Tempo indeterminato solo per 50 ex Om, ancora nulla di fatto

È quanto emerge dall'incontro in Confindustria tra parti sociali e Selektica, nuovo appuntamento in Regione il 29 agosto

giovedì 9 agosto 2018 10.02
A cura di Elga Montani
Solo 95 ex Om assunti e di loro solo la metà a tempo indeterminato. È questo quello che Selektica può offrire e che garantisce nel caso in cui il loro progetto diventi quello che finalmente riuscirà a portare alla reindustrializzazione del capannone a Modugno. Una proposta concreta, ma che pone di fronte ad un bivio in cui molti ex dipendenti della Om Carrelli rischiano di non poter essere compresi nel progetto. E su questo si sta cercando una soluzione, soprattutto i sindacati su questo punto pretendono risposte dalla Regione Puglia per garantire una ricollocazione a coloro che dovrebbero rimanere fuori dal progetto.

«Abbiamo appreso questa ulteriore notizia nell'incontro di ieri - dichiara Samantha Partipilo di UGL Metalmeccanici Bari - e non è stato raggiunto alcun accordo. Abbiamo rimandato il tavolo al 29 agosto, data in cui dovremo risederci a discutere con la task force regionale, che dovrà garantire la ricollocazione dei lavoratori che non riusciranno a rientrare nel progetto. Senza queste garanzie questa situazione è improponibile».

Selektica assumerebbe come detto il 50% degli operai a tempi indeterminato e il restante 50% con contratto a tempo determinato a 36 mesi. Non ci sono margini diversi, in quanto ad oggi è questo ciò che possono offrire sulla base della loro organizzazione del lavoro.
«Noi ringraziamo e sempre ringrazieremo Selektica - sottolinea Partipilo - per l'interesse promosso nella reindustrializzazione della ex Om, soprattutto apprezziamo la loro volontà di salvare la platea di lavoratori, tentando di sbloccare la cassa integrazione, e ancor più apprezziamo l'impegno e la disponibilità che stanno mostrando in tutti gli incontri. Il problema sta da un'altra parte, chi sta gestendo la vertenza deve assicurare il lavoro per tutti i lavoratori, non solo per una parte, perché i lavoratori sono tutti uguali ed hanno gli stessi diritti».
«Non ammettiamo discriminazioni in tal senso - conclude - e finché non ci saranno queste garanzie, continueremo a tenere i riflettori sempre accesi».