Ponte Adriatico
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Vita di città

Bari, Ponte Adriatico: ciclisti ancora a piedi

La moderna infrastruttura è ancora vietata alle due ruote pur essendoci la pista ciclabile

La legge 366 del 1998 oltre ad incentivare, con un apposito fondo presso il Ministero dei Trasporti la realizzazione di interventi necessari allo sviluppo e alla sicurezza stradale del trasporto ciclistico urbano e turistico, pone anche l'obbligo per gli Enti proprietari delle strade di realizzare piste e percorsi ciclabili adiacenti sia a strade di nuova costruzione sia a strade oggetto di manutenzione straordinaria. Questo sulla carta. Ma A Bari è così? Uno dei ponti più nuovi in città è senza dubbio l'Adriatico, detto 'ponte del Cimitero' dai baresi più intimi. Questa infrastruttura realizzata circa due anni fa, costata quasi 34 milioni di euro, è dotata di pista ciclabile ma non a norma tanto che a giugno del 2017 dopo circa un anno dal taglio del nastro il Comune aveva già stanziato 186mila euro per la sua manutenzione. Tra gli interventi la sistemazione di barriere metalliche leggere in acciaio zincato a caldo, a protezione del lato interno del guardrail presente lungo i tratti dei percorsi ciclopedonali del ponte e delle relative rampe di accesso.

Da circa un anno e mezzo da quello stanziamento però non si sa cosa sia successo. Diversi cittadini che quotidianamente utilizzano le due ruote per spostarsi ci hanno segnalato questo disservizio. "La ciclabilita non si misura in km o in numero di piste ciclabili - dice un ciclista - ma in percentuale di spostamenti quotidiani in bicicletta tenendo pure presente la percezione di sicurezza da parte dei ciclisti". Al banco degli imputati la mobility ciclistica in questi ultimi anni a Bari. Le infrastrutture ciclabili, moltiplicatesi negli ultmi anni, hanno migliorato la qualità degli spostamenti in bicicletta?

Evidentemente no. Le piste ci sono ma si interrompono, non sono sicure e quindi non vengono utilizzate. La strada verso una città sostenibile pare ancora molto in salita.
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