qui", a sua volta manifesto delle lotte di quella stessa generazione che cercò di cambiare l'Italia tra gli anni '60 e gli anni '70, riuscendoci solo in parte e spesso rimanendo sul selciato.
Poi il viaggio in "Cuore", quell'album che lo consacrò definitivamente all'immortalità musicale, partendo da "Notte prima degli esami", tornata oggi più di allora ad essere il simbolo delle tensioni pre-maturità per milioni di ragazzini e ragazzine nati nei primi anni del nuovo secolo, che di quelle lotte e di quell'impegno sanno poco. Sul palco con lui anche Lucia Bronzetti e Flavio Cobolli, quest'ultimo direttamente dai quarti di finale di Wimbledon, i due portacolori azzurri alla Hopman Cup che proprio in Fiera del Levante prenderà il via nelle prossime ore.
Antonello Venditti ha ospitato sul palco anche Cinzia con i suoi genitori, una ragazza con un handicap divenuta sua malgrado simbolo di una enorme bolla mediatica dopo il concerto di Barletta, una bolla che avrà i suoi strascichi in tribunale. A lei ed ai suoi straordinari genitori, il cantautore romano ha dedicato "Cinzia e Piero", ennesima fotografia di una generazione vissuta a metà strada tra il cambiamento e l'emancipazione e retaggi di bigottismo italico.
Bello il passaggio di presentazione di "Ci vorrebbe un amico", con tanto di meriti a Lucio Dalla per averlo fatto uscire da un periodo buio dopo la separazione da sua moglie, così come "Giulio Cesare", un'oretta prima, era stato il suo personalissimo omaggio a Paolo Rossi (il calciatore eroe del Mundial, certamente, ma anche ad una delle prime vittime del '68). Una carezza la preghiera laica di "Stella".
La bravura dei musicisti, la capacità del pubblico barese di abbracciare i suoi idoli hanno fatto il resto, sino al duplice bis con "Ricordati di me" e la straordinaria "Roma Capoccia", poesia in musica dedicata alla sua città, al suo amore sconfinato per ciò che essa rappresenta nel percorso artistico di questo straordinario interprete degli ultimi 50 anni del nostro Paese. Prima tutti in piedi a ballare "In questo mondo di ladri".
Antonello Venditti continua, ancora oggi, ad essere catalizzatore di emozioni trasversali alle generazioni, incapace di non essere sé stesso, quel ragazzo inquieto e brillante che ha fatto del suo impegno, prima politico e poi sociale, la cifra stilistica di molta parte del suo repertorio. E che piaccia o no, le sue canzoni continuano a far riflettere, figlie di una scrittura popolare nel risultato, ma alta nelle origini. Quelle origini che tornano, appunto, sempre al "Cuore".