valditara a bari
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Scuola e Lavoro

Il ministro dell'Istruzione Valditara a Bari: «Con dimensionamento la Puglia guadagnerà 10 autonomie»

«Vogliamo eliminare le reggenze in modo tale che ogni dirigente lavori su una sola scuola»

Si è tenuto stamattina a Bari il convegno "Scuola cantiere per il futuro", organizzato nell'auditorium della legione allievi della guardia di finanza, a cui ha partecipato anche Giuseppe Valditara, ministro dell'Istruzione.

Parlando del tema del momento, ovvero il dimensionamento scolastico, Valditara ha detto: «Il dimensionamento è una misura che ci è imposta dalla Commissione europea. Rispetto a quanto previsto dalla legge attuale, la Puglia guadagnerà dieci autonomie scolastiche».

Valditara ha aggiunto: «Con il dimensionamento non chiuderemo le scuole, ma razionalizzeremo le reggenze. In Puglia - ha concluso - ci sono 51 reggenze, in tutta Italia sono 860. Noi vogliamo eliminare le reggenze in modo che ogni dirigente lavori su una scuola».

Roberto Romito, presidente della sezione pugliese dell'Associazione nazionale presidi, nel suo intervento sottolinea: «Anp è stata sempre a favore di un unico sistema nazionale di istruzione con pari dignità tra scuole statali e paritarie. E ciò anche da prima che entrasse in vigore la legge n. 62 del 2000 sulla parità scolastica e sul diritto allo studio e all'istruzione. Ricordiamo che con l'espressione "scuola pubblica" si deve intendere l'insieme delle due, la statale e la paritaria, senza disgiunzione o separazione. Per questo abbiamo sempre detto no a guerre tra Guelfi e Ghibellini e continuiamo a dirlo: sarebbe un errore, che invitiamo a non commettere. Invece, vorremmo un maggiore sostegno reciproco e una maggiore sinergia fra i due sottosistemi, paritario e statale, attraverso patti educativi comuni fra di loro; e ciò in linea con quelle che sono le indicazioni dell'Unione Europea, che puntano alla realizzazione della massima integrazione fra le diverse parti costituenti i sistemi scolastici dei Paesi membri dell'Unione».

Romito ha poi insistito sul bisogno di una maggiore integrazione tra scuola paritaria e scuola pubblica: «Lavorare insieme, statali e paritarie, nella nostra regione, particolarmente sul segmento di istruzione dei bambini di età da 0 a 6 anni, segmento nel quale le paritarie costituiscono un insieme numericamente maggioritario rispetto alle statali. In particolare, ciò va fatto nelle aree deprivate, a rischio di spopolamento, di dispersione, di criminalità. Sappiamo quanto sia strategico questo settore: per combattere lo spopolamento dei territori e, anzi, favorirne il ripopolamento specie nelle zone montane e più lontane dai centri urbani, e sostenere concretamente le famiglie, in specie quelle giovani, quelle che si devono formare e che trovano grandi ostacoli a farlo: questo il vero grande problema che il sistema scolastico del nostro Paese ha di fronte nei prossimi decenni. Ma il segmento 0-6 anni è strategico anche per la valenza e l'importanza dell'istruzione e della formazione precoce (cioè di quella che viene definita in ambito europeo come Early Children Education and Care); istruzione e formazione precoce che hanno, come dicevo, valenza e importanza primarie ai fini del successo formativo complessivo delle persone nelle età successive e del loro inserimento nel tessuto socioeconomico e nella cittadinanza del Paese: e sappiamo che il successo formativo si misura anche in termini economici, perché si traduce nell'aumento dei punti del PIL, ossia nell'aumento generale della ricchezza e del benessere del Paese».

Romito ha concluso ribadendo che è «Intenzione di Anp Puglia promuovere la convocazione di una sorta di stati generali dell'istruzione in Puglia, coinvolgendo il mondo accademico, quello produttivo, le istituzioni, oltre che tutti gli attori che si occupano di scuola sul nostro territorio, senza distinzioni fra di loro, per affrontare i problemi che devono assorbire tutta la nostra attenzione, nel Sud e in Puglia, quali la dispersione scolastica esplicita ed implicita e i divari formativi territoriali, come emergono in maniera preoccupante dai rapporti dell'INVALSI e degli altri organismi internazionali di indagine sui sistemi scolastici».
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